ATTENZIONE IN CLASSE
Generare L’ATTENZIONE IN CLASSE uno dei fattori cardini per creare apprendimento.
Uno degli scritti più interessanti sulla comunicazione che abbia letto in fatto di didattica è certamente quello dello studioso Robert Norton (1983) che ha supportato attraverso le sue ricerche, l’assunto che gli “insegnanti efficaci sono di fatto i comunicatori più competenti” descrivendo le modalità di come generare L’ATTENZIONE IN CLASSE, da questo puoi dedurre senza molta fatica, che se vorrai essere efficace dovrai essere attenta al tuo modo di comunicare nel far lezione.
Non hai certo bisogno di un ricercatore per capire che dovresti prestare attenzione a come comunichi in classe, ma so per esperienza personale che la routine può fare brutti scherzi ed affievolire il nostro interesse a riguardo.
Il mio amato professore di Didattica Generale durante la mia attività di tutor all’Università non faceva altro che ripetermelo;
“ENTRANDO IN CLASSE, IL PRIMO IMPEGNO DEL DOCENTE NON DEVE ESSERE QUELLO DI SPIEGARE, MA QUELLO DI SUSCITARE LA VOLONTÀ DI IMPARARE”
Mai altre parole mi sono rimaste più impresse nella testa, ed è un bene.
Ottenere lezioni interessanti è più che possibile ed è alla portata di chiunque, ma devi evitare i fattori che ostacolano la sua realizzazione, non dobbiamo essere subito degli esperti comunicatori ma conoscere:
I 6 ERRORI CHE DEVI EVITARE QUANDO TI APPRESTI A FARE LEZIONE.
1. ERRORE: MANTENERE UNA COMUNICAZIONE INEFFICACE.
Uno degli errori più comuni, è che naturalmente siamo portati a fare, è certamente quello di prestare attenzione a quello che diciamo ma non a COME LO DICIAMO (verbale, mimico – gestuale).
Lo sai che ricerche sulla comunicazione in classe dimostrano che il semplice fatto di camminare tra i banchi mentre parliamo, aumenta sensibilmente l’attenzione dei nostri alunni?
Sai perché?
Perché il movimento suscita interesse negli alunni, poiché li costringe a seguirci con gli occhi e dunque a prestarci attenzione.
UN OGGETTO IN MOVIMENTO SUSCITA SEMPRE PIÙ INTERESSE DI UNO FERMO.
La fonte della comunicazione durante una spiegazione sei TU, dunque devi garantirne una diffusione omogenea.
Spostarti nei vari punti della classe mentre spieghi è un’ottima strategia per essere certa di raggiungere tutti (i banchi in fondo all’aula ad esempio di solito sono i più esposti alla distrazione perché più lontani dalla tua voce).
Camminando tra i banchi ridurrai sensibilmente lo sforzo attentivo dei tuoi alunni, che sai durare relativamente poco, ottenendo l’effetto di prolungarlo.
Nel momento in cui “senti” che l’attenzione sta calando,
RICHIAMA L’ATTENZIONE SUI PUNTI FONDAMENTALI DELLE LEZIONI CON SCRITTE, DISEGNI O ANCHE PICCOLE DRAMMATIZZAZIONI.
Gestisci insomma le diverse situazioni comunicative che ti si pongono d’avanti usando canali diversi, alternare la tua comunicazione ti offrirà diversi benefici.
Ricorda di usare più energia, ed entusiasmo mentre comunichi, almeno nella fase della spiegazione, utilizzando magari tecniche per catturare l’attenzione come: HUMOR, STORIE, SORPRESA.
2. ERRORE: EVITARE LA PARTECIPAZIONE DEI TUOI ALUNNI.
Ho scoperto che fare monologhi non aiuta a mantenere l’attenzione del mio interlocutore, dunque devi sfruttare la tua capacità di fare domande per verificare la tua efficacia comunicativa e indurre a riflettere i bambini sull’argomentato che stai spiegando.
Parola d’ordine:
COINVOLGIMENTO Se vogliamo davvero renderli partecipi, dobbiamo lavorare su cosa attrae e attira gli studenti, sfruttare i personaggi in voga o i classici rimane un ottimo punto di partenza per creare interesse.
L’utilizzo di un linguaggio coinvolgente, che riguardi esempi del mondo dei bambini, citando per es. vestiti, giochi da loro conosciuti sono elementi potenti per suscitare la loro memoria.
