CHE COS’È JIGSAW
Fra le strategie didattiche più significative si segnalano tutte le situazioni che attivano la cooperazione fra studenti. Il lavoro cooperativo trasforma il gruppo degli studenti in un “organismo” che vive e si modifica secondo le scoperte, le necessità e i bisogni, ma anche attraverso gli insuccessi e le sconfitte. La cooperazione fra studenti
Le strategie cooperative sostengono nel tempo la motivazione e lasciano una traccia delle esperienze svolte evitando o riducendo la frammentazione e l’episodicità di contenuti e di azioni. CHE COS’È JIGSAW
Dal lavoro di gruppo al Jigsaw
Un modo per produrre lavorando in gruppo è quello di avere prima lavorato da soli con lo scopo di portare al gruppo elementi necessari alla produzione comune.
Questa modalità prevede che l’impegno individuale sia finalizzato agli apprendimenti personali, e che in un successivo momento sia attivato il raccordo con altri compagni per elaborare prodotti condivisi.
Sono due momenti utili e integrati che consentono di fruire di diverse modi di studiare e di apprendere: il vantaggio dell’incontro fra individualità e comunità.
Esiste una tecnica di apprendimento cooperativo e strategia didattica chiamata jiegsaw, che sviluppa in modo particolare queste prassi didattiche e che richiede una buona autonomia di studio individuale e di gruppo.
Dallo studio individuale al lavoro di gruppo, come sviluppare il processo:
1. Consegnate ad ogni studente un compito, un lavoro, da svolgere in un determinato tempo e in modo personale. Possono essere consegnati gli stessi materiali ad ogni studente oppure materiali simili ma non identici.
2. Costruite quindi gruppetti che dovranno, rispetto al lavoro individuale, elaborare un’attività successiva, soprattutto rivolta alla sintesi, alla presentazione anche visiva dei concetti, delle idee, dei contenuti che sono stati oggetto di studio individuale.
3. Ogni gruppo deve nominare un coordinatore che guida il lavoro.
4. Ogni gruppo userà le informazioni che ogni componente ha acquisito individualmente per costruire il proprio lavoro.
5. Il lavoro dovrà avere caratteristiche ben definite, ad esempio: costruzione di un poster descrittivo, di una mappa concettuale, di un grafico statistico, di una relazione scritta, ecc.
6. I coordinatori presenteranno, alla fine, il lavoro del gruppo. Gli altri gruppi dovranno valutare quale appare più chiaro, più completo e più originale.
Tutte le fasi del lavoro dovrebbero svolgersi nella scuola (aula, laboratorio, ecc.) in modo che tu possa seguire mano a mano i singoli studenti, e dia importanza e rilievo a questa fase del loro compito nei confronti del gruppo. strategia didattica jiegsaw
Nel tempo, potranno essere affidati compiti individuali da svolgersi anche fuori dalla scuola.
Criteri e modalità di realizzazione
1. La formazione dei “gruppi casa” e l’attribuzione dei compiti.
Gli studenti appartenenti ad una stessa classe vengono divisi in gruppi di 4 o 5. Ogni gruppo rappresenta un “gruppo casa”. Supponiamo che il loro compito sia quello di imparare la seconda guerra mondiale.
In un gruppo strutturato con il jigsaw, Sara è responsabile delle ricerche relative alla nascita del potere di Hitler nella Germania prima della guerra; un altro membro del gruppo, Pietro cercherà di capire il ruolo della Gran Bretagna nel conflitto, Mara il ruolo dell’Unione Sovietica; Clara affronterà l’entrata in guerra del Giappone e lo sviluppo della bomba atomica.
2. Lo studio individuale.
Ogni studente responsabile di un tema, studia individualmente i documenti che gli sono stat assegnati.
3. La formazione dei “gruppi esperti” e l’approfondimento dello studio individuale.
Per migliorare la comprensione e la capacità di approfondire e relazionare, gli studenti non riportano direttamente al proprio “gruppo casa” il risultato del loro lavoro individuale, ma si incontrano precedentemente con gli altri compagni appartenenti agli altri “gruppi casa” che hanno avuto lo stesso compito.
Si formano quindi gruppi che lavorano sugli stessi argomenti (per es. l’entrata in guerra del Giappone e lo sviluppo della bomba atomica).
In questo modo i responsabili di uno specifico tema aumentano la possibilità di raccogliere informazioni, approfondire il loro argomento e ripetere le loro presentazioni.
