METODI DIDATTICI ATTIVI
Questi metodi si basano sul presupposto che l’apprendimento efficace dipenda in gran parte dall’esperienza e coinvolgono lo studente, attraverso la partecipazione e l’investimento di energia, in tutte le fasi del processo di apprendimento; perciò sono più utili per stimolare i processi cognitivi superiori e il pensiero critico. Sono metodi centrati sullo studente.
METODI DIDATTICI ATTIVI
VANTAGGI
– Possono aumentare le abilità di pensiero critico degli studenti.
– Consentono agli studenti di mostrare iniziativa.
– Coinvolgono gli studenti stimolandoli anche a parlare di più.
– Incorporano di più le proposte e le idee degli studenti.
– Rendono più facile la valutazione dell’apprendimento degli studenti.
– Rispondono meglio alle esigenze di studenti con diversi stili di apprendimento.
SVANTAGGI
– Il docente deve essere esperto di contenuto ma anche della metodologia didattica.
– Organizzare esperienze di apprendimento attivo può essere difficile.
– Richiede più tempo ed energia e può essere stressante per docenti e studenti.
I principali metodi attivi sono:
1. Laboratorio Didattico
2. Metodo dei casi
3. Problem Based Learning
4. Project Based Learning
METODI DIDATTICI ATTIVI
In generale, il concetto di laboratorio è associato ad un luogo in cui si svolgono i vari tipi di esperimenti (chimici, biologici, fisici). Tuttavia, negli ultimi anni, si è affermata una nuova idea di una pratica didattica basata su un approccio ‘laboratoriale’. Questa non coincide necessariamente con la comune concezione di un laboratorio ma prende la forma di un ambiente di apprendimento.
Il laboratorio didattico favorisce la motivazione degli studenti all’apprendimento grazie ad un ambiente cooperativo e di ricerca.
Si tratta di un lavoro organizzato in progetti, a partire dalla formulazione dell’idea progettuale (quello su cui abbiamo intenzione di lavorare) per proseguire con la definizione degli obiettivi da raggiungere, l’analisi delle risorse disponibili e quelle da raccogliere, la pianificazione delle fasi di lavoro e delle scadenze, fino alle attività di ricerca, raccolta ed elaborazione dei dati, e infine alla valutazione finale di ciò che è stato ottenuto.
All’interno di un laboratorio si possono utilizzare diverse tecniche, tipicamente dimostrazioni ed esercitazioni.
METODI DIDATTICI ATTIVI
DIMOSTRAZIONI-PERFORMANCE ED ESERCIZI
Gli studenti acquisiscono abilità fisiche o mentali attraverso l’esecuzione di tali competenze sotto la supervisione del docente: imparano a scrivere scrivendo, a saldare saldando, ecc. Si tratta di tecniche di apprendimento per imitazione, che includono tipicamente due aspetti complementari: la dimostrazione (“guarda come faccio “) e l’esercizio (“prova tu stesso”).
Generalmente questa tecnica prevede le seguenti fasi:
– Spiegazione. L’insegnante dà le istruzioni, che devono essere chiare, pertinenti agli obiettivi di quella particolare lezione e basate sull’esperienza e conoscenza degli studenti. Il docente inoltre illustra agli studenti le azioni precise che dovranno eseguire e descrive il risultato di queste procedure.
– Dimostrazione. L’insegnante mostra agli studenti le azioni necessarie per svolgere l’abilità-bersaglio.
– Prestazione degli studenti e supervisione del docente. Gli studenti eseguono l’operazione o le azioni mostrate. Attraverso il fare imparano a seguire le procedure corrette e a raggiungere gli standard stabiliti. È importante che gli studenti abbiano la possibilità di eseguire l’attività non appena possibile, dopo una dimostrazione. Gli insegnanti devono aiutarli se necessario.
– Valutazione. Gli studenti lavorano in modo indipendente e l’insegnante valuta la prestazione di ciascuno.
METODI DIDATTICI ATTIVI
2. METODO DEI CASI
Il metodo dei casi consiste nel presentare agli studenti un caso, all’interno del quale devono prendere delle decisioni per far fronte ad un problema (Hammond, 1976). Gli studenti di solito lavorano in gruppo.
Si tratta di un metodo basato sullo studio di casi ( case studies ), comune nelle scienze sociali e biologiche. Come metodo di insegnamento, prevede la presentazione scritta di situazioni complesse (reali o virtuali, ma realistiche), che gli studenti devono analizzare. Questa situazione è l’oggetto di un’indagine, è un’istanza o un esempio di una classe di fenomeni osituazioni reali. La presentazione dovrebbe avere abbastanza informazioni affinché gli studenti possano comprendere il caso, e, se necessario, proporre una soluzione.
Per scrivere uno studio di caso, l’insegnante deve:
– Descrivere il problema o la questione, mettendo insieme le informazioni per risolverlo.
– Organizzare il caso in paragrafi, che includano l’introduzione al problema, il contesto, le decisioni prese dagli attori, le procedure adottate per la soluzione dei problemi, i risultati derivanti dalle azioni e i loro punti di forza e di debolezza, ecc.
– Scrivere la conclusione, formulando le domande cui rispondere.