Ricorda che:
COINVOLGIMENTO E ATTENZIONE VANNO DI PARI PASSO.
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3. ERRORE: OFFRIRE TUTTI I DETTAGLI DI UNA SPIEGAZIONE ED ESSERE PREVEDIBILE.
Offrire tutte le risposte su di un tema, non consente ai bambini di fare uno sforzo cognitivo per formulare domande, questa è quella che viene definita oggi:
“PROMUOVERE LA CAPACITÀ DI PROBLEM POINT”.
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Durante la spiegazione offri dei tempi ben specifici per le domande, se preferisci non essere interrotta durante la spiegazione, suggerisci ai tuoi alunni di scriverle e di esporle nel momento concordato insieme.
Più che raccogliere le domande dovrai sforzarti di saperle provocare, suscitare e promuoverle, tuttavia tieni a mente che la curiosità bisogna saperla, non solo suscitare ed incrementare, ma anche mantenere.
Vi sono diverse strategie che puoi utilizzare per sollecitare domande e per mantenere viva la curiosità, ma quella che preferisco è sicuramente quella proposta da Bruner che fa riferimento
ALL’EFFETTO ZEIGARNIK.
CHE CONSISTE NEL NON SODDISFARE MAI A PIENO LE CURIOSITÀ DEGLI ALUNNI, MA FARE IN MODO CHE AL TERMINE DI OGNI SPIEGAZIONE ESSI ABBIANO PIÙ DOMANDE DI QUANTE NE AVEVANO ALL’INIZIO, OFFRENDO LORO ELEMENTI INCOMPLETI SUI QUALI POSSONO INTERROGARSI.
4. ERRORE: NON UTILIZZARE AUSILI DIDATTICI.
Dalla lavagna nera alla LIM, dal video proiettore alla lavagna luminosa, hai oggi una serie di strumenti che possono diversificare sensibilmente la tua modalità di fare lezione, questi sono preziosi strumenti che se utilizzati bene, possono incrementare sensibilmente la soglia d’attenzione dei tuoi bambini,
SAREBBE POCO SAGGIO NON IMPARARE A SFRUTTARLI.
Questi ausili ti permettono di variare il ritmo e le modalità di lavoro durante l’attività didattica attraverso video, immagini e suoni, senza contare il fatto che ti agevolano e ti aiutano a non affaticare troppo la voce, dandoti il tempo di prenderti piccole pause durante le tue spiegazioni.
5. ERRORE: SPIEGAZIONI TROPPO LUNGHE.
Guidato dal troppo entusiasmo, sono caduto spesso in questo errore, tenendo lezioni senza momenti intermedi di riposo o dedicati ad attività pratiche che consentissero di “staccare” per qualche minuto.
Se sai di dover affrontare argomenti piuttosto lunghi e complessi, puoi pensare di costruire lezioni eliminando volutamente alcune parti di essa, soprattutto se questa sarà ripresa il giorno dopo.
COSTRUISCI LEZIONI A PUNTATE IN CUI CREI PER OGNUNA DI ESSA DELLE SUSPANCE SFRUTTANDO NUOVAMENTE L’EFFETTO ZEIGARNIK.
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Se puoi lascia spazio al movimento tra una lezione e l’altra è efficace per distrarre i bambini e garantire un’ottima ripresa successiva.
6. ERRORE: CONSEGNE POCO CHIARE.
Delle consegne poco chiare producono distrazione, perché suscitano ulteriori richieste di spiegazioni che si trasformano in una serie di domande non solo verso la maestra, ma anche fra alunni.
Sta attenta a come suggerisci le consegne, se noti che molti bambini del gruppo cominciano a farti domande su come devono svolgere il compito, con tutta probabilità hai bisogno di riformulare le consegne.
Dedicata più attenzione ai bambini che di solito tendono ad essere distratti chiedendo loro di ripetere ciò che hanno capito, se il bambino che di solito è più distratto avrà capito bene, avrai poco di cui preoccuparti.
Le parole d’ordine per delle CONSEGNE FATTE BENE sono semplicemente 3:
- Presentarle ad alta voce;
- Chiarezza e precisione nelle consegne e nei tempi di lavoro;
- Ripeterle più volte e verificare la propria efficacia facendo domande.
