BAMBINO CON ADHD: METODOLOGIE D’INTERVENTO A SCUOLA.
1. Predisporre un ambiente facilitante
2. Gestione delle lezioni
3. Gestione del comportamento
1. La predisposizione di un contesto facilitante
• I bambini con DDAI o ADHD spesso hanno una scarsa capacità di prevedere le conseguenze
• Gli insegnanti possono intervenire aiutando il bambino a prevedere le conseguenze di determinati eventi prima di agire: così si incrementeranno i comportamenti adeguati alle situazioni e il bambino potrà scegliere con più obiettività quali conseguenze affrontare.
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Dunque si ottiene un contesto facilitante attraverso:
Le routine, le regole, l’organizzazione della classe, l’organizzazione dei tempi di lavoro, l’organizzazione del materiale.
– Le routine ( ingresso in classe, disposizione in fila, inizio lezione, presentazione delle attività e i relativi tempi di lavoro, pause concordate, attività ricreative stabilite a priori (ad es. vincolate dal giorno della settimana), dettatura dei compiti ad orario stabilito, routine di saluto.
– Le regole (porre delle regole chiare all’interno della classe è necessario per regolare le interazioni fra pari e con gli adulti.
– Perché siano efficaci è necessario che siano condivise: è buona prassi discutere con i bambini le regole da ratificare, dando loro la possibilità di approvarle o modificarle
• Devono essere proposizioni positive, non divieti
• Devono essere semplici, espresse chiaramente
• Devono descrivere le azioni in modo operativo
• Dovrebbero usare simboli pittorici colorati
• Devono essere poche (3-4 al massimo) e sintetiche
Le regole andranno poi trascritte su un cartellone
L’organizzazione della classe: i banchi
• Vedete il bambino?
• E’ facilmente raggiungibile?
• E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino?
• Ha compagni a lui vicini?
• Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci?
• Se un bambino si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti?
• E’ corretta la posizione delle fonti di luce?
• Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre?
• Ogni bambino, quanti bambini osserva dal suo posto?
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Attenzione ai distrattori…
• Cartelloni
• Cestino
• Porta
• Finestre
• Orologio (utile per segnare i tempi di lavoro da apporre non all’interno della loro abituale visuale)
• Compagni vivaci
• Armadi……
Per ovviare a ciò…piantina della classe
• L’organizzazione dei tempi di lavoro
I bambini DDAI sono particolarmente poco abili nel fare stime realistiche di grandezza, tempi, quantità, difficoltà
• Aiutarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere più efficaci nel pianificare e organizzare il lavoro.
• All’inizio è preferibile che sia l’insegnante a fornire indicazioni sul tempo di svolgimento dei compiti assegnati; in seguito, quando i bambini si saranno abituati a includere la variabile tempo nella pianificazione del proprio agire, chiedere loro, sotto forma di gioco . “Quanto tempo serve per…?” Importante l’uso di simboli pittorici
– Facile alla mia portata
– Difficile
– Strutturazione del compito
– Poco tempo
– Tempo medio
– Molto tempo
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Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo
• Con un breve periodo di osservazione è possibile farsi un’idea abbastanza precisa su quale sia il tempo di “tenuta attentiva”
• È possibile poi valutare il tempo necessario per lo svolgimento del compito e confrontarlo con la stima attentiva
• Ogni qual volta sia possibile, è opportuno spezzettare i compiti lunghi con brevi pause o variando l’attività al suo interno, proponendo cioè procedure diverse
• Con l’esercizio sarà possibile allenare il bambino a mantenersi concentrato per periodi sempre più ampi
Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne
• È utile, prima che si cominci a a lavorare, far rileggere la consegna, chiedendo anche di ripetere con parole proprie cosa bisogna fare
• Sottolineatura con pennarello rosso delle parti salienti delle istruzioni, con l’aiuto dell’insegnante
• Costruzione di un piano d’azione per punti, da riportare alla lavagna
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L’organizzazione del materiale
Può essere utile appendere in aula un cartellone del materiale, avendo cura di assegnare ai quaderni delle varie materie una copertina di colore diverso, ed uno delle materie giornaliere.
• All’inizio dell’anno scolastico si può preparare uno schema del materiale necessario per ogni materia, in forma di cartellone o tabella da apporre sul diario di ogni bambino.
• Per i bambini che dimenticano i materiali è possibile impostare una strategia specifica che comprenda l’uso di materiale visivo, l’introduzione di routine finalizzate, l’applicazione di un sistema a punti.
