LA DIDATTICA ENATTIVA
Negli ultimi decenni tra le teorie dell’apprendimento ha avuto un ruolo dominante il Costruttivismo, che si è contrapposto all’Istruttivismo spostando l’attenzione dal ruolo istruttivo del docente alla centralità dello studente nel processo di apprendimento.
Il presupposto di fondo dell’Istruttivismo è che esista una realtà esterna ed indipendente dal soggetto. La conoscenza, che non ha alcun legame con l’esperienza, consiste nel recepire informazioni per elaborare rappresentazioni mentali che rispecchino la realtà così come è data.
Essa è quindi una rappresentazione oggettiva e passiva di una realtà preesistente. Ne consegue che l’apprendimento è il processo attraverso cui lo studente acquisisce la realtà oggettiva con cui entra in contatto, rappresentandosela attraverso il pensiero.
Il ruolo dello studente è quello di recepire le informazioni che il docente trasmette.
Quest’ultimo è l’esperto che detiene la conoscenza che va trasmessa agli alunni attraverso l’insegnamento. La lezione frontale è la pratica didattica predominante. All’Istruttivismo è connessa, in ambito didattico-educativo, la teoria del Comportamentismo. I processi cognitivi sono una sorta di scatola nera, black box, inaccessibili pertanto dal di fuori, e si manifestano all’esterno attraverso le azioni, e l’apprendimento è considerato un prodotto dell’insegnamento.
Il Costruttivismo condivide con l’Istruttivismo l’assunto dell’esistenza della separazione mente-mondo. Viene recuperato il ruolo attivo del soggetto nel processo conoscitivo: egli interpreta e costruisce la sua personale realtà. DIDATTICA ENATTIVA
La conoscenza è un processo di costruzione e assume quindi un carattere situato. L’apprendimento è visto come un processo attivo: non si riduce a un’acquisizione e unione di conoscenze, e non accade in modo automatico ogni volta che viene presentata un’informazione. Il soggetto che apprende fa esperienza di un disequilibrio, una dissonanza cognitiva che lo porta ad acquisire e assimilare nuove conoscenze accomodando le strutture cognitive.
La conoscenza ha un carattere soggettivo: colui che apprende costruisce la sua conoscenza e conferisce un significato alle situazioni e alle esperienze che vive in base al suo personale bagaglio di preconoscenze. In ambito didattico, ciò si traduce in uno spostamento dell’attenzione verso lo studente. DIDATTICA ENATTIVA
Le strategie didattiche sono centrate sullo studente poiché è lui che controlla il processo di apprendimento.
Il ruolo dell’insegnante è quello di facilitatore: predispone un ambiente di apprendimento in cui lo studente costruisce conoscenza proprio grazie al supporto del docente.
I modelli costruttivisti possono essere definiti come modelli Process-Learning: sono quei modelli che vanno ad analizzare i processi messi in atto dal soggetto. Rispetto ai precedenti, viene alla luce lo studente che apprende, che costruisce le conoscenze e l’insegnamento diviene azione indiretta, volta a creare le condizioni che predispongano l’apprendimento.
Il focus non è più sul prodotto, bensì sui processi che l’alunno attua.
L’Enattivismo si presenta oggi come un paradigma alternativo al Costruttivismo, recuperandone certi aspetti ma ponendosi in contrasto rispetto, invece, ad altri. DIDATTICA ENATTIVA
La linea di demarcazione della teoria Enattiva rispetto alle precedenti può individuarsi nel rifiuto del dualismo tra mente e mondo, tra soggetto e oggetto: laddove Istruttivismo e Costruttivismo condividono l’assunto per cui la conoscenza risiede in un soggetto separato dal reale (rappresentazione oggettiva nel primo, costruzione soggettiva nel secondo), l’Enattivismo riconosce invece il rapporto di mutua specificazione e co-emergenza del soggetto e del reale assieme.
L’Enattivismo condivide con il Costruttivismo l’assunto che la realtà sia dipendente dal soggetto, sebbene per un differente motivo: il soggetto è inseparabile dal mondo col quale è unito in una relazione di mutua specificazione e co-emergenza. Inoltre, altro elemento fondante ripreso dal Costruttivismo è il ruolo attivo riconosciuto al soggetto conoscente, un soggetto tuttavia non isolato dal mondo ma immerso in esso. DIDATTICA ENATTIVA
La conoscenza non è né rappresentazione mentale di una realtà esterna né tantomeno una costruzione soggettiva, bensì è “enazione”, estrapolazione di significati e di un mondo nel corso di un’interazione senso-motoria con l’ambiente e con gli altri.
L’Enattivismo ritiene che l’azione stessa, consapevole e intenzionale, sia conoscenza.
Holton presenta alcuni benefici che la teoria enattiva può apportare in ambito educativo:
– la rimozione della dicotomia interno/esterno, ancora presente nel Costruttivismo;
– una maggiore umanizzazione degli alunni, con una conseguenza rivalutazione degli aspetti non prettamente cognitivi che intervengono nel processo di apprendimento;
DIDATTICA ENATIVA
– l’importanza di creare un ambiente che supporti l’utilizzo del corpo e della gestualità per ampliare il dominio di possibilità di azione;
DIDATTICA ENATTIVA
– una concezione dell’insegnamento quale attività inclusiva non solo di parole, letture e scritture, ma anche di gesti, manualità, movimento, espressioni facciali;
– una visione dell’apprendimento come attività che deve tendere allo sviluppo della persona considerata nella sua interezza.
Trasposto in ambito didattico, è evidente come l’attenzione si sposti verso una nuova direzione: non più sul polo docente, né su quello studente presi in isolamento, bensì sulla loro interazione in situazione. DIDATTICA ENATTIVA
Lo studente è parte del contesto tanto quanto il docente; questi, più che la fonte della conoscenza, è co-costruttore di conoscenza assieme agli studenti.
Non si può parlare di obiettivi predefiniti, piuttosto essi sono costruiti, modificati, negoziati assieme agli studenti.
Gli obiettivi vanno definiti in modo tale da offrire sufficiente libertà agli studenti perché ciascuno possa apprendere nel modo che gli è più congeniale.
Se l’apprendimento è una continua enazione di significati, l’insegnamento dovrebbe passare dalla dimensione del trasmettere, del dire, a quella dell’ascolto, della discussione, del guidare l’attenzione verso schemi di evoluzione possibili.
Il nucleo dell’azione didattica sembra perciò volgere verso l’interazione, verso ciò che sta in mezzo tra insegnamento e apprendimento. DIDATTICA ENATTIVA
L’importanza di questa prospettiva consiste nel cercare di avvicinare il soggetto apprendente al sapere, allinearsi ai suoi schemi cognitivi, creare un’intesa a più livelli, porlo in condizioni di poter accedere da solo al sapere. Poiché coinvolge la relazione tra i due soggetti, essa deve necessariamente essere flessibile, sensibile, solidale.
In conclusione, emerge l’idea di un’azione di insegnamento che si svolge come mediazione, come attività che ponendo più polarità in relazione tra loro necessita di una continua regolazione in funzione dei risultati che via via ottiene. DIDATTICA ENATTIVA
Andrea Pedullà, MindMapp
Valeria Lubrano, Dott.ssa e apllicatrice Feuerstein
Approfondimento: Didattica-Enattiva-Approfondimento.pdf (4498 download )
Spero questo articolo possa esserti stato d’aiuto.
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