GESTIONE IN CLASSE DEL BAMBINO CON D.O.P.: ESEMPIO PASSO PASSO.
La richiesta di intervento per un bambino che ha gravi difficoltà di attenzione assieme a una ancor più problematica iperattività, giunge al Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ULSS di appartenenza su richiesta delle insegnanti di una classe seconda. Al colloquio dello psicologo con loro, queste ultime lamentano la situazione insostenibile che si è venuta a creare nella loro classe a causa del comportamento di un bambino che sembra far di tutto per rendere loro la vita impossibile.
Non sembra interessato alle lezioni tanto che distoglie quasi subito l’attenzione per alzarsi o mettersi a giocare; svolge solo saltuariamente i compiti e generalmente in modo inaccurato e parziale; inoltre, non segue le principali regole della classe, inventandosene altre “tutte sue”.
Anche i compagni ne sembrano disturbati, tanto che i rispettivi genitori hanno cominciato a lamentarsi per il timore che tali atteggiamenti possano da un lato fungere da modello negativo per i propri figli, dall’altro rallentare il programma scolastico.
Le insegnanti sono molto infastidite soprattutto dall’atteggiamento di Paolo, che definiscono irritante per quel suo costante disinteresse verso tutto ciò che esse propongono. Si dimostrano inoltre preoccupate per la comparsa di comportamenti aggressivi nei confronti dei compagni di classe, sia durante le lezioni che durante l’intervallo e temono che prima o poi la situazione possa degenerare. Il rendimento scolastico naturalmente è insufficiente, anche se il bambino sembra più portato per la matematica, dove perlomeno, inizialmente accoglie le attività proposte.
In effetti, sostengono le insegnanti, se qualcuno gli si mette accanto e lo segue personalmente, Paolo riesce a fare qualche cosa di più, ma la presenza di certi suoi comportamenti disturbanti, inopportuni e a volte aggressivi fanno perdere la voglia di aiutarlo. Se interrogato rispetto ai motivi che lo spingono a comportarsi in questo modo, a non terminare mai i compiti, a disinteressarsi di tutto, egli non sa rispondere (o, le insegnanti si domandano, forse non vuole), per poi mettere il broncio e stare per conto suo. GESTIONE IN CLASSE DI BAMBINO CON D.O.P.
In effetti, esse sostengono, un’altra sua caratteristica è l’oscillare spesso da uno stato emotivo (es. euforia) all’altro (tristezza, desiderio di isolamento). All’inizio esse riprendevano ogni suo comportamento, poi però hanno “gettato la spugna” perché sembrava non servisse comunque a niente.
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Pre-osservazioni: inventario dei comportamenti negativi.
Lunedì | Martedì |
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Mercoledì | Giovedì |
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Venerdì | Sabato |
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Selezione ed identificazione dei comportamenti oggetto di osservazione.
Si allontana dal proprio posto (colore blu) X X X X X X X X
Parla ad alta voce (colore rosa) X X
Aggredisce i compagni/le loro cose (colore rosso) X X X X X
Non porta a termine il lavoro (colore nero) X X X X X
Interrompe/disturba la lezione (colore giallo) X
Si oppone/rifiuta richieste verbali (colore verde) X X X
Si oppone/rifiuta regole (colore grigio) X X X X X X
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Osservazioni
- netta prevalenza di comportamenti disturbanti durante le lezioni di italiano e storia
- tendenza ad emettere comportamenti negativi in prossimita’ dell’intervallo e della fine delle lezioni nello specifico:
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Emissione di comportamenti problematici prevalentemente quando:
- L’attenzione dell’insegnante è rivolta altrove o il bambino non può essere controllato/monitorato direttamente.
- Vi sono situazioni disorganizzate (es. cambio di lezione, più persone in piedi….)
- C’è una spiegazione troppo protratta o verosimilmente poco chiara e il babino vaga per la classe o non e’ impegnato
Inibizione del comportamento problema quando:
- Il bambino viene puntualmente ripreso ed il comportamento viene “bloccato sul nascere”
- Vengono fornite indicazioni specifiche rispetto a quanto ci si aspetta da lui viene gratificato
- Ci si assicura del livello di comprensione
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Tecniche di intervento psicoeducativo comportamentale.
• La gratificazione
• La gratificazione a punti (token economy)
• Il costo della risposta
• I contratti comportamentali
• La punizione
• Il time-out per comportamenti gravi
La gratificazione.
- Individuare azioni positive da gratificare più che azioni negative da punire.
