METODO ABA a scuola: Che cos’è e cosa si propone.
ABA è l’acronimo di Applied Behavioral Analysis, che, tradotto in maniera letterale, significa “analisi applicata del comportamento”. Quindi l’ABA costituisce l’applicazione sistematica dei principi comportamentali individuati dalla scienza che studia il comportamento e le leggi che lo regolano.
L’ABA si propone come una tecnica pratica per la progettazione, messa in atto e valutazione di programmi di intervento. Tale pratica è fondata sull’osservazione e la registrazione del comportamento che forniscono la base di partenza per la progettazione ed attuazione di interventi per il cambiamento di comportamenti inadeguati e l’apprendimento di nuove abilità.
ABA a scuola
Su che cosa si basa.
ABA costituisce l’applicazione pratica dei principi e delle tecniche individuati dal comportamentismo.
Il principio centrale è quello di rinforzo: la frequenza e la forma di un determinato comportamento possono essere influenzate da ciò che accade prima o dopo il comportamento stesso.
Il principio del rinforzo e tecniche comportamentali (shaping, chaining, fading, ecc.) possono essere utilizzati per incrementare o ridurre determinati comportamenti, sviluppare e consolidare nuovi apprendimenti. In particolare, l’applicazione di strategie comportamentali per l’educazione di bambini affetti da autismo è basata su un’ampia serie di studi, iniziati dal dott. Ivar Lovaas alla fine degli anni 60.
ABA a scuola: 5 importanti consigli per le insegnanti Di sostegno.
1. Abilità pratiche in una forma che premia l’impegno piuttosto che in una forma di completamento di un compito:
Troppe attività scolastiche vengono considerate finite quando un bambino completa l’attività. Conseguenza di ciò è che molti bambini imparano che la qualità del lavoro non è importante.
Alcuni bambini per esempio si affrettano in esercizi di scrittura, nel completare i disegni o le varie attività con scarsa attenzione nel colorare o nel ritagliare, ed in genere ricevono il più importante dei rinforzi per aver completato l’attività (perché hanno finito il lavoro!). Cercate invece il modo di premiare il bambino per il suo maggiore impegno.
Ogni volta che un bambino scrive una lettera in un esercizio di scrittura correttamente, dategli una stelletta per la lettera. Quando il bambino ha guadagnato 8 stelle, l’esercizio di scrittura è completato.
Questo potrebbe anche voler dire che il bambino ha completato solo un rigo del quaderno, o potrebbe volerci un secondo rigo per raggiungere le stelle sufficienti a finire. Se un bambino continua a tagliare oltre il tratteggio, toglietegli il disegno appena taglia fuori e dategli un nuovo disegno da cominciare a ritagliare.
Ci sono, naturalmente, molti altri fattori da considerare compreso quanto aiuto dovrebbe essere dato al bambino e quanto sia difficile l’attività, ma uno dei fattori più importanti è sicuramente di rinforzare costantemente la qualità del lavoro piuttosto che rinforzare sempre e solo il completamento del compito.
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2. Non contare troppo sull’aiuto delle immagini. Sebbene l’aiuto visivo possa essere utile in molte situazioni, non sono sempre le immagini la risposta giusta:
Molte volte i bambini possono imparare a seguire le routine imitando cosa stanno facendo gli altri bambini o anche avendo un altro bambino che inizialmente li aiuti. Queste strategie richiedono spesso molta programmazione e supervisione, ma hanno l’ulteriore beneficio di focalizzarsi su importanti abilità aggiuntive come l’imitare gli altri o imparare ad ascoltare i propri compagni.
Altre volte, si userà un aiuto visivo per ridurre un comportamento (per es. si potrà usare un’immagine di una bocca con un dito sopra per ricordare al bambino di stare in silenzio mentre l’insegnante spiega).
Sebbene queste immagini possano essere utili nel tempo come una battuta d’inizio per quel che si deve fare, spesso non sono sufficienti (o anche l’elemento più importante) per ridurre un comportamento. Il più delle volte occorre concentrarsi sulla funzione del comportamento, sui modi in cui gli antecedenti o le conseguenze al comportamento devono cambiare o su nuove abilità che possono essere insegnate.
Quando la risposta al problema comportamentale è il semplice uso di un suggerimento visivo, fate attenzione! Potrebbero esserci altri fattori da valutare.
