L’INTENSIVE PARENTING (GENITORI INTENSIVI)
Essere genitori oggi è molto diverso da com’era solo una o due generazioni fa. Non solo perché il mondo intorno è cambiato, ma perché è cambiata l’idea stessa di genitorialità. Se un tempo si accettava con naturalezza che i bambini crescessero “da soli” in una comunità allargata, oggi sembra che ogni aspetto della loro vita debba essere programmato, supervisionato, ottimizzato. In questo scenario si inserisce un fenomeno socioculturale sempre più studiato: quello dell’Intensive Parenting, o genitorialità intensiva. L’INTENSIVE PARENTING
L’Intensive Parenting non è una semplice scelta educativa, ma un vero e proprio modello culturale interiorizzato, che sta trasformando il modo in cui i genitori si relazionano ai figli, con effetti visibili sulla scuola, sul benessere familiare e sullo sviluppo psicologico dei bambini. Comprenderlo non significa giudicare, ma aprire una riflessione critica su come stiamo crescendo le nuove generazioni. L’INTENSIVE PARENTING
COSA SI INTENDE PER INTENSIVE PARENTING
Con l’espressione Intensive Parenting si intende uno stile educativo in cui i genitori – in particolare le madri – si percepiscono totalmente responsabili del benessere psicologico, educativo e sociale dei figli. Questo implica non solo una presenza costante, ma anche un’intensa attività di monitoraggio, pianificazione e intervento nella vita del bambino.
Nel modello intensivo, il genitore non si limita ad accompagnare la crescita, ma si sente chiamato a costruire attivamente ogni fase dello sviluppo del figlio: dalle prime stimolazioni cognitive in età prescolare, fino alla scelta dell’università e oltre.
I figli, in questo contesto, non vengono più visti come individui che “crescono”, ma come progetti educativi da perfezionare, quasi come un investimento esistenziale da far fruttare.
LE ORIGINI E LE RAGIONI DI QUESTO MODELLO
Il modello dell’Intensive Parenting ha radici profonde, che affondano in vari fenomeni sociali e culturali:
1. La competizione sociale crescente
Viviamo in un’epoca in cui la competizione si è estesa a tutti gli ambiti della vita: scuola, sport, lavoro, relazioni. I genitori intensivi percepiscono il mondo esterno come ostile e iperselettivo, e si sentono moralmente obbligati a preparare i figli al successo. L’INTENSIVE PARENTING
2. La pressione del sapere esperto
Oggi ogni genitore è circondato da libri, blog, video, podcast e articoli che suggeriscono il modo “giusto” di crescere un figlio. Questo bombardamento di informazioni, invece di rassicurare, genera ansia e senso di inadeguatezza, spingendo molti genitori a “fare di più”.
3. La fragilità del supporto comunitario
A differenza del passato, le famiglie non sono più inserite in reti comunitarie solide. Il peso dell’educazione grava quasi esclusivamente su genitori e scuola, accentuando la sensazione di isolamento e la necessità di “compensare” con una presenza più intensa.
4. La cultura della performance
Anche la genitorialità è diventata una prestazione sociale. Si compete su tutto: il rendimento scolastico, le abilità sportive, le competenze linguistiche, perfino sulla qualità della merenda. I figli diventano il riflesso del successo o del fallimento educativo dei genitori.
COME SI COMPORTANO I GENITORI INTENSIVI
Nel quotidiano, i genitori intensivi si caratterizzano per una serie di atteggiamenti che – pur mossi da amore e dedizione – possono diventare disfunzionali: L’INTENSIVE PARENTING
- Controllo costante del tempo e delle attività dei figli, con agende settimanali fitte di impegni.
- Presenza continua durante lo studio, con suggerimenti, correzioni e affiancamenti non sempre richiesti.
- Interventi frequenti nella comunicazione con insegnanti o allenatori, per gestire ogni difficoltà o potenziale “ingiustizia”.
