Lo studio delle differenze individuali di apprendimento si basa sul presupposto che ciascun soggetto è caratterizzato da uno stile cognitivo – o di apprendimento o tipo di intelligenza – preferito.
Questi stili sono modi caratteristici e identificabili di interagire, percepire, elaborare stimoli e informazioni e di usare una particolare strategia per affrontare un compito (cognitivo e/o pratico e/o sociale). Sono diversi i ricercatori (Dunn & Dunn, 1974; 1978) che hanno tentato di prevedere i modi in cui la teoria degli stili di apprendimento o cognitivi possa essere utilizzata in classe.
Ancora oggi il rapporto tra i processi cognitivi e di apprendimento e la conoscenza è più complesso di quanto le teorie possano indicare, tuttavia molti studi ci ricordano l’importanza dell’individualizzazione e personalizzazione dell’apprendimento. Questo richiede, da parte dell’insegnante, anche la comprensione del differente modo in cui gli allievi “reali” apprendono.
IL MODELLO DI KOLB DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
Secondo Kolb, l’apprendimento è un processo ciclico, per cui il soggetto modifica in modo continuo le proprie conoscenze, acquisite attraverso quattro fasi principali, che sono correlate alla percezione e alla conseguente elaborazione delle informazioni:
– Esperienza Concreta;
– Osservazione Riflessiva;
– Concettualizzazione Astratta;
– Sperimentazione Attiva.
Ogni individuo tende a preferire due di queste fasi e quindi a utilizzare strategie cognitive diverse, che Kolb definisce facendo riferimento a quattro differenti tipologie di soggetti:
– il tipo riflessivo (stile divergente), che preferisce l’esperienza concreta seguita dalla riflessione (sentire e osservare); DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
– il tipo teorico (stile assimilativo), che preferisce la riflessione seguita dalla generalizzazione concettuale astratta (osservare e pensare);
– il tipo pragmatico (stile convergente), che unisce la concettualizzazione e l’astrazione con la sperimentazione e l’applicazione di categorie di pensiero a nuovi oggetti e situazioni (pensare e fare);
– il tipo attivo (stile accomodativo), che preferisce l’esperienza reale e la sperimentazione attiva (sentire e fare). DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
La realtà è ovviamente più complessa di qualsiasi modello, tuttavia dalla ricerca di Kolb, possiamo trarre alcune utili linee guida da applicare alla progettazione didattica. I soggetti divergenti sono in grado di osservare le situazioni reali da punti di vista diversi e, da lì, individuare i collegamenti e le connessioni tra diversi problemi o situazioni. Questi studenti imparano facilmente sia attraverso la pratica che la riflessione, ma preferiscono l’osservazione alla partecipazione e quindi riflettere attentamente prima di agire.
Secondo Kolb, la domanda che caratterizza il processo di apprendimento in questi soggetti è: “Perché?”. Le persone con uno stile di apprendimento divergente hanno vasti interessi culturali e amano raccogliere informazioni. Essi sono interessati alle persone, tendono a essere creativi, emotivi e portati per le arti.
Le persone con stile divergente preferiscono lavorare in gruppo, ascoltare con una mente aperta e ricevere feedback personali. In una discussione in classe, queste persone possono agire come promotori per l’esternalizzazione della conoscenza tacita, a partire dalla loro personale esperienza pratica o da quella degli altri. DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
La loro capacità di analizzare situazioni e problemi, e di organizzarli per l’individuazione di elementi comuni e collegamenti con altre pratiche e situazioni può stimolare un’ulteriore elaborazione e rilanciare il dialogo. Tuttavia, poiché tendono ad essere più riflessivi, questi soggetti possono essere meno reattivi alle sollecitazioni degli altri, necessitano di più tempo per esprimere la propria opinione e più stimoli prima di prendere parte attiva ad una discussione o alla vita della classe. In particolare, essi hanno maggiori probabilità di essere coinvolti attraverso domande che li inducono a cercare il “perché” di una questione.
I soggetti assimilatori sono interessati alla creazione di modelli astratti che permettano loro di identificare le relazioni tra idee, avvenimenti e situazioni, al fine di definire un problema. Queste persone sono più abili a comprendere o elaborare teorie e mostrano poco interesse per la pratica. La domanda che caratterizza questi soggetti è “Che cosa?”.
A causa della loro propensione per la speculazione teorica preferiscono discussioni orientate all’analisi o alla creazione di principi e modelli generali. In situazioni di apprendimento formale, le persone con questo stile preferiscono la lettura, le lezioni frontali, esplorare modelli analitici e avere il tempo di riflettere sulle cose.
Questi soggetti possono contribuire alla lezione attraverso riferimenti a schemi intellettuali, teorie autorevoli, validate o condivisibili, guidando la discussione verso il ragionamento logico e sono particolarmente utili nel proporre una visione d’insieme e per aiutare a trovare la migliore interpretazione di parole ambigue. Il loro atteggiamento cognitivo li rende particolarmente adatti per l’organizzazione e la classificazione di conoscenza esplicita.
