BES DOMANDE FREQUENTI
1. Quali sono i tipi di svantaggio personale che inducono a considerare un alunno come persona che necessita di un Bisogno Educativo Speciale?
Il riconoscimento di un BES, Bisogno Educativo Speciale, in un alunno è conseguenza di una delle seguenti situazioni:
1a) Disabilità certificata ai sensi dell’art. c1 e c della legge 104/1992, classificata come BES 1.
1b) Disturbi evolutivi specifici, di vario genere, riconosciuti mediante certificazione o mediante diagnosi, classificati come BES 2.
1c) Svantaggio di tipo sociale o economico o linguistico o culturale, classificato come BES 3 .
BES DOMANDE FREQUENTI
2. Come faccio a individuare i suddetti tipi di BES in un alunno?
Nel caso di un BES 1 dal riscontro di una evidente disabilità di tipo Intellettivo, ovvero sensoriale e motorio o di altro genere ancora.
Nel caso di un BES 2, la normativa vigente fa riferimento ad una serie di documenti, tra cui: la legge 170/2010, oppure, in caso di attesa di una certificazione, è sufficiente la diagnosi di uno specialista privato, ovvero la Circolare Ministeriale 8 del 6/3/2013; ancora, mediante diagnosi di ADHD, oppure di Borderline Cognitivi o di più comuni disturbi evolutivi specifici.
Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie (CM 8 del 6/3/2013).
Nel caso di un BES 3, le varie tipologie di svantaggio dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi, come può essere una segnalazione degli operatori dei servizi sociali, od anche attraverso ben fondate osservazioni e considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
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3. Quali test si devono eseguire per stabilire se un alunno è nelle condizioni di BES?
Fino ad ora la legge non ha esplicitato alcun tipo di test specifico da eseguire con gli alunni allo scopo di rendere incontrovertibile una eventuale attribuzione di BES, limitandosi solo al raccomandare l’accoglienza, l’inclusione e l’apertura della scuola verso ogni possibile forma di disturbo nell’apprendimento.
Nei limiti di validità, che li circoscrivono solo a certi casi di BES, alcuni test che in classe sono facilmente eseguibili e piuttosto significativi in merito, possono tuttavia essere proposti.
Si tratta di:
– scrivere sotto dettatura
– leggere ad alta voce
– scrivere in stampato minuscolo
– prendere autonomamente appunti
– rispettare i tempi di consegna
– ricordare formule, tabelle, definizioni
– svolgere calcoli complessi, oralmente o per iscritto
– fare collegamenti tra argomenti diversi o discipline diverse
4. Cosa devo adottare nei diversi casi e per quanto tempo?
Nel caso di un BES 1, è necessario predisporre un PEI che varrà per sempre, benché si dovrà poi modificarlo, opportunamente, di anno in anno.
Nel caso di un BES 2, se la certificazione presentata fa riferimento alla legge 170/2010 o la diagnosi specialistica privata si richiama alla CM 8 del 6/3/2013, è necessario adottare un PDP, il quale avrà validità illimitata, sempre però con l’esigenza di verifiche ed eventuali modifiche annuali.
Nel caso di attestazione di un BES 2 proveniente da diagnosi di ADHD o borderline cognitivi o disturbi evolutivi ben specifici, si potrà procedere o con strategie didattiche speciali non formalizzate oppure, se il Consiglio di Classe lo ritiene opportuno, con un PDP, in piena autonomia decisionale, secondo quanto dettato nella nota MIUR 2363 del 22/11/2013.
Anche e soprattutto nel caso di un BES 3, le strategie didattiche si diversificano ampiamente e si personalizzano.
La durata di questi provvedimenti diventa ora circoscritta all’anno scolastico di riferimento ed è messa in atto solo per il tempo strettamente necessario.
5. Cosa faccio se un alunno con DSA certificato ha presentato una certificazione più vecchia di tre anni? BES DOMANDE FREQUENTI
Premettendo che, al momento attuale, la normativa di legge non prevede nessuna vera e propria data di scadenza per una diagnosi di DSA, risulta evidente di per sé che il periodo dell’età adolescenziale è proprio quello in cui lo sviluppo e la trasformazione della persona sono più forti e continui.
In tale contesto segue allora che la validità e l’efficacia di una qualsiasi diagnosi medica non può durare tanto a lungo.
Ed in effetti la legge accenna una volta a questo fatto, nell’art. 3 c3 dell’accordo Stato – Regioni, ove si afferma che:
“Il profilo di funzionamento è di norma aggiornato: – al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente; – ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia. (…)”.
