CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
In questo articolo uno stralcio importante di un Workshop (che potrete scaricare come approfondimento in fondo alla pagina) che ritengo molto interessante, sul superamento della lezione frontale, sull’apprendimento cooperativo e la partecipazione attiva delle risorse del gruppo classe. In 18 punti una breve guida riflessiva sul ruolo dell’insegnante e sul come stimolare una funzione attiva degli studenti in classe.
Per costruire un CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE adatto, occorre che l’insegnante:
1. Sia autocritico e riflessivo e favorisca la comunicazione interattiva tra i ragazzi (abilità di discussione), affinché essi possano passare da un ruolo più passivo inteso come ascoltatori e fruitori di informazioni, a uno più attivo e partecipativo; CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
2. Modifichi la convinzione che la principale fonte di apprendimento per gli alunni sia l’insegnante; ci sono agenzie e reti informative più potenti della scuola, pensiamo ad esempio alle possibilità di internet;
3. Possieda buona autostima, sappia autoregolarsi, ottimizzare e monitorare il proprio tempo e quindi accetti le sfide educative, anche quelle difficili da realizzare e che prevedono un forte impegno, si aggiorni continuamente e studi le strategie più efficaci di insegnamento, imposti il suo lavoro come occasione di ricerca-azione; CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
4. Conosca e favorisca modi diversi di apprendere e di fare esperienza; pensiamo ai diversi stili apprenditivi e allo sviluppo delle diverse intelligenze duttili (H.Gardner 1987), all’importanza di variare le tipologie dei linguaggi utilizzati e dare continuità al lavoro, richiamando alla memoria le conoscenze pregresse e attivando organizzatori logici e anticipati (D.P.Ausubel 1978).
Facciamo fare esperienze ai ragazzi di lavoro di gruppo, di laboratorio, di stage al di fuori della scuola, di cooperative scolastiche, dove l’esperienza è vista come esercizio del comportamento che incarni un valore (situated learning);
5. Cerchi di valorizzare i punti di forza dei ragazzi; non sottolineando subito i punti de- boli, ma cominciando dalla valorizzazione, dal positivo e non dalla svalorizzazione; affianchi il ragazzo, lo aiuti, lo orienti, lo sostenga, lo incoraggi ad accettare le sfide, a vivere l’errore come risorsa per capire meglio il processo apprenditivo attuato e l’efficacia o meno delle strategie utilizzate per raggiungere l’obiettivo. CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
È importante far prendere coscienza ai ragazzi delle proprie capacità, delle proprie potenzialità, di quanto potrebbero fare con l’impegno. lo sforzo, la fatica (“cosa sono capace di fare, dove potrei arri- vare se solo lo volessi e mi sforzassi di più…”);
6. Permetta a tutti di esprimersi, apprezzi i suggerimenti degli alunni, non giudichi e non valuti tutto ciò che viene detto dagli alunni; in una comunità educante tutti devono avere la possibilità di esprimere le proprie idee e opinioni, senza paura di sbagliare, di essere giudicati o essere censurati, anzi in una comunità del genere l’insegnante stimola con domande aperte e valorizza la partecipazione con lodi e apprezzamenti;
7. Valorizzi la partecipazione con lodi e stimoli i ragazzi ad intervenire indicando quali abilità trasversali ci si aspetta vengano apprese (es. ascoltare, parafrasare, incoraggiare i compagni, dare il proprio contributo, aiutare i compagni, non reagire in modo valutativo, imparare a superare i conflitti e raggiungere il consenso, rispettare il proprio turno di discussione, parlare pacatamente e con gentilezza, rispettare gli altri; abilità queste che innanzitutto devono essere agite dall’insegnante); CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
8. Stimoli con domande aperte e richieste di pensare insieme ad un argomento in piccoli gruppi, per poi riferire le proprie idee a tutta la classe; le domande chiuse del tipo sì o no oppure quelle a completamento, dove bisogna trovare la parola giusta mancante, non favoriscono il confronto e lo scambio di opinioni, cosa che avviene con domande aperte da sviluppare nel piccolo gruppo;
8. Sappia ascoltare attivamente, mostrando interesse, empatia e ricercando soluzioni mediate e condivise; la verità non sta mai tutta da una parte, occorre comprendere le ragioni dell’uno e dell’altro, per poi cercare quella mediazione che trovi una nuova posizione dove ciascuno ritrova parte delle proprie argomentazioni, ma non tutte.