Noi chiamiamo questi “gruppi esperti“. Ciò è particolarmente utile per quegli studenti che hanno iniziali difficoltà nell’apprendimento o che si confondono nell’organizzazione del lavoro.
5. La relazione al “gruppo casa” e la valutazione.
Quando ogni relatore ha raggiunto una certa scioltezza e fluidità nell’esporre, lavorando col “gruppo esperti”, gli studenti tornano al suo “gruppo casa” e presenterà una relazione ben organizzata al proprio gruppo in modo da “istruire” i suoi compagni sul tema specifico.
La situazione è fortemente strutturata al punto che ogni studente possiede solo i propri documenti e non ha accesso a quelli degli altri, per cui la comprensione dell’argomento dipende dall’ascolto attento alla relazione delle altre persone nel gruppo.
Così, se a Pietro non piace Stefano o se pensa che Sara sia una stupida e la prende in giro, non avrà la possibilità di affrontare con sicurezza il compito che seguirà alla fase di studio.
Al termine delle relazioni ogni studente viene sottoposto ad una valutazione dai suoi compagni di squadra.
6. La verifica del lavoro.
Alla fine di tutto il processo, magari in giorni successivi, l’insegnante proporrà una breve verifica, sotto forma di test, o di testo scritto (parole chiave, nuclei centrali) che evidenzierà l’importanza e la serietà del lavoro svolto.
Quali i vantaggi di una classe con strategia didattica Jigsaw?
Innanzitutto risulta un modo piuttosto efficiente di organizzare la consultazione dei materiali. Ma ancor più importante è che il processo del jigsaw incoraggia di per sé l’ascolto, il coinvolgimento, l’empatia dando a ciascuno una parte essenziale da giocare nell’attività di apprendimento.
I membri del gruppo devono lavorare insieme per raggiungere uno scopo comune e ogni persona dipende dalle altre. Nessuno studente può comprendere completamente se non lavora con gli altri.
Questa cooperazione è determinata dalla progettazione stessa della lezione e facilita l’interazione tra gli studenti, portandoli a valutare i contributi degli altri come un compito comune.
Come puoi applicarlo in 10 mosse: CHE COS’È JIGSAW
1. Dividi gli studenti in gruppi di 4 – 5 persone. Il gruppo dovrebbe essere eterogeneo per genere, razza, etnia e abilità.
2. Scegli uno studente per gruppo come responsabile. Inizialmente questa persona dovrebbe essere l’alunno più maturo del gruppo. CHE COS’È JIGSAW
3. Dividi la lezione del giorno in 4 – 5 segmenti, come nell’esempio sopra riportato della seconda guerra mondiale.
4. Assegna ad ogni alunno una parte da imparare e assicurati che ogni studente abbia accesso solo alle sue informazioni. CHE COS’È JIGSAW
5. Dai il tempo agli studenti di leggere almeno due volte la loro porzione di studio per familiarizzare con essa, senza il bisogno di memorizzarla.
6. Forma “gruppi esperti” temporanei unendo tra loro alunni che abbiano la stessa parte. Dà agli esperti tempo per discutere dei punti essenziali del loro paragrafo e per ripetere la presentazione che faranno al gruppo.
7. Fa tornare gli esperti al loro gruppo casa.
8. Chiedi ad ognuno di presentare la propria parte nel gruppo. Incoraggia gli altri a fare domande di chiarificazione.
9. Gira tra i gruppi osservando i processi. Se sorgono dei problemi (per es. qualche membro domina sugli altri) intervieni in modo appropriato. Può essere anche opportuno lasciare che il “responsabile” di gruppo si occupi di ciò. I responsabili possono essere aiutati a gestire i processi sussurrando un suggerimento su come intervenire finché non padroneggiano da soli la situazione. CHE COS’È JIGSAW
10. Alla fine della sessione di lavoro da’ un breve compito (ad esempio, un quiz) in modo da permettere agli alunni di capire che la sessione non è stata un gioco ma conta realmente per l’apprendimento. strategia didattica Jiegsaw
Bibliografia
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Johnson D., Johnson R., Holubec E., (1996), Apprendimento cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento. Ed. Erickson
Comoglio M., Cardoso M.A., (1996), Insegnare e apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning. Ed. Las, Roma
Miato L., (1997), L’apprendimento cooperativo, in L’educatore, n° 8/9
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Spero questo articolo possa esserti stato d’aiuto.
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