DISTURBI DA COMPORTAMENTO DIROMPENTE
La presenza in classe di diverse tipologie di alunni che richiedono particolare cura educativa certamente hanno rappresentato una sfida per te. Ma se rispetto ai disturbi o difficoltà di apprendimento probabilmente senti di avere degli strumenti di intervento (riduzione degli obiettivi, metodologie facilitanti, strumenti compensative), i disturbi del comportamento molto spesso mettono più crisi la nostra identità professionale da docente, e si ha l’impressione di non avere a disposizione strategie che diano garanzia di successo.
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Diciamo subito che spesso,
I disturbi del comportamento pregiudicano la qualità dell’interazione insegnante-alunno, non solo, ma possono pregiudicare anche la relazione tra l’insegnante e l’intera classe.
DISTURBI DA COMPORTAMENTO DIROMPENTE,
Dunque vale la pena approfondire questo argomento per non farsi trovare impreparati e avere le basi per poter, sin da subito, riconoscere che cosa abbiamo di fronte a noi.
Infatti l’alunno instabile, iperattivo, insofferente alle regole, provocatorio, oppositivo, aggressivo, condiziona pesantemente il clima della classe, ha il potere di esasperarti, creando in noi reazioni di evitamento e contraggressione da parte dei suoi compagni, protezione da parte delle famiglie dei compagni, che accusano la scuola di non saper tutelare abbastanza i loro figli.
Tali condizioni generano pensieri di insicurezza professionale e di scarsa efficacia, spesso ci si rende conto di non riuscire a tenere sotto controllo la situazione, di non ottenere rispetto da parte dell’alunno difficile e di conseguenza si sente di perdere credibilità agli occhi dell’intera classe.
Quasi sempre siamo soli davanti al problema, in quanto il disturbo del comportamento raramente configura il diritto ad avvalersi dell’insegnante di sostegno, cosa che invece capita più di frequente se siamo in presenza di un ritardo cognitivo.
Capita che si senta il bisogno di aiuto, e si chieda un intervento d’autorità da parte del dirigente scolastico; ma il ricorso a censure esterne, se reiterato, può diventare un autogol da parte nostra e sancire, anche agli occhi degli alunni, la nostra incapacità di gestire autonomamente la situazione.
Ti sarà certamente capitato di avvertire che il tempo speso a cercare di riportare all’ordine la condizione della classe viene sottratto all’insegnamento: non riuscendo più a far lezione, ne risente così la qualità del processo di apprendimento dell’intera classe.
Ecco che una difficoltà che originariamente non nasceva nel contesto dell’apprendimento, finisce per ricadervi, assommando problema a problema.
È evidente che prendersi cura di bambini e ragazzi con problemi di comportamento è molto difficile: sono causa di stanchezza, scoraggiamento e di frustrazione per chiunque cerchi in qualche modo di instaurare con loro un rapporto.
Insieme ai genitori possiamo essere tentati di gettare la spugna, oppure – soprattutto nel caso dei genitori – possono essere spinti a negare il problema e ad assuefarsi progressivamente a tollerare livelli di comportamento inadeguato assolutamente inaccettabili, oppure al contrario venire coinvolti in cortocircuiti contro-aggressivi con perdita del controllo che portano ad un inasprimento ulteriore del problema.
Devi sapere che le difficoltà di comportamento e di relazione costituiscono una galassia di condizioni che vanno dall’eccessiva vivacità all’antisocialità vera e propria.
Una vivacità intensa, pervasiva, che va ben oltre i livelli fisiologici e che pregiudica il buon adattamento del bambino o del ragazzo e si accompagna a patologie relazionali più o meno serie può invece prefigurare un disturbo, che richiede di essere riconosciuto e affrontato con idonei strumenti.
La neuropsichiatria infantile parla di disturbi da comportamento dirompente per segnalare quelle condizioni, spesso tra loro associate, che sono caratterizzate da una sintomatologia comportamentale seria con conseguenze rilevanti sulla qualità della vita e delle relazioni del soggetto.
Non si tratta di effetti causati da un deficit cognitivo: al contrario, spesso i bambini o ragazzi che presentano questi disturbi del comportamento hanno intelligenza normale se non addirittura brillante. Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) classifica queste condizioni entro la medesima categoria sia pure con codici diversi.
Solo per semplicità di analisi ti affronto queste condizioni una per una, ma spesso i tratti sono compresenti, con diversi livelli di intensità.
L’INSIEME DEI DISTURBI DA COMPORTAMENTO DIROMPENTE
1. Una vivacità anormalmente intensa, caratterizzata da impulsività e inattenzione, viene identificata come ADHD, o sindrome da deficit di attenzione, che spesso si accompagna l’iperattività. Il comportamento disturbato deve essere presente in tutti i contesti (pervasivo) ed essere tale da pregiudicare il buon adattamento del bambino.
L’esordio è prima della scolarizzazione, anche se è proprio con l’ingresso a scuola, quando il disturbo impatta con le maggiori richieste di autocontrollo, che si rende più evidente.
2. Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) si riconosce in bambini che esibiscono un’intensità di rabbia persistente ed inappropriata rispetto al loro livello evolutivo, irritabilità, comportamenti provocatori e oppositività, che causano menomazioni nell’adattamento e nella funzionalità sociale.
I sintomi devono persistere per 6 mesi. Questo disturbo può rappresentare un’evoluzione negativa di un pregresso ADHD. Una storia precoce di DOP è spesso presente in bambini che vengono successivamente diagnosticati con Disturbo della Condotta (DC).
Il DOP emerge solitamente in maniera precoce (di solito intorno ai 6 anni), ma ci sono situazioni che vengono riconosciute come DOP anche in età preadolescenziale.
3. I disturbi della condotta (DC) hanno esordio intorno ai 9 anni ed esprimono una condizione molto grave. Sono piuttosto resistenti al trattamento e rischiano di portare il soggetto ad un disturbo antisociale della personalità, comportano quindi un alto costo sociale.
Oltre ai tratti caratteristici in generale dei disturbi del comportamento, si evidenzia tendenza alla violenza, aggressività fisica, crudeltà (verso animali o persone), indifferenza affettiva, furti, fughe, distruzione di oggetti altrui.
4. Il disturbo antisociale della personalità è una grave condizione del giovane o dell’adulto,definita anche sociopatia. Tutti i tratti dei disturbi della condotta sono qui presenti alla massima intensità; il soggetto tende a delinquere e ad esercitare violenza su persone e cose.
Se hai avuto modo di fare esperienza con bambini e ragazzi con ADHD o con DOP avrai notato come facilmente mettono in atto comportamenti di prepotenza ripetuta e vittimizzazione di compagni più deboli,con il supporto del gruppo dei pari che agisce da supporto o al più da spettatore silenzioso.
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Quando ripetutamente un soggetto esercita prepotenza e prevaricazione su uno o più compagni più deboli, che ne risulta fortemente umiliato e sofferente, siamo in presenza di un fenomeno definito bullismo.
A seconda dell’età di insorgenza del problema, dell’intensità e della tipologia delle funzioni interessate o compromesse, possiamo situare queste diverse condizioni di disturbo da comportamento dirompente in un continuum che, potremmo semplificare così:
Lo schema non ha la pretesa di essere esaustivo, ma può offrire un riferimento utile per situare le diverse gradazioni di disturbo del comportamento dirompente.
UNA CARATTERISTICA COMUNE A TUTTI I DISTURBI DA COMPORTAMENTO
DIROMPENTE È UNA DUPLICE DIFFICOLTÀ:
– NEL CONTROLLO DELLE EMOZIONI
– NELL’AUTOREGOLAZIONE DEI COMPORTAMENTI
Ne conseguono azioni che violano i diritti e l’incolumità altrui e sono in conflitto con le comuni norme della società.
La componente affettiva appare particolarmente problematica, può manifestarsi in un’apparente indifferenza empatica fino quasi all’anedonia, incapacità di rendersi conto degli effetti delle proprie azioni sui sentimenti altrui e di capire/gestire i propri.
Questo tratto distintivo rappresenta addirittura uno degli elementi chiave per la diagnosi di disturbo da comportamento dirompente.
L’aggressività è un altro tratto quasi sempre molto presente, sia sotto l’aspetto della tendenza a prevaricare “calcolata” per ottenere un vantaggio (il possesso di un oggetto o il dominio di una persona), sia sotto l’aspetto dell’impulsività con alto livello di agitazione, spesso associata a situazioni provocanti esterne, reali o vissute come tali.
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L’origine di questi disturbi (eziologia) è certamente complessa e multifattoriale. Gli studiosi concordano nel riconoscere come base una predisposizione genetica, una sorta di “fragilità” di alcune aree neurologiche che sovrintendono al controllo dell’emotività e dei processi delle condotte.
Tale condizione neurobiologica è dimostrata sia da studi scientifici di tipo neurofisiologico sia dall’evidenza che esiste una “familiarità”: il disturbo è più frequente se ci sono già altri casi in famiglia.
L’autoregolazione poco efficace viene modulata poi dagli eventi esperienziali, cioè dall’ambiente.
Teniamo a mente che:
Un’educazione incoerente, o eccessivamente rigida o, al contrario eccessivamente permissiva, può esasperare il problema; un ambiente “regolante” può contenerlo fino a renderlo impercettibile.
E’ quindi l’interazione tra dato soggettivo e contesto ambientale a determinare l’espressività del disturbo del comportamento.
Questo è importante saperlo perché:
– Non è “colpa” esclusivamente della famiglia, colpevolizzare non serve, anzi può generare chiusura per autodifesa e reazioni di “contro-colpevolizzazione” (es. la famiglia si sente colpevolizzata dalla scuola e a sua volta colpevolizza gli insegnanti che “non sanno prendere” il bambino).
– Un buon intervento educativo può modificare l’espressività del disturbo, contenendone le manifestazioni.