Nella routine quotidiana questi errori possono essere facilmente commessi, meglio dunque tenerli a mente ed evitarli, il semplice fatto di non commetterli eleveranno la soglia d’attenzione, soprattutto se corretti con i consigli sopra esposti.
Utilizza tempi e modalità differenti per stimolare l’attenzione dei tuoi alunni, il segreto è
NON ESSERE NOIOSI E VARIARE LA QUALITÀ E FREQUENZA DELLO STIMOLO e ricordare che;
LO STIMOLO MIGLIORE ALL’ATTENZIONE SEI TU.
SCARICA L’ARTICOLO COMPLETO IN PDF DAL LINK: I-6-KILLER-DELL-ATTENZIONE.pdf (13693 download )
RISORSE CONSIGLIATE PER TE: COMUNICAZIONE EFFICACE A SCUOLA.
Se hai voglia di confrontarti con me contattami pure sulla mia pagina Facebook: DIDATTICA PERSUASIVA.
i primi dieci minuti esercizi ludici di rémue-méninges con una palla morbida lanciata agli alunni. E’ un ottima sistema per attenuare l’ansia e “svegliare” gli alunni soprattutto le ultime ore. L’ho imparato all’università di Grenoble molti anni fa in un corso di metodologia e didattica del francese.
Questa è davvero un’ottima idea. Ti ringrazio per il suggerimento. 🙂
L’ha ribloggato su scuola mainardi vicenza.
L’ha ribloggato su Scorribande Filosofichee ha commentato:
Grazie mi sembra un’ottima sintesi. Mi permetto di ribloggarla a beneficio di colleghi e studenti. Francesco Dipalo
Ma perché non darlo a tutti gli insegnanti..molto interessante. .sono le stesse regole per gli oratori. .grazie
Grazie a te Ada per il commento positivo!
Bellissimo articolo, ottimi spunti! Grazie mille
Grazie Serena è un piacere.
Grazie per i preziosi consigli!!
Prego Sabrina è davvero un piacere! 🙂
Mi piace molto.
Grazie Maria!!
Ottimo lavoro. Grazie!!
Ed io caro Pasquale, non posso che ringraziarti per il tuo commento e augurarti un buon lavoro.
Francesco Grazie davvero.
Ciao Leonardo, il tuo articolo è stato per me una sorta di autovalutazione. Devo dire la verità, il mio passato di animatrice quando ero ragazzina mi aiuta molto nel mio lavoro perché cerco sempre di alternare momenti seri a momenti più ludici. Anche io insegno lingue straniere…français per l’esattezza.
Gli insegnanti devono essere anche animatori dici bene!! 🙂
Anche in Germania, se non ricordo male, ricorsero a questo esercizio ludico! Ottima idea!
Mi pare che in linea di massima il buon senso spinga qualsiasi insegnante ad adottare d’istinto questo modo di procedere. Non avevo però mai pensato all’effetto Zeigarnik.
puoi spiegarmelo? non so cosa sia! grazie
Purtroppo è il buon senso che in linea di massima non è utilizzato da qualsiasi Insegnante.
Grazie per l’articolo. Strategie di comunicazione sempre gradite. Ci vorrebbe un corso di formazione in aula…
Interessante veramente. Lo utilizzerò più spesso. Utilizzerò sicuramente anche altri suggerimenti forniti da altri interlocutori. Grazie
Prego Elena è un piacere.
Grazie davvero per questo articolo…..farò tesoro di alcune strategie che non conoscevo, altre le adotto già (insegno Inglese alle superiori). Buon lavoro!!!!
Mary grazie per il commento positivo è un piacere. Un abbraccio.
Sara’ che insegno da 22 anni ormai di cui 13 nella secondaria di 2 grado e 9 nella primaria ma questi errori non li faccio piu’ ormai da parecchi anni per fortuna mia e degli alunni.
Complimenti! !
Grazie per queste info preziosissime, io vorrei consigliarle alle insegnanti di mia figlia che non sanno proprio come fare a catturare l’attenzione dei ragazzi, ma credo che la prendano male…come mi consigli di suggergli queste strategie?
Hai ragione Elena…formazione continua con tanto di voto!
Maria qui tocchi un tasto dolente, che è il coraggio di sapersi mettere in discussione purtroppo alcuni insegnanti davvero rifiutano di farlo con ostinazione, pur di fronte a colossali fallimenti. Che fare? Parla in prima persona, mostragli il blog e riferisci i benefici che hai scoperto come mamma, leggendo questi “suggerimenti”. Invitali semplicemente alla lettura e verifica nei giorni seguenti con qualche domanda se lo hanno fatto davvero nel caso contrario stampa l articolo e daielo a mano spiegando che molti le stanno seguendo con ottimi risultati. Vedrai funziona. Buona fortuna.
