COMUNICAZIONE IN CLASSE
Comunicazione in classe!
Sai che gli insegnanti utilizzano diversi stili per la comunicazione in classe per comunicare con i propri studenti e che questi sono stati già classificati tra quelli che offrono più risultati nell’apprendimento e quelli che ne offrono molto meno? Sapresti riconoscere il tuo stile comunicativo come insegnante?
No? Attraverso la lettura di questo articolo diventerai più consapevole dello stile comunicativo che adotti con più frequenza e ti renderai conto se è quello che ti sta dando più risultati o ti sta facendo fare più fatica del necessario.
Per fare questo andiamo a conoscere una serie di studi recenti sulla relazione insegnante – allievo raccolti sull’interessantissimo testo di Wubbels T., e Levy J.. In questa raccolta vi è la proposta di un modello di analisi degli stili comunicativi degli insegnanti degli autori Brekelmans M., Levy J. e Rodriguez R. che partono da un modello bipolare che individua due stili fondamentali: COMUNICAZIONE IN CLASSE,
COMUNICAZIONE IN CLASSE,
1. Stile di insegnamento direttivo, in cui c’è un controllo centralizzato, viene stimolata la competitività e si creano classi orientate al compito. COMUNICAZIONE IN CLASSE,
2. Stile non-direttivo, aperto, in cui si enfatizza il supporto, si usano tecniche innovative e si favorisce la flessibilità dei ruoli. COMUNICAZIONE IN CLASSE,
COMUNICAZIONE IN CLASSE,
DAGLI STUDI RISULTA CHE NELLA PERCEZIONE DA PARTE DEGLI STUDENTI DELLE VARIABILI CHE INFLUENZANO L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO, UN INDICATORE IMPORTANTE È DATO DALLO STILE COMUNICATIVO DEGLI INSEGNANTI.
COMUNICAZIONE IN CLASSE,
Attraverso la somministrazione di un questionario sulla percezione dello stile interpersonale dell’insegnante, Brekelmans M., Levy J. e Rodriguez R. hanno ottenuto ulteriori 8 profili di stili comunicativi diversi utilizzati dagli insegnanti con caratteristiche specifiche. Andiamoli a vedere, ricordando che tutti ne abbiamo uno: COMUNICAZIONE IN CLASSE,
COMUNICAZIONE IN CLASSE,
DIRETTIVO: caratterizza un ambiente di apprendimento ben strutturato e orientato al compito. L’insegnate direttivo è efficiente, completa le lezione in tempo, guida e domina le discussioni in classe e riesce generalmente ad ottenere l’interesse degli studenti. In genere non ha uno stile molto vicino agli studenti anche se, occasionalmente può dimostrasi amichevole e comprensivo. E’ lo stile di un docente che ha e richiede alte prestazioni e richiama continuamente che si è in classe per lavorare. Gli studenti che non sono attenti o non si comportano in maniera adeguata vengono “raddrizzati” subito.
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AUTOREVOLE: contraddistingue un atmosfera ben strutturata, orientata al compito ma piacevole. I ruoli e le procedure sono chiare. Gli studenti sono attenti, producono un buon lavoro, non c’è bisogno di ripetere le cose più volte. L’insegnate mostra entusiasmo ed è aperto alle richieste degli studenti; dimostra interesse per loro e questo “passa”attraverso la lezione. Alla lezione tradizionale di tipo frontale si affiancano anche altre tecniche e metodologie didattiche. Gli studenti considerano quello autorevole un buon insegnante.
TOLLERANTE E AUTOREVOLE: si inserisce nell’autorevolezza una buona dose di responsabilità e libertà date agli studenti. L’insegnante con questo stile usa diversi metodi a cui gli allievi rispondono positivamente; per esempio frequentemente organizza entro le lezioni gruppi di lavoro.
Il clima di classe assomiglia a quello caratterizzante il profilo precedente ma in questo caso l’insegnante sviluppa relazioni improntate ad una maggiore vicinanza con gli studenti. Questi sono coinvolti nelle lezioni e non è necessario richiamarli sempre alle regole. L’insegnante ignora le problematiche di secondaria importanza concentrandosi maggiormente sulla lezione. Gli studenti lavorano per raggiungere gli obiettivi didattici proposti senza lamentarsi in misura eccessiva.