METODI DIDATTICI ATTIVI
I casi possono essere (AIF, 1988):
– Caso della decisione il testo fornisce tutte le informazioni sulla situazione e l’obiettivo (una decisione da prendere). Gli studenti devono trovare una o più soluzioni, cioè la decisione migliore, ricavandola dai dati disponibili.
– Caso di studio dei problemi la situazione di partenza non è definita in tutti i dettagli e gli studenti devono prima cosa selezionare le informazioni e completare la raccolta dei dati, specificando meglio anche lo scopo della soluzione.
– Caso d’identificazione dei problemi simile al precedente, il testo presenta una situazione reale ma senza l’evidenza del problema. Gli studenti devono quindi identificare precisamente il tipo di problema.
– Caso di studio dei casi: il testo descrive tutti gli aspetti significativi di una situazione (e problema) reale, che non è stato risolto in modo soddisfacente. Sulla base dei dati attuali, gli studenti devono prospettare altre soluzioni.
METODI DIDATTICI ATTIVI
3. APPRENDIMENTO PER PROBLEMI – PROBLEM BASED LEARNING (PBL)
Il PBL è un metodo centrato sullo studente, in cui l’argomento da apprendere è contestualizzato come un problema complesso, sfaccettato e realistico. In questo approccio, gli studenti possono lavorare singolarmente o in gruppo e l’insegnante è un facilitatore dell’apprendimento che fornisce supporto appropriato, modella 9 il processo e monitora la formazione. Questo metodo può essere utilizzato per migliorare la conoscenza dei contenuti e contemporaneamente favorire lo sviluppo della comunicazione, il problem solving, il pensiero critico, la collaborazione e la capacità di auto dirigere l’apprendimento.
Il PBL parte da un problema in un contesto reale simulato, che coinvolge pratiche, regole, procedure, processi e problemi etici che dovranno essere compresi e risolti. Si tratta di un metodo di indagine. L’insegnante dovrebbe fornire abbastanza informazioni in modo che gli studenti possano capire quale sia il problema, e, dopo averci pensato e analizzato le informazioni, dovrebbero essere in grado di proporre l’attività o la soluzione attesa.
METODI DIDATTICI ATTIVI
Fasi – Il problem-based learning comprende sette passi (Schmidt, 1983):
– Chiarimento del significato delle parole e dei concetti che non sono chiari.
– Definizione del problema e dei termini per la revisione.
– Analisi del problema attraverso brainstorming e individuazione di plausibili soluzioni.
– Analisi critica delle diverse soluzioni ed elaborazione di una bozza di lavoro/rapporto con una descrizione coerente delle ipotesi risolutive.
– Definizione degli argomenti/temi oggetto dell’apprendimento, con suddivisione del carico di lavoro di ricerca.
– Prosecuzione attraverso auto-apprendimento e lavoro di ricerca individuale per colmare eventuali lacune in merito agli argomenti. La tecnica del modellamento (modeling) consiste nella promozione di esperienze di apprendimento attraverso l’osservazione del comportamento di un soggetto che funge da modello.
– Incontro con il gruppo, condivisione di quanto appreso, sviluppo della versione finale del rapporto sul problema, con spiegazione e sintesi delle nuove informazioni.
METODI DIDATTICI ATTIVI
4. APPRENDIMENTO PER PROGETTI – PROJECT BASED LEARNING
Il Project Based Learning è un metodo basato sull’elaborazione di complessi progetti reali. Il progetto è quindi un prodotto/servizio da realizzare (o una prestazione, una presentazione o altra cosa tangibile), che costringe gli studenti a confrontarsi con il mondo reale e applicare le proprie conoscenze.
Durante le attività del progetto, gli studenti imparano e allo stesso tempo applicano e usano il loro apprendimento. Questo metodo ha anche un impatto sulla metacognizione e sulle cosiddette competenze per la vita (“life skills”: autogestione, problem solving, senso critico, comunicazione efficace.).
Di solito il progetto è a lungo termine (più di due giorni di lezione e fino a un semestre), è centrale per il curriculum, si concentra su temi interdisciplinari o sui concetti centrali di una disciplina e prevede la costituzione di gruppi di lavoro collaborativo.
METODI DIDATTICI ATTIVI
FASI – In linea di massima, il metodo può essere suddiviso in tre fasi:
Pianificazione – i discenti scelgono il tema; cercano e organizzano le risorse necessarie in una forma utilizzabile; organizzano il lavoro collaborativo di gruppo.
Creazione – gli studenti sviluppano l’idea del progetto, uniscono i contributi del gruppo, costruiscono il progetto e, infine, presentano il lavoro alla classe.
Elaborazione – gli studenti condividono i progetti (artefatti) individuali o di gruppo in un piccolo gruppo o con l’intera classe, scambiano feedback e riflettono sul processo di apprendimento e sugli stessi progetti.
METODI DIDATTICI ATTIVI
Fonte: L’uso della LIM nella Didattica. Manuale per Insegnanti. LIFELONG LEARNING PROGRAMME 2011 – LEONARDO DA VINCI Transfer of Innovation [LLP/LdV/TOI/2011/IRL-503]
RISORSE CONSIGLIATE PER TE: LEZIONE FRONTALE: VANTAGGI E SVANTAGGI DEL METODO.
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