Poiché sono poco stimolati da discussioni basate esclusivamente su come applicare una pratica, o su atteggiamenti pragmatici, che possono considerare al di sotto delle loro capacità, potrebbero entrare in conflitto con gli altri membri del gruppo classe che invece preferiscono queste strategie di pensiero. DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
I tipi convergenti sono motivati dalla possibilità di concentrarsi sugli aspetti pratici, di provare e testare idee e teorie e metterle in pratica. Imparano facilmente concetti astratti, soprattutto se espressi come “messaggi spot”, che stimolano la loro immaginazione e devono essere tradotti in una forma immediatamente utilizzabile. Il loro processo di apprendimento è caratterizzato dalla domanda “Come?”.
Le persone con uno stile di apprendimento convergente sono più attratti da compiti e problemi tecnici che da questioni sociali o interpersonali; amano sperimentare nuove idee, simulare, lavorare con applicazioni pratiche. Uno stile di apprendimento convergente favorisce l’acquisizione di abilità specialistiche e tecnologiche. Questi soggetti possono contribuire alle lezioni portando i risultati della loro esperienza personale, degli esperimenti che hanno condotto e cercando nuovi stimoli, sotto forma di idee, conoscenze esplicite, materiali, possibilità, modelli e opinioni che devono essere verificate sul campo. DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
Tuttavia, queste persone si annoiano in fretta quando la discussione è troppo teorica, o quando non porta alla creazione di modelli di comportamento o pratiche che possano effettivamente e immediatamente essere sperimentati e applicati.
Infine, i tipi accomodanti preferiscono l’azione e i risultati reali e sono stimolati da situazioni, opportunità e problemi nuovi nonché dalla possibilità di raggiungere risultati concreti. Secondo Kolb, la domanda che caratterizza questi soggetti è “E se?”. Dall’apprendimento essi si aspettano soluzioni concrete ed immediate a problemi altrettanto concreti e immediati. Essi tendono a fare affidamento sugli altri per le informazioni piuttosto che condurre una propria analisi. Questi individui possono contribuire alla discussione e alla riflessione in classe mettendo in evidenza problemi reali, ricondurre discussioni eccessivamente teoriche verso la realtà concreta e individuare le pratiche che hanno dimostrato di essere efficaci nel settore. Il loro ruolo può tuttavia essere limitato ad una critica contingente, oltre la quale non trovano motivazioni per discutere con gli altri. Si tratta dello stile di apprendimento prevalente. DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
Naturalmente, questi profili non sono fissi o acquisiti una volta per tutte; ciascuno di noi, in diversi momenti della vita, ha sperimentato di essere più istintivamente teorico, o più pragmatico. Anche il tipo di compito di apprendimento può svolgere un ruolo determinante, per cui, anche se è vero che le persone che tendono ad essere teoriche sono più propense a scegliere argomenti speculativi (la filosofia, la matematica, la fisica teorica, ecc.), svolgere un’attività più pratica può condurle a strategie più pragmatiche o riflessive.
All’interno di una classe, poter contare su membri che adottano strategie diverse, offre una grande opportunità: l’insegnante deve lavorare per integrare queste strategie e promuovere, all’interno di ogni specifico tema e compito, attività di lavoro comune, di negoziazione e di decisione condivisa per definire il percorso più adatto, dati gli obiettivi di apprendimento.
Ad esempio, se gli studenti devono capire in una lingua straniera il termine “forza”, un approccio teorico, che comporta l’analisi dei modelli alla base di diversi significati attribuiti alla parola, può aiutare gli studenti a identificare il significato più appropriato del termine. Se, invece, gli studenti devono creare un testo con un word processor, un approccio attivo che produce immediatamente un testo è più appropriato.
DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
IL MODELLO DI FLEMING
Una tra le più comuni e diffuse classificazioni di stili di apprendimento è quella di Fleming (Fleming, 2001), che distingue:
– stile visivo – tipico dei discenti che preferiscono le informazioni visive (pensare per immagini; aiuti visivi come slide sintetiche, diagrammi, mappe, manifesti, volantini, ecc.);
– stile uditivo – proprio delle persone che apprendono meglio attraverso l’ascolto (lezioni, discussioni, registrazioni, ecc.); DIFFERENZE INDIVIDUALI DI APPRENDIMENTO
– stile cinestesico o tattile – di chi preferisce apprendere attraverso l’esperienza – muovendosi, toccando e facendo (attiva esplorazione del mondo, progetti di scienze; esperimenti, ecc.).
Secondo Fleming, questa distinzione permette agli insegnanti di preparare lezioni orientate verso ciascuna di queste aree. Anche gli studenti possono utilizzare il modello per identificare il proprio stile di apprendimento preferito e massimizzare la propria esperienza didattica, concentrandosi su ciò che li avvantaggia di più.
Fonte: L’uso della LIM nella Didattica. Manuale per Insegnanti. LIFELONG LEARNING PROGRAMME 2011 – LEONARDO DA VINCI Transfer of Innovation [LLP/LdV/TOI/2011/IRL-503]
RISORSE CONSIGLIATE PER TE: INTELLIGENZE MULTIPLE (IM): 10 INTELLIGENZE DI H. GARDNER.
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