Vediamo i passaggi necessari all’impostazione della procedura…
Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema a punti o su uno schema di gratificazione da riconvertire in premi materiali o privilegi
• Preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del materiale, uguali a quelle del cartellone
• Ad un’ora prestabilita della mattinata
– far leggere il cartellone per il giorno dopo
– fare elencare il materiale necessario per il lavoro in ogni materia
– chiedere di incollare sul diario per il giorno dopo le figurine del materiale scolastico così individuato
– ogni mattina, all’inizio della lezione o in altro momento prestabilito, verificare la presenza del materiale e applicare la procedura di gratificazione o di costo della risposta.
2. La gestione delle lezioni:
Ritmo e tipologia; I compiti per casa; Il coinvolgimento della classe
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Ritmo e tipologia
– Ordine degli argomenti Tempi di lavoro
– Argomento stimolante (figure, audiovisivi e tanti colori) Uso di domande
– Utilizzo dei nomi degli alunni Esplicitare le procedure
– Usare un tono di voce variato, vivace Alternare compiti attivi e passivi
– Favorire la partecipazione attiva (secondo le regole di comportamento) Chiarire i tempi di lavoro e la difficoltà, i materiali da usare
E per il bambino con DDAI in particolare?
Accorciare i tempi di lavoro, quando possibile spezzettando con brevi pause un lavoro lungo Ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia verbali che gestuali o visivi (che possono indicare al bambino che il suo comportamento non è corretto, o al contrario che è quello che ci si aspetta da lui; che richiamino la sua attenzione o gli indichino il tipo di procedura da applicare, ecc…)
I compiti per casa.
Le consegne scritte sul diario
• dare i compiti in momento stabilito
• consegne chiare
• verificare che il bambino stia scrivendo
• chiedere a qualche alunno di ripetere le consegne
• un punto per ogni consegna scritta correttamente
• non punire il bambino per eventuali carenze ma esortarlo a fare attenzione
Il coinvolgimento della classe.
• Tutoraggio (tutoring): assegnazione a una coppia di bambini dei due ruoli di ricevente (l’allievo che riceve l’insegnamento) e di tutor (il bambino che prende il ruolo attivo di insegnante)
• Apprendimento cooperativo: prevede di unire gli alunni in piccoli gruppi, che si propone di massimizzare il loro apprendimento e le loro abilità sociali
• Il bambino DDAI fa lezione in classe
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3. Gestione del comportamento
• Monitoraggio
• Osservazione e analisi funzionale
•Tecniche di intervento psicoeducativo comportamentale
Monitoraggio
Collocare il bambino in modo che possa essere frequentemente monitorato
• Interagire spesso con lui anche solo con lo sguardo, facendogli capire che lo si sta comunque “tenendo d’occhio”
• Limitare quanto più possibile i momenti destrutturati
• Assicurarsi dell’effettivo livello di comprensione del bambino prima di iniziare • Riprendere immediatamente il bambino prima che inizi a vagare per la classe e proporgli anche attività più leggere, da svolgere da seduto
• Dare informazioni su ciò che ci si aspetta da lui
• Incoraggiarlo e gratificarlo anche per mete parziali
• Esplicitare, da un lato i sentimenti di rabbia e frustrazione che hanno provocato in lui l’emissione di quei comportamenti, dall’altro il punto di vista dei compagni o di chi ne riceve le conseguenze
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Osservazione e analisi funzionale del comportamento.
• Fase 1:
– Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario di comportamenti negativi che l’insegnante si proporrà di modificare
• Fase 2:
– Selezione ed identificazione dei comportamenti oggetto dell’osservazione (Si allontana dal posto, parla ad alta voce, non porta a termine il lavoro, si oppone a richieste verbali, aggredisce oggetti e compagni)
• Fase 3:
– Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che analizzino i comportamenti al fine di identificare:
• Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso
• Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della giornata
• Fase 4:
–Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere indicazioni su: •Probabili fattori scatenanti
• Probabili fattori di rinforzo
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• Fase 5:
– Sviluppo dell’intervento allo scopo di:
• Anticipare il verificarsi di comportamenti problematici
• Ridurre o eliminare le risposte dell’ambiente che rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici
• Fase 6:
– Verifica dei risultati ottenuti mediante le stesse griglie di osservazione
Classi comportamentali a cui ricondurre i singoli comportamenti problema: Si allontana dal proprio posto, parla ad alta voce, aggredisce i compagni e le loro cose, non porta a termine il lavoro, interrompe/disturba la lezione, si oppone/rifiuta richieste verbali, si oppone/rifiuta regole.
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