Cosa non è il bullismo.
Non tutte le manifestazioni di aggressività tra i bambini e tra gli adolescenti sono sinonimo di bullismo. In questo fenomeno infatti non rientrano tutte quelle condotte che, sebbene aggressive, sono invece riconducibili a reati, comportamenti “quasi-aggressivi” e svariate forme di disagio.
Nella categoria dei reati rientrano atti particolarmente gravi quali: minacce, violenza privata, furto e istigazione al furto, rissa, lesioni gravi, tentato omicidio, stalking, diffamazione a mezzo informativo, molestia, abuso. COSA NON È IL BULLISMO
I comportamenti “quasi aggressivi” comprendono tutti quegli atti di tipo giocoso o goliardico come la lotta o la presa in giro nei quali vi è una posizione simmetrica tra gli attori, l’assenza di intenzionalità di prevaricare l’altro, l’estemporaneità della condotta messa in atto. In altre parole, manca la rigidità di ruoli e la volontaria intenzione di danneggiare l’altro o di fargli del male.
Le forme di disagio sono invece tutte quelle manifestazioni psicologiche di tipo comportamentale, relazionale ed affettivo che risultano inadeguate o disfunzionali rispetto al contesto in cui hanno luogo, il che le rende inappropriate o dannose nei confronti degli altri.
È necessario fare un’importante distinzione anche rispetto ai più comuni e tradizionali comportamenti tipici di bambini e ragazzi. Lo scherzo è solo un evento divertente, che non ha l’intenzione di ferire e ammette reciprocità. COSA NON È IL BULLISMO
Il litigio è un dissidio occasionale che può nascere intorno a un’incomprensione, a una differenza, a una competizione, ma non è ripetuto nel tempo. Due persone possono litigare anche molto aspramente ma poi chiarirsi, tornare a rapportarsi in modo sereno oppure constatare l’esistenza di divergenze di pensiero e/o comportamento.
COSA NON È IL BULLISMO
Il fenomeno del bullismo quello vero invece può manifestarsi in forma diretta oppure in forma indiretta.
– Il bullismo diretto è caratterizzato dalla relazione diretta, da un contatto concreto, tra il bullo e la vittima ed è quello più facilmente visibile e individuabile perché più “tangibile”; al suo interno sono state individuate due sottocategorie: il bullismo fisico, fatto di aggressioni e violenze fisiche, quali calci, spinte, pugni, colpi ecc, nonché danneggiamento di oggetti e furti di materiale scolastico, che trova la sua prevalente diffusione tra il sesso maschile ed è finalizzato alla vittimizzazione sia dei maschi sia delle femmine; il bullismo verbale, fatto di insulti, prese in giro, minacce, scherni, invettive, offese ecc…
– Il bullismo indiretto, invece, si fa strada nell’ombra, si manifesta in modo sommesso e silenzioso, fatto di continui piccoli soprusi e prevaricazioni difficilmente visibili ed è riconducibile al cosiddetto bullismo psicologico, attraverso il quale il bullo colpisce e danneggia indirettamente la vittima diffamandola, isolandola ed escludendola, diffondendo pettegolezzi, calunnie e minacce velate. Questa tipologia è maggiormente diffusa tra le ragazze e rivolto a vittime dello stesso sesso e può avere effetti ancor più dannosi in quanto facilmente mascherabile e dalle connotazioni sottili e subdole, fattori questi che causano nella vittima un senso di impotenza amplificato. In questa seconda categoria, negli ultimi anni si è aggiunto il bullismo virtuale, ovvero il cyberbullismo, sul quale troverete una scheda apposita.
COSA NON È IL BULLISMO
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