E’ importante che tutti ne siano convinti: l’intervento psicoeducativo è l’unico veramente efficace nei tempi lunghi.
L’identificazione precoce dei bambini a rischio di manifestare un disturbo da comportamento dirompente consente di mettere in atto tempestivamente un percorso terapeutico che prevede la messa in atto di numerosi interventi, di cui ci occuperemo nei prossimi articoli.
Passiamo prima di tutto in rassegna le condizioni di disturbo da comportamento dirompente più diffuse in età scolare, che ti troverai inevitabilmente a dover fronteggiare nel tuo percorso professionale: il DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ’ e il DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO.
Se hai voglia di confrontarti con me contattami pure sulla mia pagina Facebook:
IO SONO DALL’ALTRA PARTE DELLA RETE.
L’insegnante davanti ai problemi cognitivi si rimbocca le maniche e cerca in ogni modo le strategie per far procedere l’alunno. Davanti ai problemi comportamentali è tutto più difficile. Qui occorre il sostegno all’insegnante per individuare la strada migliore da seguire.sia per il bambino sia per tutti gli altri scolari .
Esattamente Mariella ottima analisi.
e difatti è previsto dalla normativa sull’adhd la consulenza sistematica agli insegnanti come parte integrante della terapia. 5° raccomandazione linee guida SINPIA recepito dal protocollo diagnostico e terapeutico dell’adhd, Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale serie gen. n.95 del 24-04-2007.
Grazie per l’intervento Guglielmina esplicativo sarà sicuramente d’aiuto agli utenti del blog. A presto
Sono Educatrice in una scuola primaria,seguo dalla seconda elementare un bambino che presenta le caratteristiche descritte. Fin dslla prima (non aveva educatore ne sostegno)ha manifestato grosse difficoltá nell’accettare le routines e le regole scolastiche mostrando atteggiamenti fortemente oppositivi (pianti,fughe…ecc).
Dalla seconda le insegnanti hanno ottenutonil sostegno.
Quello che a mio parere rende più difficoltoso il percorso di aiuto sono elrmenti cone:tempistiche lunghe di “dichiarazione” del problrma e richiesta intervento specifico (di supporto agli insegnant e ai genitori e di guida).
Impotenza e frustrazione prendono spesso il sopravvento e passano gli anni ad arrancare tra ipotesi senza avere un riferimento di tipo professionale (formazione specifica,esperti a supporto).
In questo clima spesso caotico e di improvvisazione educativa si susseguono messaggi poco coerenti al bambino e alla famiglia e la situazione peggiora fino spesso a degenerare.
Il succo: manca la formazione specifica che aiuti gli insegnanti ad affrontare con maggiore consapevolezsa e meno paura queste situazioni (frequenti nella scuola primaria)
Sono d’accordo da quanto le scritto, h centrato in pieno la questione. Spero che l’articolo le sia stato d’aiuto. A presto.
salve, mi chiedevo se è possibile che un disturbo come questo possa manifestarsi prevalentemente a scuola e quasi per niente a casa, stando a quanto riferisce un genitore del minore coinvolto.
Ciao Lorenza, no, non è possibile, possiamo dire che gli esordi più eclatanti sicuramente hanno una buona probabilità di presentarsi in ambienti altamente socializzanti come la scuola, dove le interazioni tra pari sono più frequenti e possono diventare più conflittuali. La famiglia, con tutta probabilità ha un solo figlio, dunque nessun metro di misura per definire ciò che è “normale” da ciò che è paragonabile a un disturbo, dunque definisco nella norma ciò che nella norma non lo è. Spero di esserti stato d’aiuto, a presto.
Mi chiedevo se, nell’ottica della prevenzione, si può parlare di adhd all’inizio della scuola dell’infanzia….
Ciao Roberta scusa tantissimo il ritardo ma ero fuori paese, dunque per la tua domanda; c’è da dire che l’identificazione come diagnosi del disturbo avviene dai 7 anni poichè a quell’età è di difficile distinzione fra segni iniziali di una situazione problematica e le caratteristiche di immaturità proprie del bambino, anche perchè vi sono attualmente pochi contributi e ricerche internazionali relativi
all‘individuazione del DDAI nelle prime fasi del suo manifestarsi (età prescolare). Buone cose.
io seguo un bambino con sviluppo del linguaggio e ipocausia bilaterale con apparecchio acustico bilaterale che proviene dalla scuola dell’infanzia ha un disturbo oppositivo a scuola disturba gli altri che lavorano in classe non fa le schede lancia gli oggetti e da pugni.
Non cosa devo fare ?
Buon giorno Maria ci sono altri articoli inerenti a questi disturbi li vada a trovare su questo Blog, spero le siano utili, Buona giornata.
Facile a scrivere che non serve il sostegno…vorrei vedere loro. Sola in classe con altri 23 bimbi di 4 anni e uno che picchia, lancia oggetti, si mette continuamente in pericolo e scappa dalla classe. Io ormai faccio solo sorveglianza.