BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI NEL FENOMENO?
In una situazione di bullismo sono sempre presenti tre diversi attori: il bullo, o i bulli, ovvero colui/coloro che attivamente pone in essere condotte aggressive; la vittima, il destinatario degli atti di prepotenza; e infine lo spettatore, o più spesso gli spettatori, cioè coloro che assistono senza prendere parte attiva alla prevaricazione.
BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI
IL BULLO
Il bullo è colui che attacca i più deboli, che li offende, li minaccia, li domina, li opprime, li prende a
schiaffi e pugni, che danneggia le loro cose e che mostra scarsa empatia nei confronti delle vittime.
Egli individua la vittima tra i compagni più fragili e mette in atto, di solito, i comportamenti di prevaricazione in luoghi o momenti in cui il rischio di essere scoperto dall’adulto è minimo; può inoltre contare sempre sugli amici silenti e sul supporto passivo dei compagni/spettatori. In realtà egli suscita nei pari emozioni e sentimenti contrastanti, come rabbia o ammirazione, timore o tolleranza, approvazione o disapprovazione, tuttavia il silenzio che caratterizza lo spettatore indipendentemente dalle motivazioni che vi sono alla base, non fa altro che rafforzare il potere del bullo. BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI
– Il bullo dominante può essere caratterizzato dal possedere una forza superiore rispetto alla media dei coetanei in generale, e della vittima in particolare; può essere irascibile e impulsivo, e spesso possiede scarse capacità di controllo degli impulsi e una bassa resistenza alle frustrazioni. In questi casi, il bisogno di dominio, potere e autoaffermazione si attestano su livelli molto alti; i comportamenti aggressivi, diretti sia verso i pari sia verso le figure adulte, e la violenza, assumo il significato di mezzi attraverso i quali acquisire prestigio o vantaggi.
Inoltre, l’indebolimento delle capacità empatiche e del conseguente repertorio delle abilità prosociali, rendono il bullo incapace tanto di comprendere lo stato d’animo della persona vittimizzata quanto di prefigurarsi le conseguenze delle condotte persecutorie intraprese; l’assenza di senso colpa diviene pertanto la base giustificatoria della vittimizzazione stessa: sarebbe infatti la vittima stessa responsabile delle angherie subìte. Spesso la popolarità di cui il bullo gode alimenta un’eccessiva autostima ed un’immagine del proprio sé alterata; dietro ciò si celano però frequentemente stati d’ansia o insicurezza.
BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI
In sintesi,
«il bullo dominante è contraddistinto […] da un modello reattivo-aggressivo associato, se maschio, alla forza fisica che suscitando popolarità, tende ad autorinforzarsi negativamente raggiungendo i propri obiettivi; oltre a prendere l’iniziativa nell’aggredire la vittima è anche capace di istigare altri compagni a farlo» (Filippi, 2007).
Quando a svolgere il ruolo del bullo è un individuo di sesso femminile, il motivo che sostanzia l’aggressione verso l’altro è spesso da rintracciarsi nella gelosia o nell’invidia.
La bulla infatti vittimizza coetanee che, sebbene apparentemente più deboli dal punto di vista fisico, rappresentano una minaccia –concreta o percepita– alla sua immagine di dominatrice, di “donna adulta” e di potere, in grado di gestire eventi e persone, e di decidere chi includere ed escludere dal gruppo dei pari; questa immagine di ragazza vincente trae forza anche dalla scelta di una “corte” di coetanee disposte a corroborare e sostenere questa sua visione iperbolica.
Si tratterebbe quindi di
«un nuovo tipo di femmina nella quale convivono i tratti di aggressività violenta tradizionalmente maschili ed i comportamenti (trasgressivi o rischiosi) fino a qualche anno fa tipici dell’adolescente maschio» (Guarino -Lancellotti –Serantoni, 2011).
– Il bullo gregario o passivo è un sostenitore e un mero esecutore del bullo dominante. Generalmente si tratta di un soggetto insicuro, con bassa autostima, e scarso rendimento scolastico, che agisce nel piccolo gruppo. Le azioni aggressive sono viste come il mezzo attraverso il quale ottenere visibilità presso i coetanei, colmando così la scarsa popolarità di cui egli gode. In altri termini,
BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI
«il bullo gregario subisce il fascino tanto del gruppo, quanto del capo gruppo, compie delle azioni che altrimenti non avrebbe mai neppure ipotizzato, senza dare mai particolare peso alle conseguenze delle stesse. Cerca l’approvazione del gruppo, dal quale riceve in cambio la forza di spingersi oltre ai propri limiti, dovuti a ragioni di natura caratteriale, fisica, educativa» (Greco, 2009).
