In questo articolo offro una raccolta attraverso idee metodiche per capire bene come affrontare la ADHD a scuola.
L’articolo non va inteso come intervento terapeutico ma offre spunti e interventi diretti su come migliorare e facilitare la gestire del bambino con ADHD in classe.
ADHD A SCUOLA
Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, ADHD (acronimo inglese per Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione, impulsività e iperattività.
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2. BAMBINI DISATTENTI, IPERATTIVI E IMPULSIVI: LE 3 STRATEGIE PIÙ EFFICACI.
Non ti direi niente di nuovo se affermassi quanto possa essere difficile fare lezione con un bambino definito “iperattivo”, e quanto questo richieda impegno. La scuola è uno degli ambienti in cui le difficoltà del bambino con questo tipo di disturbo sono più evidenti, di conseguenza l’atteggiamento adottato dagli insegnanti con lui è fondamentale per qualsiasi intervento, al fine di ridurne i sintomi. ADHD A SCUOLA
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3. ADHD STRATEGIE DIDATTICHE: COSA NON DOVREBBE FARE L’INSEGNANTE.
Come già illustrato, le tipologie di Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività possono essere di diverso genere, per questo un insegnante in classe, pur trovandosi davanti a un alunno con diagnosi di ADHD, potrebbe osservare comportamenti assai differenti tra di loro, non tutti immediatamente associati/associabili al disturbo. ADHD A SCUOLA
Cercheremo di fornire esempi che possano chiarire ai docenti come il disturbo si manifesta all’interno delle mura scolastiche durante l’orario di lezione, ciò con il fine di aiutare gli insegnanti stessi a riconoscere quali comportamenti del soggetto con diagnosi siano imputabili alla natura del disturbo.
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4. DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ: 7 CONSIGLI INVINCIBILI.
Per capire bene come si sente un bambino con DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ immagina di trovarvi in una specie di caleidoscopio in cui le immagini, i suoni, i pensieri, cambiano continuamente.
Non riesci a rimanere concentrata, ti annoi facilmente, non riesci a completare le attività che hai cominciato, perdi il filo perché sei distratta da ogni stimolo esterno. La tua mente passa da un pensiero all’altro, ti senti trascinata da un’attività all’altra. ADHD A SCUOLA
Se qualcuno ti rivolge la parola, magari non te ne accorgi perché sei coinvolta nell’intricata rete dei tuoi pensieri e delle immagini che ti passano per la mente.
Questa è più o meno la condizione che vive un bambino con SINDROME DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ (ADHD, acronimo della definizione inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder).
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5. 13 STEP PER LA GESTIONE DEL BAMBINO IPERATTIVO IN CLASSE.
In considerazione della sempre maggiore e segnalata presenza nelle scuole di alunni con diagnosi di «Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività» (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder) si propongono indicazioni e accorgimenti didattici volti ad agevolare il percorso scolastico di detti alunni alla luce del documento sottoscritto da Airipa (Associazione Italiana Ricerca e Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento), Sinpia (Società Italiana di NeuroPsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), Aidai (Associazione Italiana per i Disturbi di Attenzione, Iperattività e patologie correlate), Aifa (Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus) e pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.
Si premette che l’ADHD è presente in circa l’1% (fonte Istituto Superiore di Sanità) della popolazione infantile, ha una causa neurobiologica e si caratterizza per la presenza di sintomi di disattenzione, impulsività/iperattività, riconducibili a difficoltà nell’autocontrollo e nelle capacità
di pianificazione e non attribuibili a un deficit dell’intelligenza.
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6. STRATEGIE DIDATTICHE PER BAMBINI CON DDAI.
Il terreno preferito dal bambino disattento e iperattivo per “fare mostra” di tutte le sue difficoltà è sicuramente la scuola.
Abbiamo intuito che un bimbo con Disturbo da Deficit di Attenzione – Iperattivita (DDAI) oltre a essere una “croce” per la madre è anche l’incubo delle maestre che non sanno più cosa inventare per contenere il comportamento imprevedibile e inadeguato di bambini con ADHD.
Quando si tratta di gestione del comportamento del bambino è importante che le insegnanti e lo psicopedagista abbiano la consapevolezza che esistono degli accorgimenti in grado di ridurre la gravità delle manifestazioni del DDAI. ADHD A SCUOLA
Dobbiamo prendere atto che il diverso atteggiamento degli insegnanti con il bambino disattento/iperattivo ha un forte impatto sulla modificazione del suo comportamento.
Non dobbiamo dimenticare che la gravità e la persistenza dei sintomi del DDAI risentono notevolmente delle variabili ambientali: di come il bambino si sente accettato e aiutato di fronte alle difficoltà (Barkley, 1997).
Uno dei predittori un migliore esito del disturbo in età adolescenziale sta proprio nel positivo rapporto che gli insegnanti sono riusciti ad instaurare con l’alunno durante gli anni della scuola dell’obbligo.
Per riuscire ad essere pragmatici senza essere semplicisti abbiano individuato una serie di accorgimenti rivolti in modo specifico agli insegnanti, in un’ottica di comprensione delle difficoltà dell’alunno.
