L’INDEX: uno strumento per l’inclusione
L’INDEX per l’inclusione è uno strumento per il miglioramento del contesto di apprendimento/insegnamento: una proposta per promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola in un’ottica inclusiva.
Il volume di Booth e Ainscow, pubblicato nel 2000 dal Centre for Studies on Inclusive Education (e diffuso in Italia dal 2008 con l’edizione di Davigo e Janes), è diventato negli anni un punto di riferimento in ambito internazionale per ciò che riguarda lo sviluppo della progettazione inclusiva nelle scuole .
La proposta dell’INDEX, frutto di differenti scuole di pensiero, è molto chiara: occorre abbandonare il riferimento ai Bisogni Educativi Speciali, che suggeriscono una visione della disabilità come problema che riguarda il singolo individuo, e sostituirlo con quello di ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione.
“Disabile non è l’individuo, ma la situazione che, non tenendo conto della pluralità di soggetti e delle loro caratteristiche specifiche, ne privilegia alcuni a scapito degli altri … l’INDEX interpreta le difficoltà non come problema del singolo, ma come ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione che possono «dipendere dal contesto educativo o sorgere dall’interazione degli alunni con l’ambiente, ossia con le persone, le regole, le istituzioni, le culture e le caratteristiche socioeconomiche che influenzano le loro vite.”
(L’INDEX per l’inclusione, 2008 – http://www.csie.org.uk/resources/translations/IndexItalian.pdf.)
È un grosso cambiamento di prospettiva, che assume un rilievo importante perché evidenzia che la disabilità è soprattutto il prodotto del contesto culturale in cui si opera. Se crediamo, quindi, che il problema da affrontare siano gli ostacoli all’apprendimento e alla piena partecipazione, appare evidente che vi sono molti alunni a rischio di esclusione.
In altri termini, l’inclusione non riguarderebbe solo gli alunni disabili o con determinate difficoltà di apprendimento , ma investirebbe ogni forma di esclusione che può avere origine da differenze culturali, etniche, socioeconomiche, di genere e sessuali.
Dobbiamo allora abbandonare i Bisogni Educativi Speciali?
Bisogna stare molto attenti. I curatori italiani dell’INDEX, Dovigo e Janes, evidenziano che la posizione degli autori in questo senso è piuttosto cauta. Anche se i concetti di BES e di integrazione appaiono per molti versi superati, occorre tenere presente che essi hanno costituito per anni lo strumento operativo degli interventi educativi nella scuola, e rimangono ancora oggi il quadro di riferimento portante da cui muoversi verso l’inclusione.
“Vista con gli occhi dell’Index, una classe non è più un insieme di alunni «normali» in cui è presente qualche alunno «speciale» (più o meno certificato). Al contrario, gli alunni «particolari» — perché stranieri di prima o seconda generazione, disabili, in condizioni socioeconomiche svantaggiate, dislessici, con problemi di attenzione, sofferenti per un disagio emotivo, socialmente isolati, fragili identità di genere o sessuale e così via — sono la larga maggioranza. Non solo: riusciamo anche a vederli come portatori di risorse.”
Molto interessanti sono anche i risvolti di questo approccio nei riguardi dei docenti.
“Lavorare con le differenze degli alunni significa inevitabilmente ammetterne l’esistenza anche tra gli insegnanti, e quindi dare un adeguato riconoscimento (economico e non solo) a chi più investe sul piano professionale, poiché tale investimento non può reggersi solo su una motivazione ideale sul piano personale. Al tempo stesso riconoscere le differenze significa entrare nel merito dell’apporto di ognuno, superando sia la grossolana classificazione tra docenti di «serie A» (curricolari) e «serie B» (sostegno), sia l’altrettanto opaco egualitarismo («i docenti sono tutti uguali»).”
L’INDEX propone in tal senso di allargare la nozione stessa di sostegno, invitando a vederla come «ogni attività che accresce la capacità da parte della scuola di rispondere alla diversità degli alunni».
In quest’ottica l’aiuto dato all’alunno certificato da un insegnante di sostegno diventa solo una parte di un più ampio lavoro di supporto che coinvolge tutta la classe, e che vede la partecipazione di tutti: docenti e alunni.
