INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
L’integrazione degli alunni con disabilità rappresenta un compito essenziale del nostro sistema scolastico, in quanto concretizzazione reale di un chiaro valore sociale condiviso e applicazione di una precisa norma costituzionale in ordine al fondamentale principio di uguaglianza (art. 3). Non è peraltro un compito esclusivo della scuola, poiché al diritto allo studio (art. 34) che questa deve assicurare per tutti, si affiancano – nella tematica dell’integrazione – l’integrazione di tutti i servizi preposti a ciò (L. 104/92), con una complessità e una articolazione che esigono un’attenta considerazione da parte di tutti i soggetti coinvolti.
INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
La conoscenza di tutte le tematiche connesse all’integrazione dei servizi e lo sviluppo di procedure facilitanti rappresentano una modalità imprescindibile di lavoro.
Lo sforzo e l’impegno che vengono di conseguenza richiesti a dirigenti scolastici e a docenti nelle scuole per consentire l’effettiva integrazione degli alunni con handicap sono in continua crescita.
Mentre da una parte aumenta il coinvolgimento in prima linea del dirigente scolastico nell’ambito dell’organizzazione specifica all’interno dell’istituto, dall’altra deve sempre più raffinarsi la competenza in una didattica inclusiva in tutti i docenti, poiché proprio tale didattica rappresenta il fattore decisivo per l’integrazione dell’alunno disabile e conseguentemente per il suo sviluppo di persona.
INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
Realizzare una pedagogia inclusiva: inserimento, integrazione e inclusione
Nel nostro contesto nazionale, tre termini compaiono in sequenza sulla scena della riflessione pedagogica e scandiscono tre diverse fasi della storia della pedagogia speciale.
Il termine inserimento si riferisce alla presenza di alunni con disabilità nelle scuole comuni e si collega al riconoscimento di un diritto, quello che ciascuna persona ha di sentirsi uguale agli altri, portatrice degli stessi diritti e aspirazioni, quali che siano le condizioni bio-psico-fisiche, sociali e culturali. Il riconoscimento di questo diritto conduce alla scelta (agli inizi degli anni settanta) di chiudere con l’esperienza delle scuole e delle classi speciali e di accogliere gli alunni con disabilità nella scuola di tutti. INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
Il termine integrazione segna, nella nostra esperienza nazionale un importante passo avanti: non basta inserire nelle classi normali per garantire agli alunni con disabilità un’autentica accoglienza e una promozione delle potenzialità individuali. Si afferma la consapevolezza della necessità di agire sul piano organizzativo e didattico e la scuola deve modificarsi per accogliere.
Il termine inclusione è il più recente e coinvolge ciò che è interno e ciò che è esterno alla scuola. Per quanto riguarda l’aspetto interno della scuola, essa diventa inclusiva quando sa accogliere tutte le diversità e sa riformulare le proprie scelte organizzative , progettuali, metodologiche didattiche e logistiche. INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
Per ciò che è esterno alla scuola si richiedono collaborazioni e alleanze tra scuola, famiglia, servizi, istituzioni di vario tipo, associazionismo, mondo del lavoro, creando così una fitta rete di solidarietà garantita non solo volontaristicamente, ma sostenuta da politiche strutturate e da normative coerenti. L’inclusione rappresenta una disponibilità ad accogliere, è il riconoscimento del comune diritto alla diversità, una diversità che non si identifica solamente con la disabilità, ma comprende la molteplicità delle situazioni personali, così che è l’eterogeneità a divenire normalità.
Nei documenti dell’UNESCO (2000) viene attribuita grande importanza alla Pedagogia Inclusiva che poggia su quattro punti fondamentali:
– Tutti possono imparare;
– Ognuno è speciale;
– La diversità è un punto di forza;
– L’apprendimento si intensifica con la cooperazione sinergica tra insegnanti, genitori e comunità.
INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
Progettare l’inclusione: dall’integrazione all’inclusione.
INTEGRAZIONE: CLASSE + ALUNNO
– guarda al singolo
– è una situazione : considera gli alunni disabili
– si riferisce esclusivamente all’ambiente educativo
– interviene prima sul soggetto e poi sul contesto
– favorisce una risposta specialistica
– ha una finalità compensatoria (agisce sui “residui”)
INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
INCLUSIONE: CLASSE ALUNNO A, alunno B, Alunno C .
– guarda a tutti gli alunni e a tutte le loro potenzialità
– è un processo: considera tutti gli alunni
– si riferisce alla globalità delle sfere educativa, sociale e politica
– interviene prima sul contesto (ambiente) e poi sul soggetto
– favorisce una risposta ordinaria (non speciale)
– ha una finalità sociale: interazione tra tutti gli attori.
INSERIMENTO, INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE.
Prof.ssa Antonella Redavid Referente C.T.I.- Osimo
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