CHE COSA È LA FLIPPED CLASSROOM?
Devi sapere che la Flipped classroom è un modo di fare didattica che vede l’uso delle tecnologie didattiche come protagoniste e attraverso queste inverte il tradizionale schema di insegnamento/apprendimento e di conseguenza il rapporto docente/alunno ed ecco svelato da dove derivi il suo nome, letteralmente “Classe capovolta“. FLIPPED CLASSROOM
I vari materiali e i diversi percorsi educativi proposti dal docente vengono messi a disposizione degli alunni all’interno di un “ambiente virtuale” creato per il gruppo gruppo classe in piattaforme digitali (possibilmente reperibili anche attraverso la rete) e messi a disposizione in differenti formati e linguaggi digitali anche molto differenti tra di loro, ad esempio una stessa lezione di storia verrà messa a disposizione del gruppo classe sia in forma scritto sia magari in formati audio e video.
Questi materiali possono essere approfonditi dagli studenti da soli o in gruppo “fuori dalla classe” a casa, in biblioteca o in altri luoghi di aggregazione informale.
Mentre in classe con l’insegnante i contenuti “appresi” attraverso la tecnologia diventano oggetto di attività cooperative mirate a “mettere in movimento” le conoscenze acquisite.
Capisci bene che in questa prospettiva la classe non è più il luogo di trasmissione delle nozioni ma lo spazio di lavoro e discussione dove si impara ad utilizzarle nel confronto con i pari e con l’insegnante.
Il docente, infatti, una volta scelto un tema da approfondire, e caricato il materiale relativo sulla una piattaforma di elearning, indica allo studente quali temi e contenuti studiare o approfondire nei giorni precedenti l’attività in classe dedicata a quel tema. In questo modo si realizza l’inversione del setting tradizionale e si può parlare di flipped classroom appunto.
Questa metodologia didattica ha origine nel mondo anglosassone – da sempre più attento alla didattica laboratoriale e “per esperienza” – e si è diffuso, in particolare negli Stati Uniti, dove già da anni le classi sono infrastrutturate digitalmente e si utilizzano sistemi di elarning basati su sistemi di classi virtuali. FLIPPED CLASSROOM
COME SI SVOLGE IL PROCESSO DIDATTICO NEL SETTING DELLA FLIPPED CLASSROOM?
Gli insegnanti predispongono i materiali di approfondimento all’interno del Virtual Learning Environmet (Ambiente virtuale di appredimento) adottato dall’Istituto scolastico.
Gli studenti approfondiscono prima della lezione, a casa, il tema proposto, in modo da liberare il tempo della vecchia lezione frontale trasmissiva e utilizzarlo per realizzare una serie di esperienze di apprendimento attivo che si svolgono generalmente in piccolo gruppo.
Questa idea della classe “capovolta” (da to flip, capovolgere), oltre che negli USA sta acquistando sempre maggiore popolarità e credibilità anche negli ambienti educativi europei in particolare nel Nord Europa.
Concretamente si può dire che la classe diventa, il luogo in cui lavorare secondo il metodo del problem solving cooperativo a trovare soluzione a problemi, discutere, e realizzare con l’aiuto dell'”insegnante coach” attività di tipo laboratoriale ed “esperimenti didattici” (reali o virtuali) di attivazione delle conoscenze. FLIPPED CLASSROOM
Non si tratta di un innovazione radicale dal punto di vista metodologico, ma di una applicazione abilitata dalle tecnologie, dell’apprendere attraverso il fare (learning by doing).
In questo modo, inoltre, vengono valorizzati i nuovi stili di apprendimento degli studenti che sono ormai “nativi digitali” e diviene molto più semplice personalizzare gli apprendimenti, disegnando all’interno dell’ambiente virtuale di apprendimento percorsi didattici specifici per singoli o gruppi con bisogni o esigenze particolari.
L’aspetto più interessante di questa metodologia è il fatto che l’intero setting didattico viene rivisto nell’ottica di massimizzare una risorsa che sempre di più scarseggia nella scuola: il tempo dell’insegnante.
Insomma, vi sono due livelli di “inversione” del setting didattico:
1. Il primo riguarda il fatto che le tecnologie digitali, attraverso l’utilizzo di ambienti web di apprendimento cooperativo permettono di spostare “fuori dall’aula in presenza” una serie di attività di tipo nozionistico liberando il tempo dell’insegnate per seguire più direttamente i problemi di apprendimento degli studenti.