- Monitoraggio emotivo e cognitivo del figlio, con interpretazioni continue di ogni gesto, parola o comportamento.
- Aspettative elevate e continua preoccupazione per il futuro, anche a scapito del benessere nel presente.
Questi comportamenti, se vissuti in modo rigido e totalizzante, possono trasformare l’esperienza educativa in un’ansia da prestazione condivisa, che danneggia sia il genitore che il bambino.
LE CONSEGUENZE PER I FIGLI
1. Difficoltà nello sviluppo dell’autonomia
Quando ogni scelta, decisione o errore viene gestito in prima persona dai genitori, il bambino fatica a sviluppare la capacità di autoregolarsi, decidere e assumersi responsabilità. Questo può portare a fragilità nell’adolescenza e a dipendenze emotive nell’età adulta.
2. Ansia e paura del giudizio
In un contesto in cui tutto viene osservato e valutato, il bambino può interiorizzare un senso di pressione costante: teme di non essere all’altezza delle aspettative, ha paura di deludere, percepisce l’errore non come crescita ma come fallimento. L’INTENSIVE PARENTING
3. Difficoltà nel tollerare la frustrazione
Il genitore intensivo tende a rimuovere ogni ostacolo, “lisciando la strada” per il figlio. Ma senza ostacoli, non si impara a gestire la delusione, a ricominciare dopo una sconfitta, a sviluppare resilienza.
4. Identità fragile
I figli cresciuti in contesti fortemente controllati e orientati alla performance possono faticare a scoprire chi sono veramente: cosa desiderano, in cosa credono, cosa vogliono fare. L’identità viene costruita “per compiacere” e non “per essere”.
LE CONSEGUENZE PER I GENITORI
Anche i genitori pagano un prezzo alto:
- Esaurimento emotivo e mentale, perché “non ci si può mai fermare”.
- Senso di colpa per ogni errore del figlio, interpretato come fallimento personale.
- Isolamento sociale, per l’incapacità di uscire dal ruolo genitoriale e ritrovare sé stessi come persone.
- Conflitti familiari e di coppia, dovuti all’investimento unilaterale sulla genitorialità.
Spesso questi genitori sentono di non avere alternative, come se l’unico modo per essere “buoni genitori” fosse occupare ogni spazio, ogni tempo, ogni pensiero del figlio. L’INTENSIVE PARENTING
L’IMPATTO SULLA SCUOLA
Il modello dell’Intensive Parenting ha ricadute anche sull’ambiente scolastico:
- I docenti si trovano spesso sotto esame: ogni decisione è messa in discussione, ogni valutazione è oggetto di negoziazione.
- I bambini arrivano a scuola con un carico di aspettative e pressioni che mina la spontaneità dell’apprendere.
- La collaborazione scuola-famiglia rischia di trasformarsi in una gara di controllo, anziché in un’alleanza educativa.
Per gli insegnanti, ciò comporta una doppia sfida: gestire la complessità emotiva dei bambini e contenere l’ingerenza, spesso inconsapevole, delle famiglie.
VERSO UN MODELLO PIÙ SANO DI GENITORIALITÀ
Non si tratta di tornare a modelli autoritari o disinteressati, ma di trovare un equilibrio sostenibile tra presenza e libertà. Una genitorialità “sufficientemente buona”, che non controlla tutto, ma che sostiene, osserva, accompagna.
Alcuni principi chiave: L’INTENSIVE PARENTING
- Accetta che tuo figlio sbagli, fallisca, si annoi. Sono esperienze fondamentali per crescere.
- Riconosci i suoi bisogni, non i tuoi desideri su di lui.
- Dai fiducia, anche quando fa scelte che non condivideresti. L’INTENSIVE PARENTING
- Coltiva il tuo spazio personale. Un genitore che si prende cura di sé trasmette stabilità, non egoismo.
- Collabora con la scuola, riconoscendo il ruolo educativo degli insegnanti senza volerlo sostituire.