Bellissima scoperta questo blog! l’effetto Zeigarnik non lo conoscevo e non vedo l’ora di provarci. Qualcuno ha fatto riferimento ad una sorta di brainstorming con una palla morbida lanciata agli alunni. Mi ha incuriosito molto ma non credo di aver capito come fare! può spiegarmelo se lo conosce? grazie mille!
Tenterò,grazie di cuore.
Il testo mi sembra interessantissimo e condivisibile. Si tratta dei principi ai quali mi sono attenuto, compatibilmente con le situazioni logistiche in cui mi sono venuto a trova nei 60 anni trascorsi nelle scuole di ogni ordine e grado. Devo dire che ho avuto generalmente successo con gli alunni, non sempre con i “superiori” .
Antonio questo non può che farmi piacere. Complimenti per la tua lunghissima carriera.
davvero molto molto molto interessante. grazie. l’ho condiviso anche nel gruppo pubblico di fb BASTA COMPITI 🙂
Grazie chiederò di entrarci anch’io!
Sono strategie interessanti, che condivido e che hanno sempre caratterizzato il mo modo di insegnare. Lavoro da trent’anni nella scuola primaria. Mi meraviglia un po’ il fatto che tu parli esclusivamente di “maestre” ed insegnanti femmine. Ti hanno informato che esistono anche maestri maschi..?
Si mi hanno informato ed io sono uno di quelli! Ciao Enzo!
Insegno da diversi anni ed alcune cose che ho letto mi vengono istintive, altre le ho trovate interessanti. L’effetto Zeigarnick non lo conoscevo e ti ringrazio per aver aggiunto un tassello alle mie conoscenze. L’uso della palla morbida lo sperimenterò la prossima settimana come innovazione della classica interrogazione orale in una classe con diversi BES.
come si usa la palla morbida?
Trovo tutto molto interessante,volevo chiederti un consiglio,quest’anno ho una terza elementare,nella classe c’ è un bambino che non vuole scrivere anche se ne é capace,molto intelligente ma incapace di sopportare tutta la lezione in classe,è indietro in matematica,perché vuole leggere i topolini in quell’ora con la mia collega,senza un perche’ picchia i fa dispetti agli altri bambini,scappa e non si fa afferrare dai miei colleghi e se lo fanno li morde con me è tranquillo,ma non so cosa fare per migliorare la situazione e per non farlo rimanere indietro sul programma
Carissima Anna risponderò alle tue domande con il mio ultimo articolo dal nome: Comportamento oppositivo provocatorio: Come rispondere alle provocazioni.
un ringraziamento doppio, perché insegno geografi (solo 1 a settimama) in un’ IPSIA e mia figlia ha la sindrome ADHD
Anche mio figlio, prima elementare, è un pò così: non scappa, non morde, ma si rifiuta di lavorare in classe, soprattutto con una maestra, e il pomeriggio… Dorme in classe!!! Dove trovo il tuo articolo?
Stefania lo pubblico tra oggi e domani.
Cosa si puo fare per un bambino intelligentissimo ma con poca voglia e disturbi nel pensiero cognitivo
In questo caso è lo stimolo alla motivazione ad essere probabilmente troppo debole, scopri i suoi interessi e sfruttali per crearla.
Ciao Leonardo! ottimi spunti, grazie…!
ma, se posso permettermi, volgili in positivo: mette più di buon umore e ti fa sentire meno “sbagliato” e più aperto all’autoriflessione! buon lavoro! 🙂
Grazie ottimo consiglio lo terrò sicuramente presente nella stesura del prossimo articolo.
ciao Leonardo , sono Gigi papa’ di 2 bambini un consiglio come pedagogista. cosa posso utilizzare.di attenzione nei miei confronti ,giochi letture o parole grazie.
Ciao Gigi ti dispiacerebbe essere più chiaro, a quale scopo ti serve la loro attenzione?
grazi, sono interessata
Ciao Cecilia benvenuta, riceverai mensilmente i nostri aggiornamenti felici di esserti utile.
Interessante….grazie!
Grazie a te per essere qui.