La ricerca di questo equilibrio condiviso è molto importante nella risoluzioni dei conflitti, dove non ci sono perdenti, ma dove si è un po’ tutti vincitori; CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
9. Progetti la sua lezione in modo flessibile, prevedendo momenti di contrattazione dove gli alunni possano scegliere tra una gamma di alternative (autonomia di scelta); pensiamo a come può essere formativa la scelta fatta insieme degli obiettivi, del tema, delle modalità di lavoro, dell’ordine di esecuzione, dei tempi, delle ricompense, dei momenti di confronto e di elaborazione a piccoli gruppi, di riflessione metacognitiva a livello di intergruppo (alternanza tra momenti di relazione insegnante-alunni e momenti di relazione solo tra compagni);
10. Agisca in modo coerente; l’insegnante è un modello per gli alunni, quindi deve dare l’esempio e agire di conseguenza; La scarsa coerenza, invece, crea disagio e disaffezione nella classe, comportamenti negativi e distruttivi, insoddisfazione e crisi d’identità.
Quando il modello di gestione della classe non è condiviso dall’intero consiglio di classe, si possono verificare incoerenze didattiche che portano spesso a situazioni conflittuali con i ragazzi e le famiglie.
Per questo utili possono essere i contratti formativi tra docenti che chiariscano bene il modello di gestione della classe e i comportamenti da attuare per rispettare e far rispettare le regolo concordate con i ragazzi (pensiamo a regole e sanzioni riparatorie condivise da tutti, sotto firmate da tutti gli in- segnanti e da tutti i ragazzi e appese in classe in un posto ben visibile);
11. Condivida con i ragazzi le scelte educative e i criteri di valutazione degli apprendimenti; coinvolgere i ragazzi nelle scelte, permette di farli sentire parte attiva nella progettazione curricolare e favorisce la motivazione all’impegno.
Anche nella valutazione è importante far vedere come si reperiscono i dati che saranno oggetto di giudizio e quale peso viene a questi attribuito (ad esempio 5 punti se non ci sono errori ortografici, 4 punti se ce ne sono da uno a cinque, 3 punti se ce ne sono da 6 a 10, 2 punti se ce ne sono da 11 a 15 e 1 punto se ci sono più di 15 errori).
È questo un passaggio molto utile per insegnare ai ragazzi ad autovalutarsi e confrontare la propria autovalu-tazione con quella dell’insegnante; quando l’autovalutazione e la valutazione coincidono, allora vuol dire che c’è sintonia tra insegnanti e alunni; CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
12. Attui il monitoraggio insieme agli alunni il percorso apprenditivo e i processi cognitivi dei singoli alunni e di ogni gruppo; per far questo occorre costruire degli strumenti di controllo del processo apprenditivo del gruppo e di ciascun alunno; utili a tal fine possono essere delle semplici domande metacognitive. alle quali rispondere al termine di ogni fase del lavoro programmato (“ci sembra che il lavoro fin qui svolto sia soddisfacente? Perché? I tempi programmati sono stati rispettati? Se no, perché?”);
13. Si metta in gioco per primo, funga da modello positivo esperto e stimoli la generalizzazione; se vogliamo, ad esempio, che i ragazzi imparino un metodo di studio, iniziamo con far vedere loro come studiamo, poi confrontiamo il nostro metodo di studio con il loro e cerchiamo di individuare i punti forti e deboli di ciascun metodo in modo che poi ciascuno costruisca quello più adatto a se stesso. CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
Se viceversa vogliamo aiutare i ragazzi a scrivere testi regolativi, dobbiamo per primi metterci in gioco facendo vedere come noi scriviamo un testo di questo genere.
