INSEGNANTE PEGGIORE, INSEGNANTE MIGLIORE, INSEGNANTE IDEALE
Credo che anche tu ne abbia spesso sentito parlare dell’insegnante ideale, magari attraverso aneddoti poco chiari e che con tutta probabilità non facevano riferimento alle ricerche che per davvero ne hanno definito i profili.
Possedere con chiarezza e precisione quali siano le caratteristiche assolutamente da evitare e quelle che dovresti possedere, sono fondamentali per orientarti in questa giungla di informazioni spesso sparse e frammentate.
Del resto, se devi avere un modello di “insegnante ideale” a cui ispirarti, meglio averne uno che ha delle ricerche scientifiche alle spalle e che senza ombra di dubbio ha prodotto i migliori risultati possibili. La ricerca che stai per leggere, in oltre, ti offrirà la possibilità di comprendere se stai facendo errori simili a quelli fatti dal modello “Insegnante peggiore“.
INSEGNANTE PEGGIORE, INSEGNANTE MIGLIORE, INSEGNANTE IDEALE
L’obiettivo principale del lavoro (Giampietro M., Daffi G., 2003) che qui viene presentato è stato quello di approfondire, andando a studiare con studenti delle scuole medie superiori di 1° e 2° grado, quali sono le caratteristiche che essi ritengono vadano ad identificare lo stile comunicativo dei loro insegnanti in classe.
Si è svolta dunque una ricerca al fine di esplorare la relazione tra la percezione dello stile comunicativo di alcuni insegnanti (italiano, matematica e tecnica) da parte di un campione di studenti delle scuola medie superiori di II grado e la percezione degli insegnanti stessi del proprio stile comunicativo; per fare ciò è stato messo a punto uno strumento, nella forma del questionario, che è stato utilizzato per sviluppare ricerche sull’argomento.
La prima fase della ricerca è stata effettuata attraverso l’utilizzo di focus group, coinvolgendo un campione di 40 soggetti, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni di due istituti superiori di Milano e provincia. Sono stati condotti quattro focus group, ognuno con 10 soggetti, nelle scuole frequentate dagli studenti.
Il campione è stato scelto tenendo in considerazione principalmente due caratteristiche: tipo di scuola frequentata (Ragioneria – 20 soggetti; ITIS – 20 soggetti) e classe di appartenenza (Biennio – 20 soggetti; Triennio – 20 soggetti).
Nei focus group si è articolata una discussione su come i docenti comunicano in classe. Si è puntato ad un confronto che andasse ad individuare una serie di espressioni, aggettivi, termini, proposizioni, che potessero definire, da parte degli studenti, le caratteristiche comunicative dei loro insegnanti, quali aspetti caratterizzano, o hanno caratterizzato, l’insegnante migliore e il peggiore incontrati durante la propria carriera scolastica. Alla fine gli studenti hanno compilato un profilo dell’insegnante ideale.
Dai resoconti analizzati sono emersi aspetti relativi alle modalità verbali e non verbali della comunicazione, alla personalità e alla didattica.
INSEGNANTE PEGGIORE, INSEGNANTE MIGLIORE, INSEGNANTE IDEALE
I risultati sono evidenziati nelle seguenti tabelle:
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Salve sono un`insegnante precaria di francese, mi piace avere un buon rapporto con gli alunni , a volte scherzo a volte sacrifico una lezione per discutere con loro se sorgono problemi.Spiego e rispiego finché non hanno capito e se si mostrano insofferenti verso qualche attività o argomento sospendo e cerco nuove strategie. Ma i problemi gravi nascono con i ragazzi difficili che fanno di tutto per impedirmi di lavorare serenamente e io cado nella loro rete perdo la calma urlo entro in panico la situazione peggiora e non riesco più a lavorare oppure lo ignoro lasciandolo correre mentre io mi dedico al resto della classe So che dovrei mantenere la calma ma a volte è veramente difficile. Grazie per l`aiuto che spero potrà darmi
Ciao Maria grazie per il commento. Innanzi tutto non devi preoccuparti di aver espresso la tua rabbia è del tutto normale di fronte a situazioni così complesse come quella di gestire una classe con al suo interno ragazzi difficili, quello che sento di dirti sono due semplici consigli. Il primo è quello di mirare al coinvolgimento dei ragazzi in questione, mirando ad abbassare il livello dei compiti affidategli, questo puoi realizzarlo facendo dei programmi di studio personalizzati semplicemente abbassando magari il livello di complessità dei compiti rendendogli la cosa più semplice (se sono occupati a svolgere attività non si annoieranno e dunque non saranno motivati a fare altro). La seconda potrebbe essere quella di differenziare la modalità didattica attraverso le nuove tecnologie magari, e rendendo il tutto (e per tutti) più interessante. Buon lavoro.