2. Il secondo consiste nella possibilità di generare all’interno dell’aula, in particolare attraverso il lavoro di gruppo cooperativo, una nuova metodologia attiva di apprendimento che trasforma la classe in un piccola “comunità di ricerca”. FLIPPED CLASSROOM
L’interazione docente/studente si trasforma radicalmente dal momento che si riduce molto il tempo della “lezione frontale” e aumenta proporzionalmente il tempo dedicato al problem solving cooperativo, al monitoraggio e al supporto del lavoro degli studenti, così come quello dedicato alla “revisione razionale” collettiva dei risultati dei lavori di gruppo.
Ovviamente questa trasformazione del setting didattico cambia profondamente il ruolo del docente, ma certamente lo “aumenta” non lo diminuisce affatto.
Il docente, infatti, da esperto disciplinare e “erogatore” di contenuti e valutazioni si trasformerà, come abbiamo accennato più sopra, in una figura che integra più competenze, ovviamente quelle disciplinari, ma anche quelle di un metodologo didattico esperto di tecnologie digitali, così come quelle di tutoraggio, coaching e mentoring (in presenza e on-line) dei suoi studenti.
È infatti, insieme un progettista didattico che allestisce il setting didattico/tecnologico e programma le attività degli studenti in presenza e on-line, un esperto di contenuti disciplinari e nello stesso tempo deve divenire una guida, un sostegno alla costruzione della conoscenza collaborativa da parte degli allievi. FLIPPED CLASSROOM
Funge, quindi, da stimolo per favorire un’elaborazione personale e collettiva delle attività di gruppo e per favorire un “apprendimento significativo”.
Aiuta, cioè, gli studenti a sviluppare metodologie e pratiche di studio che consentano loro di acquisire competenze reali di gestione dei contenuti e non mere nozioni.
In questo processo, come ovvio, cambia anche il ruolo dello studente, che diviene decisamente più attivo.
Lo studente con l’adozione di questo tipo metodologie didattiche innovative diviene sempre più protagonista del processo apprendimento, e soprattutto si responsabilizza maggiormente, anche grazie alla collaborazione con i pari, rispetto ai progressi o alle difficoltà che incontra durante lo studio. FLIPPED CLASSROOM
Si tratta di una “transizione” non semplice soprattutto per gli insegnanti che spesso non hanno sufficiente formazione e quindi sufficienti competenza sia tecnologiche che metodologiche per attuare questo cambiamento.
FLIPPED CLASSROOM
Per gli studenti non si tratta di una novità: sono nativi digitali dunque ben predisposti all’utilizzo delle nuove tecnologie. Per loro gli strumenti digitali, consolle per videogiochi, smartphone e tablet sono strumenti di uso quotidiano.
Il problema per l’insegnante e tutta l’istituzione formativa è quello di valorizzare le competenze di utilizzo delle tecnologie digitali che hanno acquisito nell’informale e nella socializzazione tra pari.
Si tratta di trasformare la loro naturale fluency tecnologica in uno strumento per veicolare “apprendimenti significativi”, avendo sempre ben presente che “apprendere” non è “giocare” e che la fatica dell‟apprendimento non può essere eliminata dall’utilizzo di device tecnologici.
La sfida è quella di declinare le abilità e le competenze tecnologiche di cui sono già portatori, mettendole al servizio della didattica e dell’apprendimento.
Ti lascio con questo video semplice ed esplicativo sull’argomento.
RISORSE CONSIGLIATE PER TE: 5 STRATEGIE DIDATTICHE CHE FORSE NON CONOSCI.
Se hai voglia di confrontarti con me contattami pure sulla mia pagina Facebook: DIDATTICA PERSUASIVA.
BUON LAVORO!
Bell’articolo ricco ed interessante!
Addio agli insegnanti, tutto sarà gestito da un PC e si potrà benissimo rimanere a casa propria! Poi però non ci si dovrà lamentare se i ragazzi saranno sempre più soli ed isolati, deviati e con molti problemi psichici; senza zaino sì (ma di questo ad oggi penso non sia morto nessuno?!) ma anche senza VISTA e VALORI SOCIALI, ma sopratutto affettivi, io un studente proveniente dai Paesi Nordici non lo cambierei mai per uno del Sud, che ha molta più inventiva e dona molto più CALORE! Si va verso l’Uomo CHINUS (a testa in giù) che sostituirà l’Uomo Erectus! Il problem solving cooperativo, tramite l’Insegnante Coach, NON E’ UNA GIUSTA SOLUZIONE!
Ciao Giuseppe grazie per il tuo commento e per la tua opinione rispetto al mio articolo, devo dire che sono riflessioni anche mie. Un saluto.
Quello che si prospetta NON ha niente a che vedere con la “parola” SCUOLA, xké trattasi di QUIZ, che non rispettano l’indole naturale degli alunni: nei tempi e nei modi d’espletamento. Quella che si prospetta chiamasi VISIERA o PARA OCCHI!