6. In quali casi è possibile bocciare un ragazzo con DSA o con BES?
Ovviamente possibile bocciare, nonostante che, nell’immaginario collettivo, sia altrettanto ritenuto vero che se un insegnante lo fa, va incontro a ricorsi da parte delle famiglie.
In diverse sentenze giuridiche del TAR è stato evidenziato che un alunno con DSA e quindi anche con BES è un alunno con gli stessi doveri degli altri, semplicemente egli apprende attraverso strategie e percorsi diversi. BES DOMANDE FREQUENTI
Se la scuola lo ha messo nelle condizioni adatte ad apprendere e lui non ha raggiunto gli obiettivi, per motivi vari, è possibile e lecito non ammetterlo alla classe successiva.
Quando le famiglie che si rivolgono al TAR vincono il ricorso è perché la scuola ha avuto comportamenti omissivi, non ha stilato un PDP, non ha utilizzato strumenti dispensativi o compensativi, oppure non ha dimostrato di averli usati o, infine, non c’è stata collaborazione con la famiglia e/o con i servizi sanitari. In breve, non ha rispettato le indicazioni stabilite dalla legge.
In altri casi, la scuola ha dimostrato di aver tenuto conto delle caratteristiche degli alunni e di aver applicato la normativa ed in questi casi in TAR ha dato ragione alla scuola, ritenendo legittima la bocciatura. BES DOMANDE FREQUENTI
Alcune sentenze a favore della bocciatura hanno evidenziato come la famiglia non sia stata collaborativa con la scuola, in quanto, per esempio, nel PDP viene stilato un patto bilaterale, che prevede degli impegni anche da parte della famiglia dell’alunno.
7. Si può far passare una diagnosi di DSA in una forma di BES?
La questione è delicata, in quanto non esiste la diagnosi di BES e, tuttavia, ogni alunno che presenti un DSA ha, come conseguenza, una esigenza di un BES.
D’altra parte, l’attribuzione di un BES ad un alunno non può essere legata solamente ad una diagnosi medica di DSA, altrimenti sarebbe perlomeno superflua… Esistono casi rari nei quali un medico, accertata una particolare carenza di apprendimento in un alunno, prescriva esplicitamente una domanda di BES alla scuola; tuttavia, nel caso generale, l’attribuzione è il frutto di una concordanza di osservazioni da parte della scuola, della famiglia e dei servizi medici e sociali.
Se accade che un alunno con DSA abbia una certificazione antiquata o che mostri qualche incongruenza tra la diagnosi medica e le prestazioni scolastiche fornite o, ancora, che la famiglia manifesti la volontà di interrompere l’utilizzo degli strumenti compensativi/dispensativi in adozione per i DSA, si può temporaneamente trasferire la diagnosi di DSA in un alunno con BES.
È però da sottolineare che i BES non possono essere certificati per via medica in nessun modo veramente definitivo.
8. Qual è il ruolo dei genitori nel PDP di un BES? BES DOMANDE FREQUENTI
Secondo quanto riporta la CM 8 del 6/3/2013, il PDP dev’essere firmato da tre figure, dal Dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia.
In questo il PDP rappresenta un accordo di reciproca collaborazione tra scuola e famiglia.
È però altrettanto vero che il PDP non è necessario per tutti i tipi di BES, in quanto in certi casi la scuola può decidere di mettere in atto delle strategie didattiche di intervento senza formalizzarle nel PDP. BES DOMANDE FREQUENTI
In questo caso, non essendoci il PDP, non è necessaria alcuna firma da parte della famiglia. D’altro canto, non si ha bisogno di alcun documento per spiegare l’utilizzo di strategie didattiche più conformi a migliorare l’apprendimento di un alunno in difficoltà.
9. In quali casi è obbligatorio adottare un PDP per i BES e i DSA?
Il Piano Didattico Personalizzato.doc (5488 download ) è previsto dal DM 5669 del 12/7/2011 sui DSA.
Esso risulta obbligatorio quando nella diagnosi medica viene identificato un disturbo recante uno dei codici nosografici che iniziano con F-81 dell’ICD-10.