Attraverso la discussione di quali possibilità avevamo a disposizione e del perché e stata fatta proprio quella scelta, abituiamo i ragazzi al confronto e a prendere maggior consapevolezza di quanto si sta facendo.
Attraverso l’analisi dei punti forti e dei punti deboli del modello proposto, si può cercare insieme altri contesti dove quel modello può essere utilizzato in modo efficace.
In tal modo si aiutano i ragazzi a compiere una generalizzazione del modello e costruire modelli più adatti alle caratteristiche della loro personalità e più rispondenti ai loro bisogni e capacità;
14. Favorisca l’identità, il lavoro di gruppo e l’interdipendenza positiva; l’interdipendenza positiva viene vissuta dal ragazzo come convinzione di aver bisogno dei compagni per raggiungere l’obiettivo, ma che questo non può essere raggiunto senza il proprio apporto; unendo le forze e le idee si possono superare meglio i vari problemi, inoltre ci si sente importanti per gli altri (“non posso mancare, perché senza di me il lavoro non può essere concluso”).
L’interdipendenza positiva favorisce la costruzione dell’identità, nel senso che aiuta il ragazzo a scoprire chi è, a sentirsi accettato e riconosciuto dagli altri a scuola, in classe, nel gruppo di amici, nello sport.
In famiglia e nei vari gruppi sociali. Ciascun ragazzo ha bisogno di costruire qualcosa di riconoscibile dagli altri che sia stabile nel tempo. Anche le caratteristiche attribuite al ragazzo devono avere la valenza della stabilità. Tutti devono dire: “È un bravo ragazzo”. Oppure “È un ragazzo svogliato, che va male a scuola”.
Ci deve essere una certa coerenza tra le attribuzioni di identità e i comportamenti attuati dal ragazzo, perché queste attribuzioni creano aspettative che condizionano i comportamenti: “faccio quello che gli altri si aspettano da me”; “devo essere me stesso, una persona sola, riconoscibile agli altri, ben identificato (nel bene e nel male) e non ‘uno, nessuno, centomila’ come nella commedia di Pirandello”.
È importante, quindi, avere aspettative positive nei confronti dei ragazzi, aiutare il formarsi dell’identità sociale positiva nel gruppo dei pari, enfatizzare le capacità e le potenzialità di ciascuno e fare in modo che il gruppo le riconosca e le utilizzi per raggiungere i propri obiettivi.
Ciascuno deve avere un ruolo attivo e riconoscibile all’interno del gruppo.
Dobbiamo cercare di evitare il pericolo di instradare i ragazzi all’insuccesso, prospettando delle aspettative negative o delle sfide di basso li- vello, per non incorrere nell’effetto Pigmalione ovvero della profezia che si autoavvera (Rosenthal e Jacobson 1972); CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
15. Favorisca l’autoconsapevolezza individuale e di gruppo e aiuti la riflessione metacognitiva sui processi attuati (C.Cornoldi 1995); è importante che il gruppo riveda insieme all’insegnante come ha lavorato e come ha migliorato il proprio stile cooperativo (riflessione che può avvenire sia discutendo insieme, sia scrivendo prima singolar- mente le proprie valutazioni, per poi confrontarsi insieme).
È attraverso il confronto stimolato con domande aperte che si promuove la consapevolezza metacognitiva, dando la possibilità ai ragazzi di precisare meglio il proprio pensiero, di sostenerlo e rispondere ai dubbi degli interlocutori, di vagliarlo alla luce delle obiezioni, delle contrapposizioni, di analizzare le alternative.
