COME SOSTENERE IL PERCORSO SCOLASTICO DI UN FIGLIO CON DSA
Capire per aiutare: il primo passo è la consapevolezza FIGLIO CON DSA
Quando un genitore scopre che il proprio figlio ha un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), spesso viene travolto da emozioni contrastanti: sollievo per aver finalmente dato un nome alle difficoltà, preoccupazione per il futuro, paura di non essere all’altezza del compito educativo. Eppure, il primo passo per aiutare concretamente è capire.
Un figlio con DSA non è un bambino pigro, svogliato o disattento. È un bambino che apprende in modo diverso, che ha bisogno di strumenti specifici, di tempi personalizzati, e soprattutto di adulti che credano in lui. La diagnosi non è un’etichetta, ma una bussola che guida verso un modo più efficace e rispettoso di fare scuola (e famiglia).
Conoscere i DSA: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia
I DSA non riguardano l’intelligenza. Al contrario, molti bambini con DSA sono molto creativi, intuitivi, brillanti. I principali disturbi riconosciuti sono: FIGLIO CON DSA
- Dislessia: difficoltà nella lettura (lenta, imprecisa).
- Disortografia: difficoltà nella scrittura ortografica.
- Disgrafia: difficoltà nella scrittura manuale.
- Discalculia: difficoltà nel calcolo e nel senso del numero.
Ogni disturbo ha manifestazioni diverse, e ogni bambino è unico. Per questo, l’approccio deve essere personalizzato, basato su una buona alleanza scuola-famiglia.
Il ruolo dei genitori: essere un sostegno, non un sostituto
Un errore comune è quello di trasformarsi in insegnanti in casa. I compiti diventano teatro di frustrazione e conflitto, con genitori che cercano di “spiegare meglio”, e figli che si chiudono in un muro emotivo.
Il compito del genitore, invece, è un altro: motivare, rassicurare, aiutare a organizzarsi. Non si tratta di risolvere ogni difficoltà, ma di rendere il bambino autonomo, fornendogli strumenti e strategie.
Ecco alcuni suggerimenti pratici: FIGLIO CON DSA
- Non sostituirti a lui nei compiti, ma aiutalo a pianificare.
- Fai sentire che sei dalla sua parte, anche quando sbaglia.
- Riconosci i suoi sforzi, non solo i risultati.
- Sostieni l’uso degli strumenti compensativi, senza vergogna.
- Comunica costantemente con gli insegnanti, senza accusare né difendere a priori.
Strumenti compensativi e misure dispensative: come usarli davvero
Un figlio con DSA ha diritto, secondo la legge 170/2010, a un PDP (Piano Didattico Personalizzato) che prevede:
- Strumenti compensativi: sintesi vocale, mappe concettuali, calcolatrice, tabelle, audiolibri, computer, ecc.
- Misure dispensative: riduzione dei compiti scritti, più tempo per le prove, interrogazioni programmate, ecc.
Ma attenzione: non è sufficiente “consegnare” gli strumenti. Bisogna insegnare a usarli con competenza, rendendoli parte di una strategia di studio.
Un bambino che impara a usare bene una mappa concettuale, o a studiare con un audiolibro, acquisisce sicurezza, si sente capace, si emancipa.
Il patto educativo con la scuola
Una buona relazione scuola-famiglia è la chiave del successo formativo. Per costruirla servono:
- Trasparenza: comunicare apertamente difficoltà e punti di forza.
- Collaborazione: partecipare agli incontri, dare continuità tra scuola e casa.
- Fiducia reciproca: evitare scontri, mantenere un clima costruttivo.
Spesso gli insegnanti non sono formati a sufficienza, ma sono disponibili ad accogliere suggerimenti. Offrire un punto di vista positivo, partecipare attivamente, proporre soluzioni può fare la differenza.
Gestire la fatica emotiva del figlio (e la propria)
I bambini con DSA vivono spesso sentimenti di frustrazione, inferiorità, ansia da prestazione. Anche i genitori possono sentirsi soli, inadeguati, giudicati. FIGLIO CON DSA
È fondamentale:
- Parlare delle emozioni, senza giudicarle.
- Normalizzare le difficoltà, evitando toni allarmistici.
- Cercare supporto, anche attraverso gruppi di genitori, psicologi dell’apprendimento, tutor.
Nessuno deve affrontare questo percorso da solo. Esistono reti, risorse, strumenti per non sentirsi più impotenti.
Costruire l’autostima di un figlio con DSA
Ogni bambino ha bisogno di sentirsi competente. Un figlio con DSA spesso accumula esperienze negative che minano la sua autostima. Il compito del genitore è nutrire la fiducia nelle sue potenzialità.
Come?
- Valorizzare i talenti, anche fuori dalla scuola.
- Non paragonarlo agli altri, ma solo a se stesso.
- Raccontare storie di persone di successo con DSA.
- Affidargli compiti reali, in cui possa riuscire.
Un bambino che si sente “bravo in qualcosa” sarà più disposto a mettersi alla prova anche dove ha difficoltà.
Una scuola su misura: è possibile FIGLIO CON DSA
In un sistema scolastico che tende ancora all’omologazione, parlare di inclusione reale è una sfida. Ma è possibile. Grazie al lavoro condiviso tra scuola e famiglia, alla formazione degli insegnanti, all’uso consapevole delle tecnologie, sempre più bambini con DSA riescono a vivere la scuola con successo e serenità.
L’obiettivo non è eliminare le difficoltà, ma creare condizioni favorevoli per affrontarle.
Crescere insieme
Sostenere un figlio con DSA non è solo una responsabilità educativa, ma un’opportunità di crescita condivisa. Significa imparare a guardare oltre l’errore, a misurare i successi con occhi nuovi, a educare alla resilienza.
Ogni giorno può essere una conquista, se si cammina insieme. Con rispetto, con pazienza, con fiducia.