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7. STRATEGIE PER GESTIRE IL DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO A SCUOLA. ADHD A SCUOLA
Nel Disturbo Oppositivo Provocatorio i bambini mostrano un pattern comportamentale di irritabilità, ostilità, oppositività e sfida, persistente e inappropriato all’età, tale sindrome è una variabile dell’ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder).
ADHD a scuola
Il DOP è definito da due differenti ordini di problematiche:
- L’aggressività
- La tendenza ad infastidire e irritare gli altri (Chandler)
Le caratteristiche dei bambini con Disturbo Oppositivo Povocatorio sono:
- sfidano apertamente o si rifiutano di seguire le indicazioni, le regole, le richieste degli adulti;
- perdono ripetutamente le staffe;
- mettendo alla prova le figure di autorità dunque anche quelle degli insegnanti;
- non si assumono la responsabilità delle loro azioni;
- incolpando gli altri;
- si infastidiscono facilmente e ripetutamente infastidendo gli altri;
- sono ostinati, spesso arrabbiati e risentiti, rancorosi e vendicativi.
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8. DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO: TRATTARLO IN 4 PUNTI.
Sai che 7 insegnanti su 10 affermano che i bambini con diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) sono i più difficile da trattare e con i quali è più difficoltoso rapportarsi, gestire la propria emotività e ottenere progressi?
Tra i disturbi del comportamento il DOP è fra quelli che metterà a più dura prova la tua pazienza, se nella sua gestione non saprai che fare e come prevenire alcuni comportamenti.
ADHD A SCUOLA
Se ne hai già avuto a che fare sai già di cosa sto parlando. Difficile?
Se non sai che fare, parecchio. Innanzi tutto è importante che tu conosca, anche se in grandi linee, la sua eziologia.
Perché? Perché più ne saprai, più sarai in grado di attribuire il giusto significato ai comportamenti che ti si presenteranno e che in un primo momento potrebbero apparirti come insensati. (Clicca sul titolo dell’articolo per leggere il seguito…)
ADHD a scuola
9. ADHD/DDAI IN CLASSE: COME COMPORTARSI? 7 CONSIGLI PRATICI.
Si è già parlato di come l’ADHD/DDAI possa rappresentare un banco di prova per docenti – di sostegno e non – e per educatori: figure fondamentali, insieme a quelle genitoriali, per una serena convivenza dello studente affetto da questa sindrome con il resto della classe.
Questo è, in effetti, un disturbo che crea non pochi momenti di distrazione durante la lezione, considerando l’impulsività e l’iperattività di cui il soggetto ne soffre.
Dunque, come gestire nella maniera più efficace possibile un alunno con DDAI in un’ottica di inclusione didattica? In linea generale, la raccomandazione principale degli psicologi è quella di non arrivare mai a un confronto diretto e duro con l’allievo, anche se si comporta in maniera esuberante: in questi casi, è importante ricordarsi di non alzare la voce o ammonirlo troppo (perché porterebbe a un’escalation di rabbia incontrollata), ma aspettare che si calmi magari in un luogo diverso dal contesto classe e riprendere in seguito la questione che ha causato l’episodio di conflitto.
In tal senso, è bene ricordare che i ragazzi con ADHD sono più ricettivi a ricevere rinforzi positivi (premi per aver seguito una buona condotta) che negativi (punizioni per non averlo fatto), perché a quelli negativi in qualche modo sono assuefatti, dato che vengono spesso ripresi e, dunque, non danno lo stesso valore a un rimprovero come farebbero invece i loro compagni. (Clicca sul titolo dell’articolo per leggere il seguito…)
ADHD a scuola
10. 10 REGOLE SPECIFICHE PER LA GESTIONE DELL’ADHD.
A proposito del miglior modo di affrontare i deficit di funzionamento esecutivo nei bambini e negli adolescenti con ADHD, si possono seguire 10 regole specifiche per la preparazione di un programma mirato.
GESTIONE DELL’ADHD
1. Le regole e le istruzioni fornite ai bambini con ADHD devono essere chiare e concise, e spesso devono essere fornite usando modalità di presentazione visiva ed esterna più di quanto sia necessario fare con i bambini senza ADHD.
Le regole della classe
– Orecchie aperte (ascolterò e seguirò le istruzioni).
– Mani alzate (alzerò la mano prima di dire la mia).
– Bocche tranquille (parlerò a voce bassa).
Per gestire adeguatamente i bambini con ADHD è essenziale fornire istru- zioni chiare, farle ripetere a voce alta all’allievo, chiedergli di ripeterle sottovoce mentre le esegue, ed esporre visibilmente in tutta la classe delle serie di regole o di suggerimenti (per esempio promemoria costituiti da segnali di stop, grandi occhi e grandi orecchie per indicare «fermati, guarda e ascolta»). Spesso non si può contare sulla capacità del bambino di ricordare le regole né sull’uso di pro- memoria puramente verbali. (Clicca sul titolo dell’articolo per leggere il seguito…)
RISORSE CONSIGLIATE PER TE DISTURBI DA COMPORTAMENTO DIROMPENTE A SCUOLA.
Se hai voglia di confrontarti con me contattami pure sulla mia pagina Facebook: DIDATTICA PERSUASIVA.