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3. Smettere di dire al bambino cosa fare ed invece mostrargli che cosa fare o aiutare il bambino a farlo:
Spesso se un bambino sta mostrando delle difficoltà in un compito, le insegnanti arrivano e ripetono le istruzioni o anche riformulano la domanda. Il problema è che comprendere il linguaggio è un deficit per molti bambini con autismo, per cui comprendere un nuovo concetto o iniziare un’attività non è sempre facile.
Per esempio, era stato chiesto ad un bambino di fare un grafico che mostrasse quanti cubi per ogni colore avesse.
Il bambino non cominciò a lavorare immediatamente per cui l’insegnante si avvicinò per aiutarlo nell’attività. Spiegò il compito di nuovo e gli pose la domanda in questo modo: “quanti cubi rossi ci sono? Dov’è il numero 5 nel grafico? Cerca la tua matita rossa. Ora colora il numero”.
Sebbene il bambino potesse seguire ognuna di queste istruzioni, continuò ad aver bisogno di un altro adulto per continuare a lavorare. La situazione è cambiata quando un adulto cominciò semplicemente a fargli vedere cosa fare. Indicò la pila successiva di cubi e cominciò a contare, “uno, due, …” Il bambino contò il resto dei cubi.
L’adulto prese la matita e fece un segno sul grafico mentre ripeteva il numero che era stato contato. Passò poi la penna al bambino e disse “Colora”. Il bambino colorò quella sezione.
Avendo stabilito questa procedura base, l’adulto poté diminuire l’aiuto con il successivo set di cubi e il bambino fu completamente indipendente al successivo ancora. I bambini imparano più facilmente dal fare piuttosto che con una spiegazione verbale.
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4. Considerare una non-risposta come una interazione fallita e fare qualunque cosa per evitare che avvenga:
Le insegnanti spesso ripetono le domande più e più volte o smettono una interazione se il bambino non risponde. Questo è veramente naturale. Spesso sembra l’unica scelta. Dopo tutto, cosa fare se il bambino non dice “ciao” in risposta al vostro saluto?
Ma questo è anche insegnare al bambino che ignorarvi è accettabile. Nel trattamento comportamentale, l’obiettivo è che il bambino risponda con successo almeno l’80% delle volte. Questo significa che se un bambino ignora la domanda una volta, deve invece rispondere alle successive quattro.
Come ottenerlo?
Un modo è essere sicuri di usare efficacemente l’aiuto. Per esempio, se l’insegnante chiede ad un bambino di identificare un’immagine e il bambino non risponde, l’insegnante dovrebbe ripetere la domanda e cominciare la risposta per il bambino, “tarta…”, o anche dare l’intera risposta e dire “tartaruga”.
Al bambino non dovrebbe essere data l’opportunità di nominare l’immagine da solo, ma bisognerebbe dargli la più importante opportunità di imparare che cosa ci si aspetta che lui risponda quando gli viene fatta una domanda. Che cosa accade se un bambino non vuole dire nulla? In questo caso è necessario cambiare il tipo di risposta richiesto.
Per esempio, invece di chiedere al bambino il nome di un animale , dire al bambino “tocca la tartaruga” mentre gli mostriamo l’immagine. Aiutare di nuovo se è necessario in modo che l’insegnante abbia la certezza che il bambino risponda correttamente per l’ 80-100% delle volte.
Le insegnanti che nel breve termine fanno domande più facili, cambiano ciò che chiedono al bambino, e aiutano più frequentemente sono spesso sorprese da ciò che il bambino riuscirà a fare una volta che non sia più non-risponsivo.
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5. Rivedere, rivedere, rivedere:
I bambini con autismo non solo hanno bisogno che le varie abilità gli vengano sistematicamente spiegate, ma spesso occorre che queste stesse abilità vengano sistematicamente riviste. Includere il lavoro di revisione non solo consente di mantenere le abilità acquisite, ma è spesso utile per ottenere l’ulteriore beneficio di mantenere il bambino motivato permettendogli di lavorare su compiti più facili mentre sta lavorando a compiti nuovi e per lui più difficili.
Riesaminare il lavoro fatto dovrebbe essere monitorato in modo da praticarlo meno frequentemente (e solo quando il bambino continua a mostrare l’abilità).
Per esempio, un bambino che ha imparato ad identificare le monete dovrebbe inizialmente fare pratica ad identificarle almeno tre volte a settimana. Se continua a rispondere correttamente, si può passare a fargli ripetere le monete una o due volte a settimana, poi una settimana si ed una no, ed infine solo una volta al mese.
Alcune abilità, naturalmente, procederanno più velocemente rispetto ad altre e il tempo che intercorre tra le ripetizioni può essere allungato più velocemente.
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Buon lavoro.