LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
La comunicazione aumentativa alternativa (CAA) 5, è il termine usato per descrivere tutte le modalità di comunicazione che possono facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura.
AUMENTATIVA: perché non sostituisce ma incrementa le possibilità comunicative naturali della persona;
ALTERNATIVA: perché utilizza modalità di comunicazione alternative alla parola: codici sostitutivi del sistema alfabetico (figure, disegni, simboli ecc.).
Attraverso la CAA, vengono create delle condizioni affinché il bambino abbia l’opportunità di comunicare in modo efficace, ovvero di tradurre il proprio pensiero in una serie di segni intelligibili per l’interlocutore. LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
Infatti a volte, noi crediamo di poter interpretare sempre correttamente i pensieri dei bambini, spesso però li precediamo nelle loro scelte e diamo un’interpretazione non necessariamente giusta. Fungiamo da canale comunicativo fra il bambino e il resto del mondo precludendogli la possibilità di essere una persona a sé capace di una identità propria staccata da noi. Specialmente nella socialità con i coetanei la comunicazione diventa uno strumento insostituibile, se esso è assente il bambino non potrà entrare in relazione con gli altri bambini e quindi crescere all’interno dell’ambiente sociale.
Un bambino che non parla viene molte volte giudicato come un bambino che non capisce, mentre ciò non è assolutamente vero. Cominciare fin da quando il bambino è piccolo a usare metodi alternativi è utile per evitare che vengano usati per troppo tempo mezzi di comunicazione propri della primissima infanzia: piangere per richiamare l’attenzione; urlare o fare i capricci per ottenere qualcosa ecc.
Spesso i bambini che non hanno la possibilità di parlare sfruttano questi metodi infantili anche da grandi perché sono gli unici che hanno a disposizione; questo naturalmente non li aiuta a crescere emotivamente e anche agli occhi degli altri restano sempre come bambini piccoli. L’osservazione e la valutazione sono due aspetti fondamentali in un lavoro di CAA, da effettuarsi sia all’inizio sia in itinere per monitorare il lavoro effettuato.
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
All’inizio si verifica se il soggetto presenta i prerequisiti di base.
Che sono:
La presenza di un SI/NO codificato e strutturato: bisogna saper esprimere il si e il no in modo differenziato tramite la comunicazione non verbale, ma anche deve saperlo esprimere contestualmente e consapevolmente;
La capacità di simbolizzazione: è necessario ci sia una rappresentazione interna delle proprie conoscenze, affinché il soggetto possa riconoscerle nei contenuti semantico/lessicali delle icone di un codice alternativo;
Un’intenzionalità comunicativa: deve emergere la necessità comunicativa da parte del soggetto anche se mediata dalla comunicazione non verbale.
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
La presenza del SI/NO è cruciale. La sua assenza o l’uso non corretto renderebbe ambiguo e inutile il lavoro. Perciò è necessario valutare se questa capacità è presente e a che livello.
1. sa effettuare un SI/NO codificato e strutturato;
2. sa effettuare un SI/NO codificato ma non strutturato;
3. sa agire il SI/NO in modo globale; 4. non sa agire il SI/NO.
Purtroppo non si può insegnare il SI/NO quando non è presente perché questa differenziazione nasce da un’elaborazione interna, il soggetto deve prima interiorizzare la funzione. Ricordiamoci una cosa importante che il nostro obiettivo non è di addestrare il disabile ma di orientarlo a riconoscere ciò che realmente vuole e se lo vuole.
Per quanto riguarda il secondo prerequisito in questo caso la valutazione riguarda:
1. il soggetto riconosce gli oggetti rappresentati;
2. il soggetto non riconosce gli oggetti rappresentati.
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
Infine il terzo prerequisito, lo si può valutare dal comportamento del soggetto stesso. I parametri che possiamo individuare sono:
1. il soggetto è partecipe in modo attivo e propositivo;
2. il soggetto è partecipe solo se motivato;
3. il soggetto è attento ma passivo, va sollecitato;
4. il soggetto è molto passivo presenza una scarsa o assente attenzione, oppure la sua iperattività gli impedisce di prestare attenzione alle relazioni.
Queste sono le basi da cui partire per stabilire un percorso ben delineato dove vengono coinvolte più persone (genitori, operatori, insegnanti), ed è importante ricordare che l’obiettivo principale, inizialmente, non è imparare a comunicare ma porre le basi per un futuro processo comunicativo consapevole.
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
Come scegliere i simboli e quali?
I mezzi che si possono usare per sostituire o incrementare il linguaggio possono essere diversi a seconda della gravità motoria e allo sviluppo cognitivo del bambino. Per bambini che hanno delle difficoltà motorie usare i simboli può essere un sistema molto efficace. Al bambino viene in pratica insegnato ad esprimere le sue scelte e i suoi pensieri attraverso delle immagini che rappresentano oggetti o concetti della vita . I simboli possono essere rappresentati da disegni, foto prese dai giornali, foto fatte da noi o da sistemi già predisposti come per esempio il “Picture Communication Symbols” il quale comprende 2400 simboli che spaziano dagli oggetti, ai sentimenti ecc.
Il PCS è al momento il sistema più diffuso ma ci sono altri sistemi più difficili da trovare in commercio come il BLISS, o il PIC… Può sembrare difficile insegnare ad un bambino che cos’è il concetto di simbolo e infatti solo la pratica può aiutarci: se il bambino sperimenta che indicare il bicchiere dell’acqua gli fa ottenere un vero bicchiere di acqua non ci metterà molto ad apprendere.
In certi casi in cui non sappiamo valutare il livello di comprensione del bambino possiamo fare qualche passo precedente all’uso dei simboli e cioè cominciare con proporre lo stesso oggetto reale per significare la scelta così useremo un vero bicchiere di acqua e un vero biscotto e chiederemo per esempio: “Vuoi bere o vuoi mangiare un biscotto?” Il passo successivo può essere l’uso di foto per poi arrivare alla rappresentazione grafica. Un esempio pratico:
Per permettere una scelta fra due pietanze può essere posta l’immagine o una foto e chiedere al bambino di indicare quale delle due vorrebbe per merenda. L’indicazione può essere fatta manualmente, se ci sono le capacità, o altrimenti anche attraverso lo sguardo. Diamo in questo modo al bambino la possibilità di essere protagonista della propria vita nello scegliere.
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA.
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