Anche l’errore diventa occasione di riflessione e confronto su quali siano le strategie più efficaci o per prendere maggior consapevolezza dei processi cognitivi attuati;
16. Sia democratico, entusiasta, positivo, motivato; è importante che al docente piaccia insegnare, stare con i ragazzi, aiutarli a valorizzare i loro talenti, a sperimentare la democrazia, la libertà delle scelte consapevoli, la condivisione e il rispetto reciproco, la solidarietà; solo chi fa con entusiasmo il proprio lavoro riesce a trasmettere questo entusiasmo ai ragazzi.
La pedagogia democratica è la pedagogia della proposta, del ricercare insieme, dove ciascuno mette in campo le proprie competenze per aiutare gli altri (P.Freire 1975, 1980).
È una pedagogia dell’aiuto e del rispetto reciproco, del dare agli altri, della responsabilità individuale, rispetto al proprio apprendimento e a quanto si fa per gli altri, e di gruppo, rispetto alla partecipazione, all’ottimizzazione del tempo a disposizione, all’aiuto reciproco, al rispetto delle regole concordate, al rispetto di tutti e di ciascuno, alla valorizzazione delle differenze e dei diversi apporti per il conseguimento dell’obiettivo comune. CLIMA DEMOCRATICO IN CLASSE
La democrazia richiede meno competizione all’interno del gruppo classe e più cooperazione, più condivisione dei valori e delle norme di solidarietà attiva, positiva, partecipata e non passiva. Questo vale per l’insegnante, ma deve valere anche per ciascun ragazzo.
17. Insegni le abilità sociali anche attraverso l’interdipendenza dei ruoli; una classe dove si sta bene è quella organizzata, dove ognuno ha ben chiari i compiti e i ruoli da giocare al suo interno.
È importante dedicare un congruo tempo all’organizzazione dove ciascuno partecipa con ruoli diversi al benessere di tutti (pensiamo ai vari incarichi come il distributore e il raccoglitore dei quaderni, il responsabile del ricambio dell’aria in classe, il responsabile del segnalare i compiti agli assenti, il responsabile della raccolta dei buoni pasto per la mensa, il responsabile dell’organizzazione dei compleanni, il responsabile del benessere delle piante,…);
L’insegnante oltre a insegnare le abilità sociali, le deve rinforzare continuamente, sottolineando i comportamenti prosociale (M.De Beni 1998) e cercando di trovare alternative a quelli antisociali; nel piccolo gruppo i ruoli sociali da attivare possono essere il controllore del volume della voce, il controllore del tempo, il responsabile dei materiali, l’incoraggiatore, il chiarificatore, il moderatore;
18. Instauri un rapporto costruttivo con le famiglie e con il territorio; solo lavorando in sinergia con le famiglie e le altre agenzie educative territoriali, possiamo rendere più efficace il progetto formativo e aiutare i ragazzi a costruirsi un’identità sociale.
A tal fine possono essere utili i contratti formativi che si instaurano con le famiglie dei ragazzi e i patti territoriali, che hanno lo scopo di creare sinergie tra le varie agenzie formative ed aiutare il ragazzo a costruirsi un proprio “progetto di vita”.
Fonte e approfondimento: Materiali del 3° Convegno “La Qualità dell’integrazione nella scuola e nella società” Workshop n. 6 Silvia Andrich, Lidio Miato e Mario Polito. costruire-un-clima-in-classe.pdf (4754 download )
Spero che questo articolo possa esserti stato d’aiuto.
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DIDATTICA PERSUASIVA
ringrazio per gli spunti che mi danno gli articoli della rivista. Sono un’insegnante a fine carriera che cerca di trovare stimoli in una scuola che diventata un’azienda, per cui non mi piace: mi sento sempre a mio agio con i ragazzi ma sento troppo pesante la burucrazia, i bla bla senza consistenza.Rileggerò ancora più attentamente l’articolo e ne farò tesoro.
Ciao Elisabetta sono questo tipo di commenti che mi fanno andare avanti nei momenti di fatica e di sconforto. Grazie di cuore.