Esso risulta, invece, a scelta della scuola quando si è in presenza di un disturbo evolutivo diverso dai DSA, come ADHD, disturbo del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria, disturbo visivo – spaziale, difficoltà di apprendimento in una sola area specifica, svantaggio socio – culturale o con alunni stranieri che conoscano poco la lingua. BES DOMANDE FREQUENTI
10. Come comportarsi quando arriva in istituto un nuovo alunno con una diagnosi BES già acquisita in precedenza?
Il Consiglio di Classe, sulla base dell’esperienza già condotta e tenuto conto del documento di verifica finale redatto alla fine dell’anno scolastico precedente, deve:
a) informare i docenti in ingresso nella classe circa le caratteristiche dell’alunno e circa il PDP dell’anno precedente;
b) formalizzare un nuovo Piano Didattico Personalizzato utilizzando i modelli previsti per quella tipologia di scuola in cui l’alunno si trova;
c) richiedere la consulenza del referente DSA – BES di istituto per ulteriori indicazioni in merito a strategie didattiche, strumenti compensativi e dispensativi, forme di valutazione;
d) individuare un responsabile di classe che dovrà seguire l’effettiva applicazione del PDP, curando ad esempio l’applicazione degli strumenti compensativi, supportando l’alunno nell’utilizzo di tali strumenti, individuando strategie e metodologie di lavoro e così via;
e) informare bimestralmente il referente d’istituto e la famiglia dell’alunno circa l’andamento dell’alunno e l’adeguatezza del PDP, eventualmente procedendo ad opportuni aggiustamenti.
A fine anno scolastico il Consiglio di Classe verifica l’andamento del PDP e redige una relazione scritta, quindi trasmette copia di tale documento al Dirigente Scolastico ed al referente DSA – BES.
11. Una certificazione DSA presentata da un alunno può risultare in qualche modo insoddisfacente? BES DOMANDE FREQUENTI
Sì, può accadere in effetti che il certificato presentato da un alunno, redatto normalmente da una istituzione medica privata, risulti scarsamente soddisfacente, perché privo di informazioni riguardanti i test eseguiti sull’alunno stesso per valutarne le caratteristiche.
Talvolta vengono presentati certificati contenenti solamente la dicitura sintetica finale:
“Affetto da disturbi specifici di apprendimento di lieve entità e di tipo misto, codice F81.”
Oltre al fatto che un disturbo specifico di tipo misto sembra essere una contraddizione in termini, il certificato non offre nessuna indicazione sulle ragioni, sulle modalità e sulle conseguenze della diagnosticata difficoltà di apprendimento “di tipo lieve”.
Si potrà lasciare, allora, al buon senso del Consiglio di Classe l’opportuna valutazione di una siffatta patologia, anche sulla base del fatto che in alcune sentenze del TAR è stata messa in evidenza la necessità della scuola di avere indicazioni il più possibile chiare e complete sulle reali esigenze richieste dalla famiglia o dalle istituzioni mediche per l’alunno in questione.
12. Chi può dare i fondi per reperire ed utilizzare materiale didattico di vario genere e strumenti didattici alternativi?
Secondo quanto indicato nella direttiva ministeriale del 27/12/2012 e successive, la scuola, attraverso la redazione ed approvazione di un PAI preventivo (Piano Annuale per l’Inclusione), può fare richiesta al proprio USR per ottenere la cessione od il comodato d’uso di vario materiale di supporto, di sostegno e compensativo, generalmente molto costoso, da utilizzare in caso di alunni con BES o con DSA. BES DOMANDE FREQUENTI
In particolare, il MIUR ha predisposto su tutto il territorio nazionale una serie di enti, chiamati Centri Territoriali per l’Inclusione, CTI , con il compito attivare e coordinare i diversi progetti di recupero, di sostegno e di didattica alternativa nei vari istituti afferenti ad essi.
Per il Lazio, l’USR ha predisposto, con Decreto 316 del 20/10/2014, la creazione di 19 CTI per la scuola media primaria superiore di 14 CTI per quella secondaria superiore.
13. È prevista la presenza di un insegnante di sostegno per alunni con BES?
No, non è previsto l’affiancamento con insegnanti specializzati nel sostegno didattico ed educativo, gli unici ad essere in grado di supportare gli alunni BES e le classi in cui questi sono inseriti.
In realtà, è tutta la questione sui BES che sembra esser mal posta, in quanto si vuole provvedere alla ricerca, all’identificazione ed alla disposizione di soluzioni specifiche per alunni BES, in una maniera solo formale e normativa.
Per ottenere risultati concreti, in effetti, si potrebbe cominciare (sempre secondo legge) con il limitare a 20 il numero di alunni nelle classi per ogni alunno con BES o DSA, poi istituire corsi di formazione sulle didattiche non tradizionali per gli insegnanti di tutte le materie, poi attuare delle strategie educative di respiro più ampio rispetto al contesto ristretto della classe, facendo ricorso alla enorme autonomia didattica e funzionale della scuola, ancora cercando di coinvolgere costantemente le famiglie e non solo chiamandole alla firma del PDP, e così via.
Spero questo articolo possa esserti stato d’aiuto.
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