- Definire operativamente l’azione oggetto di gratificazione sistematica
- Non usare forme di falsa gratificazione
- Gratificare in modo coerente, sempre la stessa azione e ogni volta che si manifesta
- Gratificare il bambino immediatamente
- Utilizzare eventi o oggetti o comportamenti che siano effettivamente delle
- Gratificazioni per il bambino
- Non gratificare involontariamente comportamenti inadeguati
- Utilizzare per un tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di gratificazione diverse già individuate
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È possibile:
- Gratificare azioni corrette già presenti nel patrimonio comportamentale del bambino ma messe in atto poco frequentemente
- Far apprendere nuove sequenze comportamentali all’alunno scomponendolo in sotto-compiti e obiettivi parziali da gratificare progressivamente
- Utilizzare la gratificazione di azioni positive come tecnica di rafforzamento nell’attenuazione di comportamenti negativi
La gratificazione a punti.
• Il bambino può guadagnare o perdere punti (o gettoni) in base alla correttezza del suo comportamento
• I punti vengono poi convertiti in gratificazioni tangibili con ritmo giornaliero, settimanale o sulla base di un punteggio criteriale (“raggiungendo 50 punti otterrai…”)
• I punti possono essere erogati dalla scuola oppure ci può essere una forma di collaborazione tra scuola e famiglia.
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I passi per costruire un sistema a punti sono:
• Osservazione del comportamento del bambino per individuare i comportamenti adeguati e i non adeguati
• Scelta delle azioni obiettivo
• Scegliere il metodo per calcolare il punteggio (stelline, smile, gettoni…)
• Giusta corrispondenza tra punti e obiettivo: azioni più impegnative devono essere convertite in cifre superiori e comportamenti complessi possono essere suddivisi in sotto-traguardi
• Selezione dei premi: deve essere concordata con l’alunno ed eventualmente con la famiglia; possono riguardare azioni, oggetti…
• Accanto al guadagno, utilizzare parallelamente una strategia tipo costo della risposta che porta alla perdita anche di punti
Il costo della risposta.
- E’ una procedura che prevede che il bambino perda un privilegio a seguito di un comportamento inadeguato. Va applicata per comportamenti non gravi.
- Deve essere proporzionale all’azione inadeguata
- Corredato da informazioni chiare circa il comportamento del bambino
- Controllabile nella sua applicazione
- Comunicato in anticipo al bambino o concordato con lui Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione
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I contratti comportamentali.
La gratificazione a punti con il costo della risposta possono essere sanciti da un contratto comportamentale tra insegnante e bambino al fine di esplicitare i termini da rispettare.
Esempio di contratto comportamentale (da semplificare dove serve).
- Io sottoscritto e i miei insegnanti facciamo il seguente patto: ogni volta che io riuscirò a fare una delle cose indicate in questo contratto, riceverò dei punti da utilizzare a fine giornata. Posso guadagnare i seguenti punti ogni volta che: completo 2 schede di lavoro assegnate dalla maestra nelle ore di italiano (4 PUNTI)
- Porto a scuola tutti i compiti scritti assegnati per la giornata (3 PUNTI)
- Ho in cartella tutto il materiale scolastico per la lezione del giorno (2 PUNTI)
Posso perdere i punti ogni volta che:
- non completo 2 schede di lavoro assegnate dalla maestra nelle ore di italiano (4 PUNTI)
- non porto a scuola tutti i compiti scritti assegnati per la giornata (3 PUNTI) non ho in cartella tutto il materiale scolastico per la lezione del giorno (2 PUNTI)
Ogni giorno potrò scegliere uno dei seguenti premi a seconda dei punti accumulati:
- fare un disegno libero gli ultimi 15 minuti di lezione (9 PUNTI)
- giocare 15 minuti al computer dopo la mensa (7 PUNTI)
- aiutare la maestra a distribuire delle fotocopie (6 PUNTI)
- ricevere delle figurine colorate (5 PUNTI)
- scegliere una gommina a forma di animaletto (4 PUNTI)
- avere un timbro sul diario con il sorriso (3 PUNTI)
- distribuire le schede ai compagni (2 PUNTI)
Dichiaro che cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno Data…………….. Firme
Alunno……………………. Insegnanti………………..
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La punizione per comportamenti non gravi.
I comportamenti NON GRAVI (ossia non pericolosi per sé e/o per gli altri) vanno IGNORATI costantemente, senza cedere!! Ciò è utile quando il bambino:
- protesta per ogni divieto in modo sproporzionato
- è dispettoso con i coetanei
- piagnucola o si lamenta
- continua in piccole azioni di disturbo (es. picchiettare la penna sul banco)
- cerca di attirare l’attenzione dell’adulto, ad es. dicendo parolacce
Punizione per comportamenti gravi.
