ADEGUARE GLI OBIETTIVI DEL BAMBINO CON DISABILITÀ AGLI OBIETTIVI DELLA CLASSE.
L’adeguamento del percorso didattico del bambino diversamente abile a quello della classe potrebbe essere una buona occasione, per gli insegnanti, per riflettere su quale modello didattico utilizzare per agevolare l’integrazione.
Il modello didattico per problemi? Quello per concetti? Quello per sfondo integratore? Il modello della didattica breve? Quello per obiettivi?
Ciascuno di questi modelli contiene in sé un buon potenziale per l’integrazione, ma il modello più utilizzato è quello per obiettivi, sicuramente per le sue implicazioni positive rispetto ai processi di individualizzazione (la scansione degli obiettivi, degli argomenti, il rispetto dei tempi e delle caratteristiche del soggetto, la preoccupazione circa la verificabilità dei risultati).
ADEGUARE GLI OBIETTIVI DEL BAMBINO CON DISABILITÀ AGLI OBIETTIVI DELLA CLASSE.
Una volta selezionato il modello, ai docenti viene richiesto un grande impegno per adattare gli obiettivi del bambino diversamente abile a quelli della classe. In che modo?
Partendo da un obiettivo curricolare standard destinato a tutti gli alunni è possibile avviare un percorso di adattamento che prevede, a seconda della possibilità di accesso allo stesso, varie possibilità:
la sostituzione: l’obiettivo non si semplifica, ma si cura soltanto l’accessibilità della richiesta per consentirne la comprensione e facilitarne di conseguenza la risposta;
la facilitazione: l’obiettivo viene ricontestualizzato (proposto da altre persone, in un ambiente concreto legato al contesto di richiesta, con tecnologie più motivanti e interattive, con modalità relazionali più motivanti), semplificato nei tempi e negli spazi, arricchito con altri tipi di stimoli;
la semplificazione: l’obiettivo viene semplificato nella comprensione, nell’elaborazione e/o nella risposta;
la scomposizione nei nuclei fondanti: l’obiettivo, magari complesso, viene ricondotto al significato essenziale per essere compreso o tradotto in un obiettivo più accessibile in un processo di avvicinamento ai nuclei fondanti di ogni disciplina relativi ai processi cognitivi tipici del sapere piuttosto che ai prodotti (nozioni);
la partecipazione alla cultura del compito: l’obiettivo diventa trovare occasioni per far partecipare l’alunno a dei momenti significativi di elaborazione e di utilizzo delle competenze curricolari in modo da poter sperimentare la “cultura del compito”.
Nella vita di ogni giorno noi partecipiamo ad una infinità di situazioni, pur non avendo in esse particolari competenze. Ci sono settori dei quali non sappiamo molto, ma non per questo ci esoneriamo dal partecipare all’atmosfera culturale ricavandone sollecitazioni importanti sul piano personale. (D. IANES)
ADEGUARE GLI OBIETTIVI DEL BAMBINO CON DISABILITÀ AGLI OBIETTIVI DELLA CLASSE.
In una classe che attua l’integrazione si verificano dinamiche analoghe (P. ROLLERO).
In base alla gravità del deficit, i docenti possono scegliere il livello di semplificazione degli obiettivi che reputano più idoneo per l’alunno disabile.
Riportiamo ora qualche esempio di adeguamento riferito ai diversi ordini di scuola. Per la scuola primaria, prendiamo il caso di un bambino inserito in una prima classe impegnata nell’apprendimento della lettura e della scrittura con il metodo fonetico. Il bambino diversamente abile non è ancora pronto per questo obiettivo perché non ha ancora acquisito la capacità di discriminare.
Se si considerano solo i bisogni cognitivi dell’allievo si è tentati di lavorare sulla discriminazione di colori o forme geometriche, ignorando quello che fa il resto della classe; se invece ci sta a cuore che il bambino partecipi ai lavoro dei compagni, potremmo sollecitarlo ad acquisire l’abilità di discriminare utilizzando grandi lettere dell’alfabeto in stampato maiuscolo.
Nell’ambito linguistico, obiettivi come saper ascoltare, saper comunicare, sono quasi sempre alla portata degli allievi con deficit. Altri obiettivi come saper leggere, saper comprendere, saper produrre testi scritti si prestano ad essere utilizzati come punto di partenza di una programmazione individualizzata che tenga conto di quello che fanno i compagni.
ADEGUARE GLI OBIETTIVI DEL BAMBINO CON DISABILITÀ AGLI OBIETTIVI DELLA CLASSE.
Nella scuola secondaria la situazione si fa più complessa perché la distanza fra gli obiettivi della classe e le effettive potenzialità del bambino diversamente abile tende ad aumentare. Tuttavia si possono ancora individuare obiettivi comuni: in una prima media vengono programmate attività per insegnare ai ragazzi a comunicare verbalmente in modo adeguato.
E’ una buona occasione per lavorare anche con l’allievo individuando obiettivi specifici al suo livello: dire il proprio nome in risposta ad una domanda, chiedere in prestito una matita oppure esprimere il proprio punto di vista, accettare il punto di vista dell’altro.
Nell’ambito storico, un obiettivo adatto anche agli allievi che non sanno leggere può essere: ordinare cronologicamente fatti ed eventi.
Questo obiettivo permette di sistemare su di una tabella fatti ed eventi secondo un ordine cronologico e insegnare il concetto di prima e dopo anche ad un allievo con difficoltà di apprendimento. ADEGUARE GLI OBIETTIVI DEL BAMBINO CON DISABILITÀ AGLI OBIETTIVI DELLA CLASSE.
In ambito geografico, troviamo l’obiettivo leggere mappe e carte. Anche questo obiettivo può essere raggiunto a diversi livelli di complessità: alcuni leggeranno le carte per programmare un viaggio, altri impareranno a guardare le carte per conoscere il tragitto da casa a scuola.
Lo scopo principale di tutto questo lavoro sull’adattamento degli obiettivi è quello di cercare di evitare situazioni di emarginazione.
Non dobbiamo, quindi, chiederci se è utile che un alunno che ha ancora bisogno di consolidare abilità di base possa trarre giovamento da un lavoro sulla vita degli antichi Romani sul quale la classe è impegnata.
Se allarghiamo il campo di analisi da quello cognitivo a quello sociale, allora sicuramente il lavoro sugli antichi Romani assume una importanza fondamentale perché costituisce una occasione per lavorare con e come gli altri compagni.
Le situazioni in cui l’alunno diversamente abile sarà costretto a lavorare individualmente e su contenuti non comuni al resto della classe sicuramente non mancheranno, ma bisogna saperle gestire.
Il ricorso al modello dell’insegnamento separato rispetto al resto della classe trova una sua legittimazione solo se gli altri compagni svolgono anch’essi un lavoro individuale e se l’intervento da parte degli insegnanti viene rivolto a tutti gli alunni e non solo a quelli che necessitano di essere seguiti individualmente.
ADEGUARE GLI OBIETTIVI DEL BAMBINO DISABILE AGLI OBIETTIVI DELLA CLASSE.
RISORSE CONSIGLIATE PER TE LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI.
Se hai voglia di confrontarti con me contattami pure sulla mia pagina Facebook: DIDATTICA PERSUASIVA.
Buon lavoro.