LA VITTIMA
La vittima è colui che subisce: può presentare fragilità, bassi livelli di autostima o un’opinione negativa di sé stesso e spesso possiede caratteristiche caratteriali quali timidezza, introversione, insicurezza, o caratteristiche fisiche considerate come “difetti” o tratti che si discostano da quelli della maggioranza dei suoi coetanei. Il più delle volte la vittima è individuata dal bullo proprio perché presenta una di queste particolarità arrivando, nel peggiore dei casi, a sentirsi “diverso”, “sbagliato”, oppure a presentare sintomi psicosomatici che lo aiutano ad evitare il contesto scolastico percepito come minaccioso e pericoloso.
Le vittime giungono ad un’osservazione da parte dei professionisti della salute mentale in maniera certamente maggiore rispetto ai bulli, proprio perché rappresentano il polo della relazione all’apparenza più debole e che più risente delle suddette dinamiche.
Non per questo però sono da considerarsi come i più bisognosi di aiuto.
– La vittima passiva o sottomessa è generalmente un individuo fragile, timido, poco propenso a richiedere l’aiuto degli altri, caratterizzato spesso da scarsa autostima e da un’immagine negativa di sé e delle proprie competenze; la sua vulnerabilità costituisce un segnale per il bullo che per questo lo percepisce come un soggetto adatto a essere vittimizzato.
In altre parole, la vittima passiva è contraddistinta «da un modello reattivo ansioso e sottomesso […], è abitualmente non aggressiva e non prende in giro i compagni, ma può avere difficoltà ad affermarsi nel gruppo dei pari. […] solitamente vive una situazione d’isolamento e d’esclusione […] che la rende ancora più vulnerabile […]. È contraria all’uso della violenza e se maschio è più debole fisicamente rispetto alla media dei coetanei.
Dal punto di vista dei meccanismi psicologici correlati ad una condizione di vittimizzazione, alcuni studi hanno evidenziato nella vittima scarsa capacità di comportamento assertivo accompagnata da eccessiva passività» (Filippi, 2007) e da difficoltà di fronteggiamento delle situazioni aggressive sia mediante l’emissione di comportamenti di tipo difensivo-reattivo sia attraverso la formulazione di un’esplicita richiesta d’aiuto.
– La vittima provocatrice è un soggetto che con i propri comportamenti sollecita e orienta verso sé stesso le condotte dei bulli. Si tratta di persone, prevalentemente di sesso maschile, caratterizzate da bassi livelli di autostima e, per converso, da un elevato grado di ansia e di insicurezza; presenta spesso difficoltà di concentrazione, un’attività motoria eccessiva ed irrequietezza. In questa tipologia di vittima vi è quindi l’associazione del modello ansioso, tipico della vittima passiva, e del modello aggressivo, peculiare invece del bullo, in forza dei quali il soggetto provoca l’attacco che subisce e risponde con comportamenti aggressivi.
BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI
GLI SPETTATORI
Gli spettatori sono tutti coloro che assistono all’episodio di bullismo e che possono, con il loro comportamento, indirizzarlo e dar luogo a differenti esiti. Si distinguono infatti in tre categorie molto diverse tra loro.
– I sostenitori del bullo sono tutte quelle persone che con il loro comportamento agiscono da agenti di rinforzo sul bullo stesso; la dominanza di quest’ultimo è infatti rafforzata anche dall’ attenzione che egli è in grado di destare negli altri, inoltre «l’esercizio delle prepotenze fa sì che sia bullo che sostenitori rappresentino nel gruppo un polo d’attrazione. Il punto fondamentale è che l’elemento caratterizzante la rete dei rapporti dei bulli è l’avere come amici compagni prepotenti e non vittimizzati. Un fatto questo che sancisce la possibilità del bullo di contare sull’aiuto, il sostegno e quindi anche sulla comprensione» (Filippi, 2007) degli altri membri del gruppo in cui è inserito.
– I difensori della vittima sono quanti difendono la vittima prestando soccorso o offrendo consolazione e aiuto. La capacità di questi soggetti di opporsi in maniera concreta alle prevaricazioni, e dunque di mettere in atto comportamenti di tutela, sarebbe collegata al possesso di un elevato grado di autoefficacia sociale, «ossia le convinzioni circa le proprie capacità di intraprendere e mantenere relazioni sociali, di affermare le proprie opinioni e diritti» (Caprara -Scabini -Steca -Schwartz, 2011). BULLISMO: QUALI SONO I SOGGETTI COINVOLTI
– La maggioranza silenziosa identifica gli spettatori, cioè tutti coloro che ignorano o si astengono dal prendere parte, sia come difensori sia come sostenitori, alla situazione aggressiva; tuttavia proprio questo gruppo di persone rappresenta lo strumento più incisivo per ridurre la portata del bullismo. Infatti la mancanza di un’opposizione e l’adesione, da parte degli spettatori, ad una logica di omertà, tendono a legittimare i comportamenti prepotenti e incentivano la loro perpetuazione. Al contrario, la richiesta di aiuto ad un adulto, una posizione aperta contro i fatti di bullismo e l’inserimento della vittima nel gruppo rappresentano, invece, un forte segnale nei confronti del bullo, poiché verrebbero a rappresentare un segnale della caduta della sua popolarità.
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