TOLLERANTE: è uno stile sfaccettato e risente di una matrice culturale. Nei campioni analizzati (americano e tedesco) i punti di vista emersi appaiono diversi. Per gli studenti tedeschi l’insegnante tollerante favorisce un clima piacevole e supportivo, riesce ad armonizzare l’argomento di lavoro con gli stili personali di apprendimento degli studenti; crea un contesto di apprendimento in cui si lavora in tranquillità anche se a volte l’atmosfera in classe che si respira è di confusione. Gli studenti americani, invece, vedono l’insegnante tollerante come disorganizzato.
Le sue lezioni non sono preparate bene e non stimolano gli studenti. Sembra più interessato alle loro storie personali che alla prospettive didattiche. Uno studio specifico con gli insegnanti ha confermato che gli insegnanti americani preferiscono essere più dominanti, mentre i loro colleghi tedeschi sono più portati a dare maggiore responsabilità e libertà ai loro studenti.
INCERTO/TOLLERANTE: gli insegnanti con questo stile sono molto cooperativi ma non hanno molto “polso” nella classe. Le loro lezioni sono poco strutturate, gli argomenti presentati poco chiari e quindi non sono molto seguiti. Tali docenti generalmente tollerano il disordine e gli studenti non sono orientati al compito. Di solito solo quelli dei primi banchi sono attenti; è possibile che altri facciano altro (giocano, fanno altri compiti…) senza disturbare, tanto che vengono tranquillamente ignorati.
Le regole di comportamento sono arbitrarie, atteggiamenti inadeguati sono respinti debolmente e quindi le norme di condotta risultano inefficaci. Le aspettative del docente sull’apprendimento sono minime e più a breve che a lungo termine. Tra le parti in gioco si produce un equilibrio improduttivo tanto che ognuna delle parti in gioco sembra procedere indipendentemente dall’altra.
INCERTO/AGGRESSIVO: questo stile produce in classe un disordine di tipo aggressivo. Tra insegnanti e allievi c’è un rapporto costantemente conflittuale; i primi non riescono a gestire comportamenti provocatori e ad ottenere l’attenzione. Non esistono regole chiare e condivise, l’insegnante non riesce ad avere un atteggiamento equilibrato e lucido; cerca di tenere la classe ma le situazioni sfuggono al suo controllo, viene incolpato e non prova altre modalità di dialogo e confronto. La conseguenza è che si lavora male, in modo non proficuo e l’apprendimento ne risente.
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REPRESSIVO: è uno stile che struttura una classe docile ma poco coinvolta. Gli studenti seguono le regole e sono intimoriti dagli scatti di ira dell’insegnante che reagisce in maniera forte anche alla minima trasgressione. Si tratta di uno stile molto rigido; le lezioni sono strutturate ma la loro organizzazione non risulta soddisfacente. La lezione è di tipo frontale, si incoraggiano molto poco le domande e si dà poco aiuto agli studenti quando svolgono i compiti assegnati.
Gli allievi sono continuamente sotto sorveglianza, vedono repressa qualsiasi iniziativa che proviene da loro, mostrano apprensione e timore; il clima non è piacevole. L’insegnante è percepito come impaziente e “infelice”, di cattivo umore: il silenzio nella classe sembra la calma prima della tempesta.
STRESSATO/INEFFICACE: è lo stile di chi si impone con molta fatica per tenere la classe e mostra molta difficoltà a mantenere attiva l’attenzione per un periodo prolungato. L’insegnante dirige tutto l’interesse sui contenuti ma non trasmette calore in quello che fa. Il lavoro didattico si basa sulla comunicazione di conoscenze senza la sperimentazione di metodi alternativi. Il forte dispendio di energia impiegato nella gestione della classe fa si l’insegnante sembri a volte sull’orlo dell’esaurimento.
A tutto questo c’è da aggiungere che di solito ci si aspetta che ad uno stile piuttosto “animato” corrisponda una certa frequenza di gesti, determinati movimenti del corpo, espressività negli occhi e nel viso e che tu come insegnante non hai solo uno stile, ma puoi condividerne più di uno, puoi, ad esempio, comunicare con uno stile amichevole, attento, rilassato e serio.
Il tuo lo stile inoltre può essere influenzato da elementi quali il contesto, dal ruolo che stai ricoprendo e vi può essere un “mascheramento intenzionale” pertanto potresti deviare dal suo stile personale, che rimane comunque sufficientemente stabile, così da creare una certa stabilità nel tempo.
Adesso che conosci i diversi stili comunicativi classificati nella nostra professione e hai compreso sicuramente in quale tendenzialmente puoi inserirti, potrai se necessario, cambiarlo e migliorarlo, raggiungendone magari uno più efficace.
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