Per i comportamenti GRAVI (ossia pericolosi per sé e/o per gli altri) si usa la punizione. Deve essere:
– Priva di aggressività
– Psicologicamente neutra, e non tale da essere un attacco alla persona, dunque centrata sul comportamento
– Immediata, per vincolarsi strettamente all’azione ritenuta inadeguata
– Proporzionale alla gravità dell’azione compiuta dal bambino e non al grado di fastidio procurato da essa all’adulto
– Facilmente applicabile e inevitabile per il bambino
– Legata al comportamento inadeguato e con esso incompatibile
DGESTIONE IN CLASSE DEL BAMBINO CON D.O.P..O.P.
IL TIME-OUT = sospensione di attenzioni e gratificazioni: Interrompere il comportamento + autodisciplina.
• per bambini dai 3 ai 12 anni
• breve: da 1’ a 10’ (secondo l’età): usare il timer
• il messaggio: “questo comportamento è inaccettabile, è necessario che tu stia per qualche minuto isolato per interrompere subito questo comportamento e perché tu possa pensare un modo diverso”
• scegliere un posto noioso e monotono, senza distrazioni
• portare immediatamente il bambino nel posto del time-out, usando non più di 10 parole e non più di 10 secondi
• Evitare discussioni
• Usare sedia o sgabello
• Puntare il timer affinché il bambino possa sentirlo
• Alla fine chiedere perché era stato messo in time-out
• Evitare di chiedere promesse, e umiliarlo o intimorirlo
L’approccio metacognitivo
• Problem-solving
• Autostima
• Attribuzioni
• Gestione delle emozioni
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Il problem solving.
Processo attraverso il quale si cerca di definire e raggiungere il proprio obiettivo attraverso delle fasi. Il bambino con ADHD è deficitario nell’attuare il processo di pianificazione ma tale modo di procedere può essere insegnato agli studenti se l’insegnante si propone come modello attivo nella soluzione dei problemi attingendo a problemi che emergono in classe e che vanno risolti. I passaggi della pianificazione possono essere rappresentati in un cartellone per la classe.
I passaggi sono i seguenti:
Il livello di autostima.
A causa delle incapacità autoregolative i bambini con ADHD vanno incontro a numerosi insuccessi, percependo un minor senso di competenza e raccogliendo frequenti disapprovazioni dall’adulto. L’insegnante può intervenire promuovendo le competenze di autocontrollo riguardanti l’automonitoraggio, l’autovalutazione e l’autorinforzo.
Le attribuzioni.
Sono le cause che noi individuiamo per i nostri insuccessi o successi. Possono essere interne (attribuisco la causa degli eventi a me stesso) o esterne (attribuisco la causa degli eventi agli altri o al caso) Per impulsività il bambino con ADHD non valuta tutte le variabili in gioco e può compiere errori di attribuzione L’insegnante dovrebbe riconoscere tali attribuzioni e con esempi concreti correggere le attribuzioni errate.
La gestione delle emozioni.
Scarsa modulazione delle emozioni che si traduce nell’evidenziare stati emotivi eccessivi e non congrui con le situazioni che si creano.
Modello-metacognizione.pdf (2936 download )
La scuola può:
Educare all’espressione e all’autoregolazione delle emozioni attraverso esempi di problemi (hai promesso una cosa ad un tuo amico ma poi ti trovi nelle condizioni di non poter mantenere la promessa), modificando il modo con cui viene interpretato un evento.
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La gestione dello stress degli insegnanti
Alcuni suggerimenti per ridurre e controllare lo stress emotivo che può insorgere di fronte alla gestione di comportamenti indesiderabili associati a iperattività, impulsività e oppositività:
• Accettare il fatto che l’alunno iperattivo ha caratteristiche di natura costituzionale
• Conoscere le caratteristiche del disturbo ed i metodi d’intervento rende le cose più facili
• Rendere chiara la comunicazione con l’alunno
• Essere consapevoli delle situazioni che scatenano la crisi
• Essere positivi
• Utilizzare in modo adeguato e costante le tecniche psicoeducative comportamentali
• Rimanere calmi in situazioni di crisi attraverso il rilassamento
• Formare gruppi di supporto
• Ricordarsi che non si è da soli! Importante è la collaborazione con i servizi del territorio che hanno il bambino in carico
RISORSE CONSIGLIATE PER TE DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO: COME COMPORTARSI IN CLASSE?
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