Il “sostegno” non riguarda solo l’alunno disabile:
“ … ogni alunno va seguito e supportato nel suo percorso di apprendimento tenendo conto delle differenze che lo caratterizzano da un punto di vista culturale, cognitivo, socioeconomico ecc. Per alcuni alunni ciò può richiedere l’intervento di personale aggiuntivo, ma ciò non deve far dimenticare che tutti gli alunni hanno bisogno di forme differenziate di sostegno nel loro percorso educativo. ”
Non solo. L’ INDEX sottolinea l’importanza di imparare anche a riconoscere che gli alunni sono una risorsa fondamentale per sviluppare autonomia e personalizzazione, nel momento in cui li mettiamo in condizione di fare comunità, di aiutarsi a vicenda in un’ottica non solo di competizione ma anche di cooperazione.
“Incoraggiare gli alunni a darsi sostegno reciproco sul piano personale e dell’apprendimento, a far circolare le conoscenze, a fare da mentore nei confronti di chi incontra difficoltà, diviene uno stile organizzativo e didattico basilare per costruire inclusione. Certamente attivare strategie diffuse di peer education richiede da parte dei dirigenti e dei docenti la capacità di delegare, di discutere, e anche di avere pazienza di fronte a processi che in alcuni momenti possono apparire faticosi, in cui a volte sembra di arretrare anziché avanzare, mentre lo spettro del programma da completare aleggia ansiosamente nell’aria. Tuttavia è un rischio che vale la pena di correre, se pensiamo che imparare a pensare, a decidere insieme, ad accogliere il punto di vista degli altri sia una dimensione irrinunciabile della nostra esperienza a scuola.”
• Ma come deve essere l’organizzazione dei diversi tipi di sostegno, sia all’interno che all’esterno della scuola in rapporto ai servizi esistenti?
• Quale deve essere il ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative?
• Quali sono le modalità attraverso cui è possibile sviluppare un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi?
Il testo cerca non solo di dare risposte a queste domande, ma la sua struttura portante è proprio costituita da elenchi di domande relative alle diverse aree interessate dalla progettazione inclusiva, proprio per sollecitare in chi legge una riflessione in grado di approfondire e rimettere in gioco i diversi punti di vista rispetto alla realtà scolastica.
Infatti, i miglioramenti che l’INDEX promuove comportano un investimento anche nella modificazione della progettazione curricolare , vista nella maggior parte dei casi
“come una sorta di astratto meccanismo di pianificazione e regolazione degli apprendimenti …. poco efficace in una prospettiva inclusiva”.
Per rimediare a ciò, il testo suggerisce a tutte le istituzioni scolastiche, per la progettazione del loro curricolo, anziché passare direttamente all’elenco dei contenuti da svolgere, di sviluppare prima una visione comune rispetto alle finalità del curricolo, a partire proprio dal riconoscimento dell’importanza delle differenze presenti tra gli alunni.
In altre parole, il lavoro dell’INDEX può aiutare gli operatori del mondo della scuola a capire l’importanza di dare spazio alle relazioni, alla collaborazione reciproca tra gli alunni, all’espressione delle differenze (culturali, cognitive, di genere, ecc.) come contributo all’arricchimento dell’esperienza formativa del singolo e della classe (o meglio del singolo nella classe) (Eisner, 1994).
Concordiamo con Dovigo e Janes nel considerare l’INDEX un testo ottimista, che crede sia effettivamente possibile realizzare una scuola migliore.
Pertanto ne consigliamo la lettura a tutti i docenti, perché può offrire dei preziosi suggerimenti sia per intraprendere un sentiero inclusivo … sia per continuare più speditamente la propria strada verso l’inclusione.
Materiali di studio e di approfondimento
• European Agency for Development in Special Needs Education “Profilo dei docenti inclusivi” 2012
• D. Schön, Il professionista riflessivo . Per una nuova epistemologia della pratica professionale. Bari 1993
• Capuano, Storace, Ventriglia, La didattica inclusiva . Quaderni della Ricerca, Loescher 2015
• Essere Docenti in Emilia-Romagna , 2013-14, Guida informativa per insegnanti neo- assunti”, TECNODID 2014 (LINK)
• MIUR, Sviluppo professionale e qualità della formazione in servizio, 2018
• M. Comoglio, La professionalità docente nella scuola del XXI° secolo, TO, 2004
• Cosimo G. e Verni G., Giovani e società del benessere. Il ruolo della scuola che promuove salute , 2008
Fonte: Lattes Editore qui
Approfondimento qui
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