7 REGOLE D’ORO PER EDUCARE I BAMBINI
Giovanni Bollea, uno dei padri fondatori della moderna neuropsichiatra italiana.
Il professor Bollea non è stato soltanto un grande scienziato. È stato colui che ha introdotto in Italia un modo diverso di guardare ai bambini e alla loro formazione emotiva e cognitiva.
A partire dagli anni Cinquanta, infatti, ha introdotto nel nostro Paese tutta una serie di profonde innovazioni nell’approccio alla neuropsichiatria infantile che mutuò dai pionieristici studi che aveva intrapreso durante il suo corso di specializzazione a Losanna. Bollea, infatti – si era laureato in Medicina nel 1938, a 24 anni e si era specializzato in malattie mentali -, introdusse per la prima volta la psicoanalisi, la psicoterapia di gruppo e il lavoro d’equipe nella storica clinica universitaria di Roma.
Fu poi fondatore e direttore dell’Istituto di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli a Roma e il primo presidente della Società italiana di neuropsichiatria infantile, nonché promotore di innumerevoli iniziative a favore dell’infanzia. (intro fonte giornale.it)
Ecco le sue 7 regole d’oro per educare i bambini:
1. Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.
2. Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini . I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.
4. Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.
5. Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.
6. Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
7. Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo . Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco.
Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.
GIOVANNI BOLLEA, neuropsichiatra infantile
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