ADHD/DDAI in classe: come comportarsi? Alcuni consigli pratici.
Si è già parlato di come l’ADHD/DDAI possa rappresentare un banco di prova per docenti – di sostegno e non – e per educatori: figure fondamentali, insieme a quelle genitoriali, per una serena convivenza dello studente affetto da questa sindrome con il resto della classe.
Questo è, in effetti, un disturbo che crea non pochi momenti di distrazione durante la lezione, considerando l’impulsività e l’iperattività di cui il soggetto ne soffre.
Dunque, come gestire nella maniera più efficace possibile un alunno con DDAI in un’ottica di inclusione didattica? In linea generale, la raccomandazione principale degli psicologi è quella di non arrivare mai a un confronto diretto e duro con l’allievo, anche se si comporta in maniera esuberante: in questi casi, è importante ricordarsi di non alzare la voce o ammonirlo troppo (perché porterebbe a un’escalation di rabbia incontrollata), ma aspettare che si calmi magari in un luogo diverso dal contesto classe e riprendere in seguito la questione che ha causato l’episodio di conflitto.
In tal senso, è bene ricordare che i ragazzi con ADHD sono più ricettivi a ricevere rinforzi positivi (premi per aver seguito una buona condotta) che negativi (punizioni per non averlo fatto), perché a quelli negativi in qualche modo sono assuefatti, dato che vengono spesso ripresi e, dunque, non danno lo stesso valore a un rimprovero come farebbero invece i loro compagni.
I consigli che seguono risultano essere delle generalizzazioni che vanno applicate attraverso degli aggiustamenti ai singoli casi specifici perchè come sappiamo dall’esperienza diretta ogni studente con ADHD è differente dall’altro e risponde in maniera differente a differenti stimoli.
ADHD/DDAI IN CLASSE: COME COMPORTARSI? 7 CONSIGLI PRATICI
Strategie e consigli per docenti ed educatori
La strategia della didattica effettuata in coppia con uno studente particolarmente brillante in una determinata materia è utilissima, poiché l’allievo con l’ADHD non si sentirà “assillato” dall’adulto. L’adulto, infatti, rappresenta la programmazione e la regolamentazione, su cui egli non ha controllo dentro di sé. Un suo pari, dunque, può aggirare quest’ostacolo.
ADHD/DDAI IN CLASSE: COME COMPORTARSI? 7 CONSIGLI PRATICI
2 – Utilizzare stimoli diversificati per catturare l’attenzione.
Una delle problematiche maggiori che riscontrano i ragazzi con DDAI è dovuta all’ascolto delle spiegazioni durante le lezione, poichè sensibili e ricettivi a qualsiasi stimolo che li circonda sono di facile distribilità. Una tattica, in questo senso, può essere quella di proporre loro stimoli visivi o motori, piuttosto che solo uditivi: tali pratiche possono essere inserite nella personalizzazione della didattica individualizzata da parte del docente di sostegno o educatore.
3 – Lasciare che si muovano e si alzino, ma con un fine.
L’iperattività li porta spesso ad alzarsi dal banco per “vagabondare” in classe o semplicemente per sgranchirsi le gambe: se non è di troppo disturbo per la lezione, ogni tanto lasciate che lo facciano, che si muovano e/o che escano dalla classe, con un insegnante o un compagno, per una breve passeggiata. L’importante è che sia chiaro il fine: tornare poi al banco e procedere con i lavoro scolastico. Servirà anche da incentivo.
ADHD/DDAI IN CLASSE: COME COMPORTARSI? 7 CONSIGLI PRATICI
4 – Non coglierli in fallo.
Capita spesso, com’è ovvio per la sintomatologia dell’ADHD, che l’alunno si distragga, chiacchieri, o si dimentichi di portare un libro: non bisogna, in questi casi, sottolineare la sua mancanza. È meglio farlo in un altro momento, magari facendo seguire questa osservazione a un riconoscimento per qualcosa di lodevole che ha fatto: potrebbe ascoltare con più attenzione il velato rimprovero e non si indisporrebbe come farebbe, invece, quando colto “in flagrante”. La disorganizzazione dei materiali o la loro dimenticanza potrebbe essere corretta attraverso ausili grafici specifici che gli consentano di ricordare i passaggi per una buon riordino dei materiale o la presenza/assenza degli stessi.
ADHD/DDAI IN CLASSE: COME COMPORTARSI? 7 CONSIGLI PRATICI
5 – Programmare le interrogazioni e spezzettare le verifiche
È importante pianificare un giorno in cui interrogare l’alunno: il bambino avrà così tempo, per studiare e preparare lo studio. Stessa cosa con le verifiche: dar loro più tempo alle volte non basta, meglio svolgere la verifica con un tempo e uno spazio dedicato e concentrarsi su recenti e brevi unità didattiche.
6 – Non dare loro pretesti per evitare le responsabilità.
Tenere aggiornato il registro di classe elettronico o il diario dell’alunno con ADHD, così come verificare che abbia capito i compiti per le prossime lezioni, chiedendo di ripeterli (ed evitando di assegnarli durante gli ultimi 5 minuti dell’ora) sono strategie fondamentali per non incorrere nelle tipiche scuse da “non sapevo ci fossero” , oppure “non avevo capito” o ancora “non c’era scritto sull’agenda/diario/registro elettronico”.
7– Non fomentare la loro tendenza a polemizzare.
Purtroppo, è difficile spiegare all’intera classe quando uno dei suoi componenti cerca di polemizzare con qualsiasi pretesto, cercando di evitare la lezione e dirigendo l’attenzione su tutt’altro. In questo caso, è bene o ignorare questi tentativi o affrontarli in maniera molto schietta e diretta, cercando di chiudere velocemente la diatriba verbale per poi passare ad altro: la lezione.
ADHD/DDAI IN CLASSE: COME COMPORTARSI? 7 CONSIGLI PRATICI
Edit: Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” – Manfredonia (FG).
Spero questo articolo possa esserti stato d’aiuto.
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